Cose imparate nel 2024, da riprendere, da rinnovare, da evitare.
Giusto è quando uno ottiene quel che vuole senza che l’altro si possa lamentare. Quindi, a occhio e croce, giusto non esiste.
Quando ci ricordano che siamo “comuni mortali,” teniamo sempre a mente che il problema è duplice e il più grave è che siamo comuni.
Diffidare degli astemi è un modo per volersi bene. Non è originale lo so, ma cerco di ripeterlo sempre a me stesso e al mondo bicchierante che mi circonda.
Il rinvio nei sentimenti è un’azione molto più vicina all’autogol di quanto si pensi.
Una frase che ho rivalutato per genialità, da “True detective”:
“La devi smettere di provocarmi”.
“Altrimenti?”
“Mi metterò a piangere”.
Nessuno ti vuole quando perdi. Quindi ricordati di chiudere bene la porta quando vinci.
Soppesare chi, mentre gli stai raccontando del tuo ultimo traguardo, ti fa notare notare che hai qualcosa tra i denti.
Richiamare sempre chi non ti ha risposto, un’ultima chance si dà a ogni condannato.
Mai premere un grilletto (metaforico, e che cazzo) che non renda il mondo migliore.
Avere chiara la distinzione tra bello e bellezza. Il bello è una sorta di costruzione sociale. È un insieme di criteri condivisi da una comunità che delineano una configurazione esteticamente adeguata o concordata. È quello che si presume debba piacerci. La bellezza invece è quello che ci piace, giusto o sbagliato che sia, quello a cui rispondiamo involontariamente.
Sapere quando è il momento di mettere un punto. Tipo ora.