Piccole cose di pessimo gusto

calze
di Raffaella Catalano

Suppongo che a tutti noi piaccia qualcosa di inconfessabile. Niente che sia passibile di condanna, non intendo questo. Qualcosa, dico, che non si confà ai nostri gusti, alla nostra età, forse anche al nostro ruolo, eppure stranamente ci attrae e siamo costretti ad amarla in silenzio, temendo di perdere la faccia. Magari è una stupidaggine, una cosa infantile, per nulla intelligente o poco raffinata, ma se la facciamo, la vediamo, la sentiamo o la mangiamo ci cambia in meglio la giornata. Però se qualcuno ci sorprendesse a farla, vederla, sentirla o mangiarla, desidereremmo sparire dalla faccia della terra per l’imbarazzo. Per capirci: una volta un amico mi chiese di citargli una canzone che mi piaceva ma che non avrei mai ammesso pubblicamente di adorare. Sussurrando, memore di avere (all’epoca) ben trentanove anni, dissi “50 Special” dei Lunapop. Lo so, è terribile, ma che ci posso fare? Mi mette allegria, mi fa fare pace col mondo. Lui, quarantenne come me e serio professionista, mi confidò anche di peggio: sbavava per “Felicità” di Al Bano e Romina.
A Palermo si chiamano “tasciate”. Piccole cose di pessimo gusto, per dirla con Guido Gozzano.
Visto che ho deciso di fare coming out, ecco un elenco di quello che mi piace di “tascio” e che finora è rimasto inconfessato:
–    il film “Grease”, rigurgito adolescenziale che avrò visto venti volte e ancora vedo;
–    le parigine (le calze che arrivano appena sopra il ginocchio, per chi non le conoscesse, ma da non confondere con le autoreggenti), che compro e trovo irresistibilmente sexy anche se non ho più diciott’anni;
–    i pigiami con orsetti, cuoricini e altre cazzate (quando dormo da sola, of course!), che scaldano il corpo e l’anima;
–    la brioche con le patatine Pai dentro, merenda improponibile anche per una festa delle scuole medie;
–    tutte le canzoni di Cesare Cremonini, perché da “50 Special” non mi sono più ripresa.
Ecco cosa intendo: uno sputtanamento ingenuo e genuino, che propongo anche a voi.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

66 commenti su “Piccole cose di pessimo gusto”

  1. – il film “Tutti a SQUOLA”, con Pippo Franco, Laura Troschel, la Biagini e Jack La Cayenne
    – Il film “Napoli, serenata calibro nove” con Mario Merola e Antonio Sabato
    – Il libro “Cuore”
    – le camicie di flanella a quadri da boscaiolo americano
    – le camicie a quadretti estive a maniche corte stile boss di campagna
    – la canzone “Una ragazza di periferia” di Gigi D’Alessio, canta la Tatangelo
    – “l’italiano” di Cutugno
    – gli stivali camperos con l’anello di metallo
    – la cotognata (marmellata di mele cotogne)
    e altri ne troverò. Vi faccio sapere. Brava Raffaella!

  2. Mi piacciono le palle di neve.. quelle col nome della città. Ne ho più di 150. Tante cose tascie fanno una cosa bella.
    Mangio crackers salati in superficie e nutella. O nel vasetto della nutella ci metto le arachidi.
    Il film Pretty woman lo so a memoria.
    Considero “Perdere l’amore” di Massimo Ranieri una delle canzoni più belle.

  3. Raffaella, la brioche con le patatine dentro è insuperabile!
    Io vado matta per i Ritz spalmati di nutella o formaggino susanna e accoppiati a sandwich, canticchio “scrivimi ” di Nino Buocore quando sono melanconica e mi fanno impazzire i carrettini siciliani!
    Qualche settimana fa ho fatto vedere a mia figlia (anni 7 ) il film “laguna Blu ” da allora lo abbiamo rivisto altre due volte e continueremo…
    E quando, nel cartone di “cenerentola” la fata le confeziona addosso Quell’ abito meraviglioso mi vengono ancora i brividoni.
    ” grease “è un mito! ma anche “American Graffiti”
    Vivrei tutto l’ anno con le infradito ai piedi! Ma quelle belle tascie e di marca cavallo!

  4. D’ estate adoro le cavigliere coi campanellini!
    E gli ” zatteroni”
    Mi diverte giocare in spiaggia a racchettoni e a Frutta, fiori, nomi, città….

  5. Ebbene si:
    – ho letto tutti i libri di Andrea De Carlo e attendo con ansia il prossimo.
    – impazzisco per la musica house, ma ho una predilezione per tutte le canzoni commerciali “da ballo”. Al momento, il primo posto lo detiene “shine on”, canzone di cui riconosco l’assoluta tascitudine (perfino Leone di Lernia ne ha fatto una versione delle sue), ma che ascolto a ripetizione e a volume altissimo.
    – i cartoni Lady Oscar, Georgie, Candy Candy e Kiss me Licia (ma nella versione telefilm con Cristina D’Avena nel ruolo di Licia): se mi capita di rivederli in tv, li seguo con la stessa passione di… diversi anni fa.
    – il film Dirty Dancing: ieri, oggi, domani. Sempre.

    Cara Raffaella, le parigine sono fantastiche e sexy. A qualsiasi età.

  6. -Rubare il microfono, e la scena, a qualunque cantante di piano bar. Per poi cantare lagnosissime canzoni di Patty Pravo durante cresime e matrimoni. Così non mi annoio.
    -Portare i calzini corti di cotone felpato con la scritta Adidas, sotto i pantaloni neri di raso e gli stivaletti col tacco. In piena serata. Tanto non li vede nessuno. Quanto godo!
    -Rubacchiare pugni di caramelle alle reception dell’ hotel di nascosto delle hostess. Per poi ingozzarmi appena dietro l’angolo.
    -Partecipare a tutte le degustazioni delle fiere paesane (di formaggi e di patè, soprattutto) e fare bis, e ancora bis, senza ritegno…
    -Scaricare da E mule canzoni napoletane sconosciute e canticchiarle la domenica mattina a mio marito. Appena alzato.
    – Scandalizzare tutte, ma dico tutte, le segretarie dei capi che ho incontrato nella mia vita lavorativa intercalando parolacce in perfetto siculo, a complicatissimi discorsi manageriali.
    -Fare paragoni in cucina. Soprattutto paragonare qualunque dolce al cioccolato- magari davanti allo chef di un ristorante extra lusso- all’unico biscotto nero che mi manda in delirio: il Togo classico.
    – Solidare con i posteggiatori abusivi. E dire una carrellata di “minchia” davanti a loro. Che di solito apprezzano.

  7. Nooo! Cara Verbena, i calzini con lo stivaletto, no! E’ troppo.
    Sarà una dura giornata, lo sento…

  8. Ho letto tutto Ken Follet e, quel che è peggio, gran parte di Sidney Sheldon.
    Ho un debole per l’heavy metal: il mio iPod “da corsa” scoppia.
    Ho uno spacciatore di calzini sportivi che riesce a vendere solo a me, temo, le PuLma (con un puma disegnato).

  9. @la contessa: allora le parigine le azzarderò di nuovo anche per uscire. E giù risate a valanga…

    In generale: amo tutto ciò che ha a che fare con gli ufo.

  10. I film della serie Rocky (ma solo fino a prima di “Ti spiezzo in due”). Però ho apprezzato e visto già due volte anche l’ultimo: “Rocky Balboa”.
    In fatto di libri: le cosiddette “novellizzazioni”, romanzi tratti dal film anziché il contrario; insomma, il prodotto principe del club degli editori fino a qualche anno fa. Un paio di esempi: “Il presagio”, “Quel pomeriggio di un giorno da cani” (lo sto leggendo per ora); e poi: i cosiddetti libri -choc basati su fatti veri degli anni ’70: il massacro della Guyana, i sopravvissuti delle Ande, il triangolo delle Bermude e altre atrocità…
    Il “round Marble”: un dolce a forma di ciambella o rotolone marezzato che si trova solo negli hard discount; di provenienza ignota, forse tedesca, di gusto indefinito, di contenuto calorico non dichiarato, caratterizzato da un pan di spagna sempre un po’ umidiccio (piacevolmente, sospettosamente umidiccio); Il biciock, ovvero imitazioni della Nutella ma BICOLORE…

  11. @gery: anch’io indulgo nel metal. Ma il più tascio: Iron Maiden e qualcosa dei motorhead. Sono stato un appassionato dell’album “Love” degli scarsissimi Cult. Su altri versanti: AMO i GOBLIN, le colonne sonore di Riz Ortolani e persino di Stelvio Cipriani e… (questo lo dico sottovoce): per un brevissimo tempo della mia vita sono stato un po’ “sorcino” di Renato Zero (da “mi vendo” a “il triangolo”). E confesso che mi piace la canzone “E’ la mia vita” di Al Bano (quella dedicata alla scomparsa di Ylenia). C’è stato un attimo di perdizione in cui ho pensato che l’album “Inca” dei Pooh fosse bello. Chiudo con la vergogna delle vergogne: mi commuovo ancora quando ascolto “Tu sei l’unica donna per me” e l’inizio con pianoforte di “Figli delle stelle” di Alan Sorrenti. Ho apprezzato in gioventù un concerto paesano di Ivan Cattaneo!

  12. rilancio alla grande: la canzone “Domani, domani” di Laura Luca. “Hop hop somarello” di Paolo Barabani. “Armonia e poesia” di Santino Rocchetti. Aserejè (o come cavolo si scrive) delle “las ketchup”.
    I fumetti di Lando.

  13. “Il lupo e l’agnello” misconosciuta crime- comedy con Tomas Milian e Michel Serrault.
    cit. 1: a pranzo, MIlian-Cuculo, cercando di passare una forchettata di pasta a un bobtail: ‘ma ‘ndo c… ce l’ha la bocca, ‘sto cane? Je stavo a infila’ i rigatoni in c…lo”. Cit. 2: “So’ de bocca bona. Una vorta per scommessa me so’ magnato un panino spalmato co la m…”). Cit. 3: Milian, dopo aver spaventato una bambina facendo la “roulette russa” come ha visto nel film il “cacciatore”: Ma no, è scarica: so’ matto, mica so’ str…”. cit. 4: Milian davanti alle alghe di cui si nutre la famiglia di Serrault, per dieta: “ma che è ‘sta robba? Che c… ve magnate, le camere d’aria bollite”?. Una delizia di film, per me.

  14. “Un posto al sole”, tra gli sbeffeggiamenti familiari. Mi fa un effetto relax simile ad un sedativo: vacci a capire. Mentre il Commissario Montalbano televisivo mi fa dormire con regolarità dopo la prima mezz’ora. Una volta ho resistito un’ora. Ma mi piace rivederlo e riaddormentarmi tutte le volte. In questi giorni passano in radio il tormentone di Pacifico e Gianna nannini: tu che sei parte di me eccetera. Non mi piace ma lo ascolto, cambiando le parole o invertendo verbi, aggettivi e cose divertenti (per me).

  15. Da bimbo ero inappetente e parecchio schifiltoso e molto psicosomatico: andare a scuola mi provocava un gran movimento di onde peristaltiche e vomitavo anche l’anima (perché la colazione la saltavo a piedi uniti: oggi non la salto neppure per tutto l’oro del mondo). Mia madre mi rifilava nel panierino un Brioss con amore e dedizione. Non lo assaggiavo nemmeno. Al refettorio ai bambini meno abbienti offrivano il panino con la mortadella o con lo sgombro. Io sbavavo per il secondo. Non osavo dirlo e chiederlo a mamma che si svenava appresso a merendine e “mottini”, che non erano certo a buon mercato. C’entra con il post? Credo solo tra le righe.

  16. @Gianni
    La “rosetta” con lo sgombro (refezione alle elementari) è un cult per me. Io purtroppo avevo avuto a 6 anni un’epatite A e mi era tassativamente inibito (anche quello con la meno indigesta cotognata). Guardavo gli altri bambini mangiarlo e li odiavo. Un supplizio ogni mattina quei due scatoloni di cartone che arrivavano in classe: uno con le “rosette” e il panettino di cotognata e l’altro, ben più profumato, di “rosette” già condite con lo sgombro. Dopo mi sono rifatto, lo sgombro sott’olio lo mangerei anche imboccato da un trapezista oscillante del circo Orfei, e le conseguenze sul mio fisico sono evidentissime.

  17. @Totò: ma tu sapevi di cosa fosse fatto la cotognata? Io pensavo che quei piccoli parallelepipedi fossero plastica di marmellata. Ah, che infanzia “denutrita” fu la mia!

  18. Belle le parigine..sexy.
    Mi metterei in testa le mollettine e i fermaglini di mia figlia( 4 anni) con i pupazzetti e i fiorellini. Ma anche qualche collanina di perline colorate. E’successo…

  19. Vacanze di Natale – il primo con Jerry Calà, Christian De Sica, Amendola…
    Vacanze in America… stessi di sopra…
    Teorema di Marco Ferradini, mi metto a piangere…
    Musicalmente ho raggiunto il massimo, quando ho ricostruito la Colonna Sonora di Vacanze di Natale, comprando le canzoni, una per una, su I-Tunes.
    Adesso quando l’ascolto in auto e mi metto strillare su Grazie Roma di Venditti, la mia fidanzata vuole scendere…come mai?

  20. Scusate se insisto con il trash gastronomico ma leggo di crackers salati spalmati di nutella, di arachidi (spero non salate,almeno queste) dentro il vasetto della succcitata crema di cioccolato… E allora parlando di atrocità mangerecce: che ne dite dei biscotti (possibilmente quelli secchi, duri, da bambino preferivo i Plasmon) inzuppati in un bicchiere d’acqua? E infine, se proprio coming out trash-gastronomico dev’essere, il mio top che quantomeno è creativo:
    fare a pezzi grossolani tre/quattro fette di pancarrè in un padellino, rompervi sopra un uovo, inserire un paio di fettine di prosciutto cotto sminuzzate con le mani, due o tre cucchiaini di formaggio grattuggiato o anche un paio di sottilette e fare andare a fuoco lento cominciando a mescolare tutto pian pianino, fino a che diventi una poltiglia filante e di colori in allegra simbiosi, se diventa troppo secca in cottura aggiungere due dita ma proprio due di latte, spegnere il fuoco e mangiare caldo.
    Per una prima colazione finto-continentale ma in realtà solo porca e nevrotica, per tutti quelli che amano le cose cremose, inchiappose,puddingose…

  21. “McChicken menu (grande), McNuggets da 6 pz., coca (light), salse senape, curry e barbeque”. Lo reciterei a mo’ di preghiera alle signorine del McDonald tutti i giorni. Più volte al giorno.

  22. @totò – Salate, salate..

    La tua ricetta non sembra tascia… sarà buonissima.. magari Vissani la fa già e la spaccia per grande piatto “fino”

  23. L’avete voluto voi: ci sarebbero anche gli Oro Saiwa inzuppati nel Nero d’Avola…

  24. L’ho ascoltata poco fa su youtube, mi ha “folgorata” la prima volta ad un Sanremo giovani credo. Si chiama “Turuturu” è di Giusy e Alex…terribile! Mi chiedo come posso farlo, ma la musichetta mi addolcisce e mi procura sorrisi…Dopo la prima vergogna vi delizio anche con un un “Posto al sole” e soprattutto, di grande attualità, “Butta la luna “(Rai Uno), con un’insuperabile Fiona May. Mi piace ma più che altro non riesco a farne a meno, stare a letto impigiamata fino all’inverosimile, con il cerchietto in testa, la crema a chiazze sul viso (dove c’è più bisogno) e, leggete leggete…la bottiglia di plastica (non borsa, non mi soddisfa abbastanza) dell’acqua calda tra le mani! E magari mangiare plum cake a raffica.

  25. Dolcevita di cotone “in carne” (come chiama mia mamma la maglia della salute) comprati da intimissimi. Di vari colori, anche rosso -aragosta, preferibilmente coperti da un maglioncino a “v”. Ci dormo quando sento gli spifferi sulla nuca. Qualche volta ci sono anche uscito. Mia moglie ha fatto finta di non conoscermi.

  26. @cacciatorino. Dopo le citazioni da “il lupo e l’agnello” tutto il resto fa sorridere. Davvero una delizia!

  27. Un momento, un momento…. I biscotti inzuppati nel nero d’avola? Che ha fatto di male quel buon vino?
    Il dolcevita non riesco ad indossarlo più dall’adolescenza. Già allora mi irritava il collo e la parte dello stesso appena rasata (talvolta lievemente sanguinante). oggi porto la barba non lunga ma il dolcevita per me sarebbe un amarassimavita (sic!). Ricordo due o tre dolcevita e un paio di maglioni di cui uno con orribili bottoni laterali (parte clavicola) tutti rigorosamente bianchi. Dio sa quanto schifo mi faccia il bianco lana: cinque, avevo cinque maglioni bianchi. E anche se ne cambiavo uno al giorno, sembrava non avessi altro!

  28. Piuttosto, inzuppavo otto oro saiwa nel caffellate: periodo medie-liceo. Questo alle sette e mezza del mattino. perchè alle sei 8spesso mi capitava di studiare all’alba) mio padre mi portava lo zabaglione (non alcolico). Che tempi, e che bella glicemia, allora!

  29. SCUSATE.. MA NON SO SE LO SAPETE GIA’.
    IL CATANIA , IL GLORIOSO CATANIA HA BATTUTO LA LAZIO!!!!!!!!!!!!!!!

  30. Ora, e da numerosi anni, cinque biscotti inzuppati in mezza tazza di caffellate )più caffè che latte) della Galbusera al fruttosio: davvero buoni.
    Ma la ricordate la fruit of the loom?: era un must. Ma forse siete troppo giovincelli…

  31. Caro cacciatorino, le comunico ufficialmente che per l’autunno – inverno 2009 è di grande tendenza il “preppy” per l’uomo, e il dolcevita è un item indispensabile. Eviterei comunque i colori brillanti…

  32. @gianni: sì, la t-shirt Fruit of the Loom, E anche la felpa. Un ricordo archeologico.

  33. @Cinzia: per favore, qui si sta parlando di cose serie… queste partitelle da oratorio sono di scarso interesse!

  34. Ma cosa indossavate, Robe di kappa, Lacoste, Benetton o cosa? Ricordo che la Lacoste era la più ambita e anche la più cara, di gran lunga la più cara. La Robe di kappa era di qualità medio-alta ma spariva accanto alla Lacoste (per motivi di prestigio) e la Benetton si bucava alla terza lavata. Pr i Jeans, se la giocvano Levi’s e Wrangler. Odiavo i wrangler perchè a vita bassa: idiosincrasia che mi è rimasta intatta.

  35. … e non solo gli Oro. Negli anni scorsi capitava anche con i Mellin senza uovo dei miei neonati. E in mancanza d’altro, c’è sempre il pane di semola. Pane e vino. Mai sentito, signori?

  36. @ Cara Contessa, magari ne riparliamo domani.Non è da tutti vincere a Roma. Intanto non posso fare altro che saltellare reiteratamente per questa vittoria.
    Solo uno e la smetto subito: “eeeehhhhilmio amico ciarlibraun, ciarlibraun”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *