Foto di Igor Petyx da Repubblica Palermo

Titoli random da giornali e testate online. L’acqua di alcuni invasi e dighe in una Sicilia alle prese con un’emergenza idrica senza precedenti viene scaricata in mare per “motivi di sicurezza”. Una cosa da far rabbrividire, per la quale ci vorrebbe un’inchiesta (giornalistica e/o giudiziaria) per ripercorrere tutte le tappe che nello specifico hanno portato a questo sfacelo: chi ha firmato cosa, chi non ha firmato, chi ha omesso, chi non ha rispettato i termini e così via, tubo per tubo, invaso per invaso. Ma vabbè.
A Palermo la raccolta differenziata dei rifiuti è da terzo mondo: da un lato ci sono molte parti della città in cui il servizio non è ancora disponile, dall’altro i cittadini che potrebbero anzi dovrebbero farla se ne fottono altamente. Intanto i monopattini elettrici – che piacciano o meno sono comunque un importante mezzo di contrasto all’inquinamento e alla congestione del traffico – ormai vengono usati solo per essere vandalizzati dato che, per effetto del nuovo codice della strada, nessuno li usa più (io per primo). Sempre a Palermo gli autobus dell’Amat sono sempre più bersaglio di baby gang che, a giorni alterni picchiano un autista o prendono a sassate i mezzi (talvolta fanno tutt’e due le cose contemporaneamente, se si mettono d’impegno). I giovani che non riescono a dilettarsi coi bus magari si intrattengono in un accoltellamento alla Vucciria, un quartiere che andrebbe declassato da zona della movida a zona di guerriglia, con quel che ne consegue.
Nel frattempo ad Agrigento si è dimesso Giacomo Minio, il presidente della Fondazione Capitale della Cultura 2025 per motivi politici. Non so se sia un bene o un male, so solo che è male anzi malissimo che resti in carica con ruoli purtroppo di primo piano un sindaco come Franco Micciché, palesemente inadeguato nella gestione di un evento così prestigioso (ne parlo in questo podcast).
So bene che non si può buttare tutto in vacca e dare la colpa alla politica, ma so anche abbastanza bene che se una classe politica non riesce a raddrizzare le gambe di un tavolo zoppo la colpa sarà pure del tavolo, ma per sicurezza è meglio cambiare falegname.

Di Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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