La responsabilità dei singoli

La condanna di Google per violazione della privacy in merito al celebre filmato del ragazzo Down ha riaperto il dibattito sui controlli ai quali sottoporre i contenuti del Web.
Dico subito che non sono tra i sostenitori della libertà assoluta di fare e disfare quel che si vuole nella Rete (come nel mondo reale). Sono contro l’anarchia.
D’altro canto so bene che l’alternativa, al momento, sarebbe il modello cinese con filtri e censure persino a livello di router.
Però, per fare un esempio non troppo originale, credo che la condanna di Google sia assimilabile alla condanna di una fabbrica di armi per un omicidio compiuto con le pistole che portano il suo marchio.
Sono inoltre indeciso se andare a fondo della vicenda, indagando sul perché i giudici hanno preferito il reato di violazione della privacy rispetto a quello di diffamazione o di istigazione alla violenza, o se derubricare il tutto a improvvisazione giuridica. Per comodità scelgo la seconda opzione: c’è meno da spiegare e per di più oggi mi sento stanco.
Il vero problema è la responsabilità dei singoli. Argomento intoccabile in questo Paese perchè ogni volta che lo si invoca, il singolo per eccellenza (cioè il capo di tutti i singoli, veri, presunti, onorevoli e disonorevoli) grida al complotto. Eppure basterebbe fare in modo che su internet ognuno sia riconoscibile, abbia un codice a barre, una targa, per evitare certe penose rincorse legislative e certi aborti giuridici. Voglio vedere poi se qualche idiota ha ancora il coraggio di postare un video con un ragazzo Down picchiato e umiliato.
La libertà non ha nulla a che fare con l’anonimato. Le rivoluzioni, se proprio vale la pena di farle, si fanno a volto scoperto e coi propri nomi.

Murdoch e la notizia invisibile

Rupert Murdoch ha già da tempo annunciato una crociata contro tutto ciò che è gratis nel web. Adesso pensa di tagliare fuori i motori di ricerca. L’idea è questa: non appena i contenuti dei suoi siti saranno a pagamento, la modifica di un file li renderà inaccessibili e/o invisibili a Google e compagni.
La questione non è da poco.

Com’era verde la mia Valley

Con la chiusura di GeoCities si chiude un’epoca. Quella dell’adolescenza telematica di molti ex ragazzotti del web (tra cui il sottoscritto).

Hanno spento il dizionario

Da qualche giorno il dizionario italiano online De Mauro Paravia non è più attivo. Sul web fioccano proteste, petizioni e rimpianti.

Gds, larga la banda stretta la via…

gds

Pare che la lungimirante direzione del Giornale di Sicilia abbia finalmente l’intenzione di riattivare il sito internet del quotidiano. Il giornale di Palermo rappresenta un caso singolare nel panorama editoriale italiano: infatti è forse l’unico dei quotidiani di grande tiratura ad aver abolito il proprio portale, oltre quattro anni fa. E ciò nonostante la crescente fiducia dei lettori nei confronti del mezzo internettiano, la diversificazione degli investimenti delle grandi aziende, le nuove strategie delle concessionarie di pubblicità, la concorrenza agguerrita di altri siti di informazione e, soprattutto, nonostante un inopinato posizionamento nel web che frutta al Gds migliaia di visitatori nonostante il sito sia cieco e muto (ieri erano 1.775, ma ad esempio l’8 settembre erano poco meno di 5.000).
Il nuovo progetto del Giornale di Sicilia online dovrebbe avere qualcosa e/o qualcuno in comune con quello della Stampa.it e i contenuti potrebbero essere affidati a un service esterno costituito da ex collaboratori del quotidiano.

P.S.
L’immagine sopra riproduce parte della ultima home page del vecchio sito del Gds, poche ore prima della sua fine.

Potere al pensiero

L’Italia è agli ultimi posti nel mondo per l’utilizzo di internet e primo per l’uso dei cellulari. Metà della popolazione non ha mai aperto una pagina web, ma tutti hanno un telefonino (o più di uno). Si parla molto, si legge poco: qual è la novità?

Carta vecchia

La crisi dei giornali non è iniziata quest’anno e nemmeno quello precedente. La crisi di vendita e degli introiti pubblicitari va avanti da un decennio abbondante. Solo negli ultimi anni la si collega all’espansione di internet. In realtà il web ha bucato l’aorta della carta stampata da prima, diciamo dal 2000. Da quando cioè, drogati dall’illusione di trasformare i soldi virtuali in ricchezze reali, gli editori hanno investito nella Rete senza uno straccio di progetto: la loro idea, insulsa, era quella di trasferire metodi e regole dal cartaceo al digitale. Un po’ come pretendere che la vecchia caffettiera facesse all’improvviso cornetto e cappuccino.
E’ finita malissimo, ovviamente.
Oggi, anche a detta degli stessi addetti ai lavori, i giornali sono vecchi ancor prima di andare in stampa. E non solo per la famosa circolazione vorticosa delle notizie, ma per il menu e la scelta degli argomenti. La suddivisione in esteri, interni, politica, cronaca, spettacoli, sport, eccetera, non soddisfa più un lettore che non sente la necessità di essere alimentato a forza di news (perché è la notizia che lo insegue ancor prima di concretizzarsi). L’informazione necessita di altre categorie: geografiche, sociali, culturali.
Un direttore di giornale dovrebbe chiedere ai suoi capiredattori: cosa diamo oggi ai nostri lettori del nord? E a quelli del sud? Cosa proponiamo alle casalinghe? E ai precari? Quale artista scopriamo? Qual è lo sconosciuto di cui tutti dovrebbero sapere?
Si tratta, come capite, di rubare il mestiere a molti blogger e di armarsi dell’umiltà che serve per affermare serenamente: abbiamo troppi catorci che affollano le redazioni e abbiamo capito la differenza che passa tra un giornalista vecchio e un vecchio giornalista.
Non lo faranno mai.

La storia sono loro/2

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Il romanzo-soap frutto della follia di alcuni commentatori continua a regalare sorprese qui (sempre a partire dal quindicesimo commento). Ecco la protagonista Rosi Peloritano, vista da Gianni Allegra.

Aggiornamento. Ecco anche un altro protagonista, Bastiano Salaparuta.

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

La storia sono loro

L'iIlustrazione è di Gianni Allegra
L'iIlustrazione è di Gianni Allegra

Se avete un po’ di tempo a disposizione leggete il romanzo-soap-feuilleton che alcuni geniali commentatori hanno improvvisato cominciato a scrivere qui ieri (a partire dal quindicesimo commento).

Aggiornamento: Tommaso Lampedusa, protagonista dell’internet-fiction di cui sopra, ha adesso un volto. Glielo ha dato Gianni Allegra.

Web e carta

Al Secolo XIX ci provano così.