person holding cactus on a stick
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All’università di Salerno un professore chiede silenzio per poter svolgere la sua lezione e uno studente che disturbava, anziché scusarsi, lo manda a quel paese dicendogli di “non rompere il cazzo”. A parte ogni legittima indignazione da parte di chi ancora crede che le regole non siano fatte per essere calpestate (l’Università ha avviato un procedimento disciplinare), c’è un dettaglio che ci tramanda qualcosa di ulteriormente fastidioso. Il ragazzo è un ex deputato del Movimento 5 stelle, cioè è un ex parlamentare, insomma uno che stava ai vertici della nostra Repubblica.
Ciò rimanda, in un rimbalzo di rimpianti, a un principio per il quale un uomo come Libero Grassi ci manca e ci mancherà sempre: la qualità del consenso (ne ho scritto più volte, tipo qui).

Diceva Grassi: “A una cattiva raccolta di voti corrisponde una cattiva qualità del consenso”. Spesso riteniamo che il solo elemento inquinante, quando si parla di queste cose, sia la criminalità più o meno organizzata. Sbagliamo. Il nostro consenso quando votiamo qualcuno, a dispetto di leggi elettorali sempre più contorte e stranianti, deve considerare quanto più possibile l’indole della persona che votiamo, la sua cultura intesa in senso ampio (quindi non solo accademico ovviamente), i suoi modi, la sua capacità di intendere l’altro. Un parlamentare non è un padrone, non ha potere di vita e di morte sui sudditi, è un rappresentante. Io chiamo a rappresentarmi persone che sono simili o migliori di me. Certo, si può sbagliare: un paio di volte ho votato per incapaci, ma mai per lestofanti.
Ecco, mi piacerebbe che gli elettori di quel ragazzo, che si chiama Luigi Iovino, trovassero il tempo per dirgli se lo incontrano per strada che, guardando il suo comportamento, forse oggi non lo voterebbero più. Senza offenderlo, senza alcuna aggressività.
La dignità non si trapianta con uno schiaffo e non si toglie con una parolaccia, si sussurra con buone maniere e solidi ragionamenti. Capisco che non è facile, ma provarci non è tempo perso.     

Soundtrack abbastanza scontata per assonanza col titolo.

Di Gery Palazzotto

Uno che scrive. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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