Trucco e parrucco

di Giacomo Cacciatore

Lorna: tu stasgera comu ti veschti per andare a Porsci-a-Porsci di Brunu Veschpa?

Japan: mi mesgi ‘u curpettu chi brillantinu, u pantacalsha e u taccu dodisgi. E tu?

Lorna: io mi svestgi seriamensgi. Un maliuncinu a collu alsgi e a’ gona da’ colesgiala.

Japan: mi presgi ‘a matisgia nera per l’ochi?

Lorna: uffa, che pali! Non ti compri mai nenti… una volsgia te manca ‘a matisgia, un’altra volsgia ‘u fard… No te presgi proprio un casu.

Japan: avansgi… si me presgi ‘a matisgia te dico una cosa segresgia de Marrasu.

Lorna: tieni a’ matisgia.

Japan: No trovo nemeno u’ rimel. Si me presgi ‘u rimel te digo una cosa comoventi di Brenda. Così fai bela figura a Porsci a Porsci. E cusì ti invita puru Monica Seti, Lambertu Spusgini y Barbara D’Urshu.

Lorna: Ecu ‘u rimel. Ahora dimi a’ cosa segreta de Pieru Marrasu.

Japan: Pieru ha i moroidi.

Lorna: E dimi ‘a cosa de Brenda.

Japan:  E’ morta.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

61 commenti su “Trucco e parrucco”

  1. – Amandalìr! Amandalìr! Amandalììììììrrr!!! Iccàssi sangu, affàcciati. Beddamatri, puru surda è…
    – Chi min… vuoi? Mi stava faciènnu a ceretta!
    – Addùma no Tiggiesse ca c’è a Bellucci ca sta parrànnu…
    – Ma ‘a Bellucci cui? L’attrici?
    – Ca quali attrici e attrici?!? A Bellucci ‘ra via Quintino Sella!
    – Beddamatri!!! Unn’è ca sta cuntannu cuosi ‘ra sciarra ri passann’assìra…
    – Se, ri chidda sta parrannu…sta cuntannu tuttu… puru ru prufissuri ca si purtàru i poliziotti quannu arrivaru… e du giornalista, e du prisirienti, e puru ri l’avvocatu sta parrannu…
    – Ma com’è fuoddi chista???!!! A rovinarinni a tutti… Ci cuntò puru ri picciuli ca ci rietti u nutàru a ddà scuncumiddàta ra Gerini?
    – Se, mi pari ca parrò puru ri chistu…
    – Mariasantissima, tutti rintra ni ièccanu… Pi quattrucientu euro…
    – Quali quattrucientu… idda ci rissi quattrumila… ca u n utàru ci ni rietti quattrumila…
    – Seh, e chill’avi firmata Dolce&Gabbana… Oppuru a pagò a metraggiu??? Ca u nutaru ci stava rannu, quattrumila euri… Talè, famm’addumari a televisioni ca ma viu a ‘sta scassàta cunfirienti, miciriàra e suc… oh, buonasera, signora Rosetta, sì, mi sapi ca si sta mittiènnu a chiuoviri, stava trasiennu i ruobbi stinnùti… compermesso… ti salutu Moana, poi ni parràmu ri sta bella trasmissiuoni… Oh Costantino Vitagliano, per me pregaci tu al Cuore di Gesù…

  2. E mo’ è probabile che mi becchi il vostro ludibrio per il mio scarso sense of humour o per un’attenzione al politically correct che sfocia in bacchettonismo cronico. Forse giustamente. Ma, sinceramente, la descrizione macchiettistica del mondo trans (la cui alternativa parrebbe essere solo il disprezzo dichiarato) che dilaga nei social media e in quelli tradizionali, non mi sembra il massimo. La transessualità è un grave disturbo psichiatrico (lo dice l’OMS) che va sotto il nome di Disforia di genere e che si manifesta sin dalla tenera età. E la prostituzione, già lo scrissi, è spesso l’unica scelta che si offre loro, visto che trovare un datore di lavoro disponibile a valutarne le capacità è impresa disperata. In un recente incontro su linguaggio giornalistico e discriminazioni, ho ascoltato la sofferenza di chi è vittima di questo modo di raccontarli. Ecco dal cacciatorino, che spero mi perdonerà, mi sarei aspettato la parodia della riunione di redazione di Porta a Porta che ha deciso il contenuto e gli ospiti della puntata, a meri fini di audience, piuttosto che la derisione (così mi appare) dei partecipanti. Sono palloso e impopolare, me ne rendo conto. Solo una cosa spero. Che non mi si dica “ma spiegaci un po’, perchè ti interessa tanto la tutela dei trans?”. E’ già accaduto, non in questo blog ovviamente, ed è stato di una tristezza desolante…

  3. @Bar: Perdonami, ma hai detto bene: che palle!
    Si può scherzare su quasi tutto senza disprezzare nessuno, non credi?

  4. @Bar: Nessuna derisione. Solo l’interpretazione grottesca di una realtà ancora più grottesca che va in onda da qualche sera a questa parte ed è sotto gli occhi di tutti. Ma l’ironia non si spiega, o la si coglie o pazienza, senza nulla togliere a nessuno. Io, più che la per la tutela dei trans sono per il rispetto di chiunque. Un po’ meno per quelli che sfilano in televisione senza avere molto da dire. Costoro sono, a mio parere, i primi a non rispettare né se stessi, né gli altri trans.

  5. Dunque, pare di capire che trans è sinonimo di sofferenza, e come tale, non merita una sana satira di alleggerimento. Pare di intuire anche, tra le righe, che il trans non è mai una persona in grado di decidere del suo destino. Più che una tirata pallosa e impopolare, mi pare una considerazione blindata da numerosi paletti. E mi viene in mente quella volta che disegnai Brunetta ancora più tappo di quanto già non fosse. Anche in quel caso la cifra satirica fu oggetto di eccessiva attenzione politicamente corretta

  6. @Abbattiamo: me le ero detto da me, figuriamoci se non accetto la sua sanzione…

    @cacciatorino: la realtà grottesca per me è quella di un giornalista – consulente esterno RAI – pagato fior di quattrini e di una sua redazione che invita la trans derelitta, il criminologo con plastico, la madre infanticida, opinionisti (brr..) che non ha nulla da dire (altro che molto…)senza alcun rispetto né dei protagonisti né degli spettatori. Anch’io sono per il rispetto per gli altri(almeno credo e spero di esserlo). La “accusa” di tutela mi era stata rivolta, era virgolettata. Il problema non è l’ironia (sembrerà strano a ‘sto punto, ma l’apprezzo davvero, tantissimo in questo blog), però se rischia di diventare l’unico modo per affrontare un tema, forse ci si dovrebbe interrogare. Ma ha ragione Abbattiamo, che palle… Quindi taccio.

  7. se proprio avessi voluto essere politically correct Bar, avresti dovuto puntare il dito del “bacchettone cronico” per avere ironizzato sulla morte di una trans(oh!),ma generalizzare sempre e riportare tutto alla teoria povere vittime del sistema crudele che le vuole schiave del sesso a pagamento fa proprio ridere,più di quanto si vorrebbe. Se una cosa del caso specifico è assolutamente certa è che queste trans non siano giovani innocenti vittime,anzi! E la morte misteriosa di Brenda,al di là della pena,conferma l’inquietante quadro.
    Per cui vi prego niente morale,non è una favola di Fedro,meglio l’amara ed intelligente ironia di cacciatorino,grazie

  8. @Bar: forse dimentichi che il tema Marrazzo e trans in questo blog è stato già dibattuto in maniera seria. Guarda i post più vecchi.
    Credo che adesso non ci sia niente di male a scherzarci su.

  9. Sarò strano ma, personalmente, le dimostrazioni di affetto e rispetto e attenzione che meglio ricordo nella mia vita (ma anche di rabbia, quella costruttiva, che a volte può essere una declinazione dell’amore, molto di più della lezione morale o dell’indifferenza) mi sono sempre arrivate da persone che avevano una grande carica ironica. Ai limiti del sarcasmo. A volte una battutaccia che ci illumini sulle nostre debolezze (e le nostre idiozie) può essere molto più apprezzabile di un’anonima pacca sulle spalle. Certo, bisogna metabolizzarla, come tutte le cose che reggono alla sfida del tempo e dei luoghi comuni.

  10. @giusicilia e allegra
    Davvero provo a tacere, criticatemi anche in modo feroce, ma non fatemi dire quello che non ho detto.
    Dove ho scritto che i/le trans sono solo sofferenza? che non hanno responsabilità in quel che è successo nel caso specifico? (casomai sono convinto del contrario, lo scrissi pure, prorpio in questo blog).
    Io non condivido, senza alcun intento di censura della satira (potere che peraltro non ho e non voglio che nessuno abbia al mondo), un certo tipo di rappresentazione.
    Provo con due esempi che traggo proprio dallo scritto del Cacciatorino:
    Japan: mi presgi ‘a matisgia nera per l’ochi?
    Lorna: uffa, che pali! Non ti compri mai nenti… una volsgia te manca ‘a matisgia, un’altra volsgia ‘u fard… No te presgi proprio un casu.
    Questo tipo di satira per me (per il mio gusto, pertanto opinabilissimo) non mi pare eccezionale.
    Lorna: E dimi ‘a cosa de Brenda.
    Japan: E’ morta.
    Questa invece è l’unica parte che mi è piaciuta, perchè ridicolizza certa informazione, la pochezza di contenuti di chi parlava, ecc.
    Non volevo ricorrere al “sezionamento critico” del testo del cacciatorino, perché è un esercizio un po’ stupido di cui chiedo sinceramente scusa all’autore e che compio solo nel tentativo di far capire quello che evidentemente non riesco a spiegare. E su cui, lungi da me, non pretendo di avere ragione.

  11. @gery: lo so che Bar lo sa. Glielo ricordavo, dato che ci ha esortati a parlarne in maniera seria. E lo facevo gentilmente, anche. Invitandolo alla levità.
    E mo’ torno davvero a lavurasgi.

  12. Bar, tu scrivi, tra l’altro: “La transessualità è un grave disturbo psichiatrico che va sotto il nome di disforia di genere…”. Io ho tradotto la definizione, tout court, in “sofferenza”. Ho travisato il senso?
    E poi non ho letto critiche feroci. Piuttosto, ti sei posto in una posizione eccessivamente difensiva.

  13. Bar: Boh. La metto su un piano “tecnico”, che secondo me può essere interessante. La prima cosa a cui ho pensato scrivendo lo scambio di battute come che citi (‘a matisgia nera… etc). era se fosse verosimile. Mi sono risposto: sì. Verosimile, e questo mi basta, come scrittore. Non sono andato a interrogarmi se fosse un tratto di satira discutibile. Ho pensato che fosse possibile che due trans, truccandosi, litigassero su chi ha la matita e su chi la presta sempre a chi, come due normali amiche. E ci scappasse la parolaccia (“un casu”… non c’era nessun riferimento cosciente al cambio di sesso, ora che ci penso, e forse è quello che hai colto tu: ma la scrittura funziona spesso a livello inconscio, ed è una bella cosa quando, a una rilettura, si scoprono vari livelli a cui non si era nemmeno pensato). Io ci vedo della tenerezza. E se solleva discussioni, vuol dire che tocca delle corde nascoste. Sono contento. Ma ora mi trattengo dal commentare oltre. Parlare troppo di quello che si scrive è un peccato.

  14. @ n’ata vota…. come dicono a Napoli :-)
    Mai detto né esortato alcuno a parlare solo in maniera seria. Avevo criticato solo la descrizione macchiettistica, che mi era parso di cogliere, mai l’ironia. Mi inizio a sentire come Jessica Rabbit (ecco finalmente alla luce la mia anima trans): “non sono un ‘censore’, mi disegnate così..”

  15. Questo prendere le difese dei presunti svantaggiati è un modo per spostare l’accento quando è la propria parte “malata” a volere essere curata.
    La transessualità è un disturbo dell’identità di genere, e con questo? Non sono malati, non più di noi. Fare dell’ironia come ha fatto Giacomo è considerarli facenti parte della nostra comunità. Sfotto l’omosessuale come l’eterosessuale. E’ il tuo discorso che li relega a livello di malati e li esclude!

  16. Bar:”La transessualità è un grave disturbo psichiatrico (lo dice l’OMS) che va sotto il nome di Disforia di genere e che si manifesta sin dalla tenera età. E la prostituzione, già lo scrissi, è spesso l’unica scelta che si offre loro, visto che trovare un datore di lavoro disponibile a valutarne le capacità è impresa disperata. In un recente incontro su linguaggio giornalistico e discriminazioni, ho ascoltato la sofferenza di chi è vittima di questo modo di raccontarli.”
    Io non sarò un lettore acuto e attento come te,mi scuserai per questo,ma io ho letto nelle tue perole un voler riportare tutto alla teoria povere vittime del sistema crudele che le vuole vedere solo come schiave del sesso a pagamento,che,come direbbe Mughini,aborro!
    Anche perchè,e qui sposo in toto cacciatorino,sono loro a raccontarsi così senza avere rispetto per se stesse e con molto protagonismo (hai visto la tv di recente ,da porta a porta alle iene,ovunque?),per cui ridiamoci su,che è meglio!

  17. Leggo su wikipedia che la maggior parte dei transessuali rifiuta l’omologazione psichiatrica del loro status. Insomma, tra mille difficoltà (oggettive e soggettive), non si sentono (e non sono) malati. E hanno ragione.

  18. Il mio ultimo post era in risposta ad Abbattiamo (era saltato).

    @il cacciatorino: non ci avevo fatto caso neanch’io al riferimento… genitale, sono troppo sboccato nel parlato per avere questa sensibilità. Per il resto capisco davvero la tua spiegazione sul testo(altra cosa è l’opinione che non rinnego sul risultato finale)

    @gianni: ma come? un autore di satira che, nei suoi ultimi due post, trova “eccessive” le posizioni altrui??? Non c’è più mondo! ahi, ahi, ahi… (giuro sto scherzando)

    @Silvia: non sono certo di aver capito il tuo messaggio. O forse, se posso essere sincero, spero di non averlo capito.

    Mo’ basta davvero ché vado in pausa pranzo (tié, Rotondi…)

  19. @Bar, forse l’hai sfiorato, il pensiero.
    E non mi riferisco all’omosessualità, non ti conosco.

  20. Non so, io stimo molto Giacomo Cacciatore. Credo che sia una persona mite, che non vuol dire incapace di rabbia. Uno, però, che, per scelta, non affonda il coltello nella piaga per cercare l’effettaccio. Mi convince il volere mettere alla berlina lo spettacolo, il giallo, la letteratura d’appendice costruita a due passi dal dolore fisico e spirituale. Non mi convince il dialogo in sé. Lo trovo un luogo comune, l’applicazione di una decalcomonia costruita sull’immaginario diffuso. Io penso che due trans possano parlare perfino di Leopardi.

  21. Perfino rispetto al sentire comune che vuole che parlino solo di preservativi et consimilia

  22. Propongo che il cacciatorino riscriva il dialogo tra Lorna e Japan in versione Leopardiana (Lorna: mi presgi ‘u pellicciosgi maculatu?
    Japan: ma che disgi! susgiu animalisgi)

  23. @Puglisi: parlano di Leopardi mentre si truccano? Ma non lo farebbero manco la Maraini e Natalia Ginzburg!

  24. @Cacciatorino: perchè no? Io lo faccio sempre! E quando mi spoglio davanti al mio uomo, declamo versi di Catullo.

  25. @giusicilia: non mi sono mai dato del “lettore acuto e attento” ma, soprattutto, non mi sono mai posto il dubbio che gli altri non lo siano.
    Parte di quel che ho provato a dire lo trovi in quest’articolo (pur indagatore di un aspetto minimo del tema) che linko se ti va di leggerlo: http://cerca.unita.it/data/PDF0114/PDF0114/text23/fork/ref/09012ojw.HTM?key=Delia+Vaccarello&first=31&orderby=1&f=fir
    Te lo segnalo per tre ragioni:
    1. l’autrice è una giornalista e scrittrice palermitana, insignita di numerosi premi, tra cui due della Commissione Europea, per la sua capacità di informare in modo corretto sulle tematiche LGBT. Una di quelle persone di cui mi fa piacere (se non è troppo) essere concittadino
    2. ho avuto la fortuna, mia non loro, di poter lavorare con un paio di persone che lei menziona nell’articolo, che operano sul campo (e non per sentito dire) e che si confrontano quotidianamente con il tema. Le ritengo delle persone valide e competenti di cui mi piace riportare la testimonianza.
    3. perché il tuo commento è netto ma rispettoso e pertanto meritevole di una replica.

    @Silvia: in effetti non mi conosci. Provo a presentarmi con uno slogan retorico: sono etero, omosessuale, trans, donna, terrone, comunista, disabile, vecchio, bambino, mussulmano, ebreo, ateo. E molto altro ancora. O meglio provo a sentirmi tutto ciò, spesso senza riucirci e ancor più spesso sbagliando (ma in alcune di queste, come terrone, ho un talento indiscusso). E lo faccio giusto per provare a capire e non rimproverarmi di non averci tentato.
    Per dirla con Nanni Moretti di Caro Diario, “Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d’accordo con una minoranza…e quindi…”.

    @gery @tutti: chiedo scusa per la lunghezza dell’intervento.

  26. …e quando facciamo la ceretta,ispiratissime!sapessi che Inferno,di Dante ovviamente,una terzina per ogni strappo…!

  27. @Bar,riportavo una frase di Gery che ti descriveva così,acuto e attento,e non lo facevo per ironizzare su di te,semmai su di me,ti assicuro senza intento offensivo alcuno.
    letto l’articolo,molto interessante,un pò disfattista,ma io non ne so molto,ho conosciuto un’unica trans dal parrucchiere,la vedo settimanalmente,ma finiamo col parlare sempre di cani,li adoriamo entrambe…la prossima volta approfondirò la conoscenza,le chiederò “‘a matisgia e u fard”….!

  28. Ormai, io noto una certa preconcetta ostilità nei miei confronti, qualunque cosa io dica. Nessuno che abbia voglia di confrontarsi sulle cose che scrivo che sicuramente saranno pessime. Ringrazio Gery dell’ospitalità e vi auguro una buona continuazione.

  29. Nessun preconcetto, Puglisi, qui non siamo mai troppo teneri l’uno con l’altro e a salire in cattedra si rischia di cadere e farsi un pò male.

  30. E se lo immaginava tutto ‘sto casino? Comunque, torniamo alla calma, ma dicendo le cose come stanno.

    @Bar
    Grazie per avermi risparmiato ed essere passato con i cingoli del panzer solo su Cacciatorino (al quale va tutta la mia solidarietà). Mi sa che mi ha salvato il bozzetto martogliano o alla Teatro Zappalà. Era sempre quell’ironia (di sicuro meno elegante) da cui era partito il “gioco brasileiro” di Giacomo. Attenzione a citare articoli o brani di essi (Delia è bravissima, ha fatto tanto per le battaglie civili in tema di identità sessuale sul suo giornale e anche nelle Università, ed è anche – e ciò mi onora – una cara amica) fuori dal contesto in cui sono stati scritti. Attenzione a parlare di sofferenza laddove la sofferenza non la si sia sperimentata sulla propria pelle (e su quella dei propri cari) o per testimonianza diretta (parenti o amici). Personalmente conosco tre transessuali: una si prostituisce ed è la persona dotata di maggior disequilibrio (felice e disperato al tempo stesso) che abbia mai incontrato (ho trascorso un divertentissimo pomeriggio in treno ad ascoltare i suoi racconti e non era solo curiosità giornalistica o “colore”); le altre due sono impiegate nella pubblica amministrazione, una ha già deciso di operarsi, l’altra vuol restare così com’è, normali rapporti con le famiglie, la prima ha un adorabile compagno (spera presto marito), l’altra molti ammiratori dopo un fidanzamento durato anni.

    @Roberto Puglisi
    Sai quanto ti voglio bene e non sto qui a rifilarti la tiritera. Però… c’è qualcosa che non va. Non so, ogni tanto quando scrivi sembra che tu stia lì’ a scalpellare il monumento a te stesso. Sensazione. E, come tutte le sensazioni, fallace. Epperò, quel che è vero è che non ti si può più dire “biz”. E cacchio, come salti sù. Anche stavolta. Il bambino che fa agli amnichetti: “Bene, non giochiamo più come dico io? E allora me ne vado!!!”. Che c’è, Roberti’?

  31. Vi racconto quello che provo, leggendo, tutto d’un fiato, il post di Cacciatore ed gli interventi. Premettendo che martedì sera ho assistito alla puntata già iniziata di Porta a Porta, almeno fino a quando Morfeo non mi ha accolta nel suo stritolante abbraccio. Che sono stata parecchio infastidita da tutti, Vespa, la sua inquisitoria postura,gli ospiti, il cameraman, la regia, e non da Natalì e della sua strenua-tenerissima-impossibile difesa di se stessa e dell’amico Marrazzo.
    Il post di Cacciatore mi ha molto divertito. Due trans civettuole allo specchio, non proprio avvezze a certi salotti televisivi, si preparano dietro le quinte al trionfale ingresso. Il dialogo è estremo, dalla leggerezza del fard alla morte di Brenda. Questo è tutto. Nessuna derisione di quel mondo(io non l’ho avvertita!)solo un divertentissimo parafrasare il loro linguaggio.Scrittore e lettori viaggiano spediti sul binario della leggerezza. Alla stazione successiva (molta più gente di quando partiva) sarei curiosa di ritrovare un dissenziente e non meno interessante frequentatore di questo treno; che continuasse a scrivere e informarci,su questo e altri temi. Mi sono fatta l’idea, e non credo di essere sola, che ha molte cose da dirci.

  32. @totorizzo: al limite i miei cingoli sono della panza (purtroppo)e non sottoporrei nessuno a tale supplizio. Neanche Cacciatorino. Che, se devo dirla tutta, mi è sembrato quello che, pur non condividendo affatto e ovviamente il mio commento, ha cercato di rispondermi nel merito di quel che provavo a dire e che voleva essere solo motivo di confronto (pensavo e penso che questo blog puntasse a tale scopo).
    Dico anche che trovo anche questo tuo ultimo post molto appropriato e anche incoraggiante, però credo tu mi possa confermare che l’esperienza delle persone che racconti è purtroppo minoritaria nella società odierna. Una sola cosa un pizzico mi dispiace: il tuo richiamo all’attenzione che dovrei prestare nel citare un articolo (mi fa piacere condividere con te la cara conoscenza di Delia, di cui però non posso arrivare a definirmi amico) e nel parlare solo di cose di cui si ha testimonianza diretta. Nel primo caso non ho capito l’eventuale errore che avrei fatto con la citazione. Nel secondo, con il massimo e sincero rispetto, penso che tu sia in duplice errore (perchè non è così quel che tu sembri supporre nei miei confronti e perché, anche quando, credo che sia legittimo provare a dire la propria su temi che interessano: mi è capitato di discutere – che ne so – di Darfur o di violenza sui bambini, di cui invece non ho davvero alcuna testimonianza diretta, però senza avere la percezione di aver parlato inopportunamente).

    E giuro che questo è il mio ultimo post. Almeno per un po’ di tempo. Non perché sia offeso, ma perché credo di aver rubato troppo spazio e di aver involontariamente contribuito ad animare troppo, in alcuni passaggi, la discussione. E non mi sembra giusto ed educato nei confronti del padrone di casa.

  33. @Bar:
    sbagli a non intervenire.
    I post sono spunti di riflessione, la discussione civile aiuta a crescere e dà altri spunti a sua volta.

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