Dopo lunghi mesi passati a discutere di politica e di cronaca, con imbarazzanti sconfinamenti nei cazzi miei, finalmente arriviamo alle cose serie.
Il mio cammino di quest’anno è la Via de la Plata, un itinerario di mille chilometri che parte da Siviglia, quindi in Andalusia, e attraversa le regioni dell’Estremadura, di Castilla y Leon e tocca una parte della Galizia. Le ultime due regioni le ho già percorse a piedi, Siviglia la conosco da turista, l’Estremadura è la parte più complicata, perché è calda e tosta (e non la conosco). Il caldo è il nemico da battere, non più la fatica di milioni di passi con uno zaino di dieci chili in spalla. Per i muscoli esiste comunque un allenamento, per la sete no. Per questo ho deciso di anticipare il viaggio di oltre un mese rispetto i miei standard. Partirò il 19 giugno da Siviglia e conto di arrivare 34 tappe dopo ad Astorga (che ho già incrociato lo scorso anno nel Cammino francese).
Questo cammino è per me molto impegnativo, nonostante lo abbia preparato a lungo soprattutto per analizzare le tappe più aride, quelle in cui bisogna essere praticamente autosufficienti per le riserve idriche (l’acqua pesa). C’è anche, ehm, l’età che avanza, ci sono i disallineamenti da archiviare, c’è il fardello dei cazzi propri da infagottare per bene, ci sono materiali nuovi da testare, un paio di scarpe e un tipo di maglietta che spero mantengano quel che promettono. E c’è il caldo. Da buon siciliano sono abbastanza allenato a camminare col cervello fritto, ma è la continuità del disagio la vera incognita.
La Via de la Plata è un percorso poco noto, il meno frequentato dei grandi cammini, probabilmente per le sue temperature ostili e per la sua lunghezza. Però – ho letto nelle pochissime pagine attendibili (le guide sono praticamente inesistenti, a parte un libretto abbastanza artigianale) – è bellissima e ricca di storia. Anche quest’anno mi eviterò l’inutile bagno di folla, grottescamente pop, di Santiago: chiuderò la mia missione ad Astorga e poi via a La Coruña per prendere l’aereo che mi riporterà a casa.
Su questo blog ci sarà il consueto diario di viaggio, non una guida geografica o storica, ma di pensieri ed esperienze. Insomma chi mi ha già seguito negli anni sa di cosa si tratta. Per chi legge per la prima volta ci sarà una home page speciale, a partire da oggi, nella quale troverete in evidenza il link dei precedenti cammini.
Inoltre c’è sempre un podcast per chi è interessato a mollare tutto e andare.
Ma questo era solo un manualetto di buone intenzioni per scaldare i motori della vostra curiosità e per pompare un surplus di autostima in chi scrive. Con l’autostima non si viaggia meglio, né si va più lontano: però si sorride di più, soprattutto quando ci si prepara a una lunga, meravigliosa, missione in solitaria.
Avanti tutta.
Amico mio,
che avventura stai per iniziare! Uno dei cammini più tosti… ma a te le sfide non fanno paura. So che ce la farai, passo dopo passo, anche quando le gambe diranno basta, il cuore e soprattutto la testa ti porteranno avanti.
Mi dispiace non essere riusciti a bere un bicchiere di vino insieme prima della tua partenza, ma al tuo ritorno ci rifaremo!
Ti voglio bene. Vai e cammina con un po’ della tua sana follia!
Grazie Ale cara! Già il pensiero è importante. Ci vediamo al mio rientro!
Buon cammino!