Dubbi nucleari

L’incidente, o presunto tale, nella centrale nucleare slovena di Krsko ripropone, afferrandolo per la collottola, un tema di discussione spinoso. Come risolvere il problema energetico del nostro Paese?
Quando, 20 anni fa, decidemmo di abbandonare il nucleare non ci interrogammo troppo su chi e come avrebbe continuato a produrre elettricità per illuminare le nostre case e ci lasciammo cullare dal sogno di un mondo più pulito, sicuro. Su molti di noi pesò l’effetto Chernobyl: la grande paura per l’assassino invisibile proveniente da un mondo invisibile (la Russia era ed è ancora un territorio di cui si hanno più sensazioni che testimonianze) ci spinse a ripudiare quel metodo di spremere energia da un metallo trattato.
Sull’argomento trovate, nel web, testimonianze prestigiose e molto più esaustive della mia quindi vado al punto. Mettere in discussione il nucleare quando si verifica un inconveniente (quello di Krsko non viene catalogato neanche come incidente, ma fa comunque un certo effetto) è come discettare del vitigno dopo essersi scolati tre bottiglie di vino: manca la lucidità.
Il concetto di sicurezza assoluta non può essere l’unico parametro da esaminare. Non risulta che nel nostro Paese le dighe siano state messe in discussione, eppure qualche disastro l’hanno causato. Non risulta che le centrali elettriche siano fuori legge, eppure qualche tonnellata di materiale inquinante la riversano ogni giorno nell’ambiente.
Uranio impoverito, uranio arricchito: già solo a scriverle queste parole mi fanno paura. Perché penso a chi dovrà maneggiare questo materiale, a quali sistemi di sicurezza garantiranno (lo garantiranno?) il trattamento e lo stoccaggio.
Ecco, di questo vorrei che si parlasse. Degli uomini che vigilano su questa risorsa, della modernità dei macchinari, della loro manutenzione, dei sistemi di allarme. Di civiltà trasparenti, insomma.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

8 commenti su “Dubbi nucleari”

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