Il limite

Da Portomarin a Melide.

Sono arrivato quasi alla fine, al ventottesimo giorno di scarpinata ininterrotta: nella tappa di oggi ne ho concentrate due, per un totale di quasi di 40 chilometri, in modo da contenere in 30 giorni totali questo Cammino Francese. Del resto la fatica ha smesso di essere un tema di riflessione già da tempo essendo ineludibile e soprattutto non imprevista. C’è, sta lì, ce l’hai messa tu e ha un compito cruciale, quello di darti quella minima sofferenza che serve a darti vigore. Come gli evoluzionisti sanno bene, la felicità infiacchisce. Ogni progresso, ogni cambiamento ha sempre una parentela di primo grado con una crisi, con uno sforzo, con una delusione, con un fallimento (parlo di evoluzione in larga scala, non di vacanze ordinarie eh). Però un Cammino è comunque una preziosa occasione per fare i conti, controllare le cifre sul taccuino e magari correggere qualcosa.    

La fatica non è affatto gioia, piuttosto è un enzima che catalizza reazioni che magari sarebbero avvenute anche senza aiutino, ma chissà quando. Ci mostra non eroici – a meno che non siamo recordman olimpici – ma perfettamente imperfetti, allineati una volta tanto con la nostra preziosa e trascurata modestia. La fatica evidenzia i nostri difetti, rimarca l’età, apparecchia con cura la tavola di fastidi e doloretti. Ma al contempo ci consegna a una legge di natura: ogni nostro progresso proviene da una imperfezione. Senza l’ostacolo non salti. Senza la salita non avrai mai confidenza con alcuni muscoli. Senza il sudore non conoscerai il tuo odore.

Infine il tema più mistificato o equivocato. Molti credono che chi scala le montagne, chi corre le maratone, chi cammina per mille chilometri sotto il sole o sui ghiacci, lo faccia per tentare di superare un limite. È una lettura sbrigativa, superficiale e di conseguenza errata. Far pace con i propri limiti significa al contrario accettarli. Significa capire, anzi provare sulla propria pelle che il confronto col nostro senso del limite è l’unico modo che abbiamo per vivere civilmente, senza invadere l’altro, senza discriminarlo. 
Ricordiamocelo. Ogni forma di prevaricazione nasce dall’inadeguatezza di fronte a un limite nostro e soltanto nostro. 

20 – continua 

A questo argomento è dedicato il podcast in due puntate “Cammino, un pretesto di felicità” che trovate qui.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

Un commento su “Il limite”

  1. Stupenda riflessione, tocca dentro il proprio intimo , dove abbiamo sempre paura di andare , perché non siamo certi di poterlo affrontare e contenerlo ! Il tuo stare con te stesso , il tuo affrontare la tua sola compagnia e percorrere strade difficili e al contempo piene di stupende sorprese da la percezione del tuo affrontare la vita con la giusta ribelle e conquistata serenità !

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