Di che umore è la rivoluzione?

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Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

Gli ultimatum sono come certi segreti, mantengono fascino solo se rinnovati. Lo sa bene il governatore di Sicilia Rosario Crocetta che di ultimatum vive e sorride.
(…)
L’ultimatum è strategicamente più importante, quindi più difficile da imbastire: è un annuncio armato, o così o niente, baby.
Crocetta ci ha costruito su una rivoluzione, la sua rivoluzione, nonviolenta eppure spietata. Non c’è amico di cui possa fidarsi, almeno in politica, e infatti per non sbagliare li ha fatti fuori tutti. Adesso persino la sua creatura, il Megafono, dopo soli due anni di vita è in pericolo: altro che crisi, un infanticidio. I suoi compagni di squadra non gli perdonano di gestire la stagione del rinnovamento con Lino Leanza e Salvatore Cardinale, cioè di voler fare la festa di primavera con i crisantemi. Ma lui non si scompone, alza le spalle, e ravana voti nelle sacche dell’opposizione. Perché la vera forza di questo governatore sta nella capacità ipnotica di provocare risse tra le truppe del nemico.
Totò Cuffaro spartiva. Raffaele Lombardo tramava. Rosario Crocetta ubriaca.
Solitamente per giudicare l’azione di un governo servono raffinatezza politica e una discreta conoscenza del codice penale. Con Crocetta è più affidabile la lettura dei fondi di caffè, poiché cresce il sospetto che sia l’umore della giornata a influenzare la road map presidenziale.
Gran shakeratore di alleanze e vero stakanovista della lotta al malaffare, Crocetta non è uomo che miri al risultato poiché crede che sia il risultato che debba presentarsi spontaneamente nel suo ufficio. Non si spiegherebbe altrimenti la sistematica decostruzione di ogni logica consecutio: un alleato va coltivato? No, bisogna farselo nemico. Una nomina pubblica va fatta per merito? No,vale solo il numero di denunce presentate dal candidato all’autorità giudiziaria. Beppe Lumia esiste davvero? No, è un clone crocettiano allevato in un “baccello” tipo Matrix per confondere le schiere di Cracolici.
Qualunque cosa accada, la sua giunta non si tocca perché “il presidente non è stato eletto dai partiti ma dalla gente”. E la gente mormora, ma non lo contraddice. Che magari poi lui si arrabbia e perde sonno. E se dorme male sono guai.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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