Garrovillas de Alconetar

Da Casar de Càceres a Garrovillas de Alconetar
Da Garrovillas de Alconetar a Grimaldo

Come scrivevo qualche giorno fa per effetto del caldo ho accorciato i miei percorsi giornalieri dividendo le tappe più lunghe. Per questo oggi alloggio in un paesino che si chiama Grimaldo. In realtà si tratta di una frazione di Cañaveral, talmente piccola che il proprietario di casa mi ha detto: qui al momento siamo in tutto una trentina, con lei una trentina più uno. E questa frase mi ha riportato indietro nel tempo quando, lo scorso anno durante il Cammino francese, mi capitò una situazione simile. 

Quattro case, un bar (dove forse una caritatevole signora mi sfamerà, ma sempre dopo le 20:30) e un B&B. Stranamente non c’è una chiesa, stranamente perchè di solito tutti questi agglomerati umani si coagulano attorno a una chiesa, almeno lungo i cammini. Questioni storiche, di fede e, ho scoperto recentemente, anche climatiche. Le chiese, a parte il ristoro delle anime, offrono anche un altro vantaggio che con queste temperature ha del divino: sono fresche. Non è infrequente trovarle popolate di anziani in cerca di refrigerio. Magari pregano anche, io li ho visti beati comunque. 

In ogni caso questi abitanti dell’Estremadura hanno una sorta di resistenza biologica che stupisce, a partire dalle abitudini alimentari. Se di mattina prendi un aperitivo, a me capita una Coca Cola le rare volte che trovo un bar lungo il percorso, loro ti danno di default un pincho (un assaggio gratis, tipo le patatine per noi) di carne arrosto e patate fritte, o di baccalà o di calamari fritti. Una cosa che per me potrebbe essere sponsorizzata tranquillamente dal Gaviscon. E poi il ghiaccio. Cubetti è una parola, o meglio un concetto, che non esiste. Il pezzo di ghiaccio nel bicchiere è grande quanto una pesca e non si scioglie mai. Tu bevi e lui resiste, tu versi e lui resiste. Comunque vada, ti sopravvive.

Avendo accorciato le tappe ho più tempo per rifiatare, possibilmente abbracciato a un condizionatore. Però anche per visitare i luoghi. Mi ha incantato Garrovillas de Alconetar, che valeva bene un giro un po’ più lungo: una cittadina di origini preistoriche dalle caratteristiche colonne dei portici storte, per effetto del terremoto di Lisbona (nellla foto). Camminando lungo la Via de la Plata, pochi chilometri più avanti, si incontra un bellissimo ponte romano che gli spagnoli hanno provveduto a spostare nel 1969 quando hanno costruito l’Embalse de Alcàntara, un immenso bacino idrico che oggi dà energia elettrica a mezza nazione. Insomma, noi un ponte (pure vecchio) di intralcio al progresso  l’avremmo cementato o annegato, dopo immancabili perizie di variante milionarie. Loro lo hanno smontato pezzo per pezzo e rimontato più in là, senza perdersi manco una pietra.

P.S. Mi hanno appena informato che stasera a Grimaldo arriva una famiglia di quattro persone, il rischio sovraffollamento è concreto.

11 – continua  

Di Gery Palazzotto

Uno che scrive. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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