Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.
Ogni volta che si parla di chiusura alle auto del parco della Favorita c’è una sorta di sollevazione popolare che si concreta in una domanda angosciata: come si fa col traffico per Mondello?
E l’aspetto grottesco del problema è tutto nella domanda, mica nella risposta.
Il fatto è che, da decenni, un parco e una riserva naturale meravigliosi sono attraversati da auto, camion, pullman e altri mezzi inquinanti senza che ci sia un moto di indignazione degno di conseguenze, perché è un sottile nastro di asfalto e non un immenso polmone verde il vero bene pubblico da salvaguardare. Quei tre chilometri e passa di strada che, da un cancello all’altro della Real Tenuta, consentono ai palermitani di arrivare a Mondello in tempo per godersi un bell’incolonnamento di auto vista mare, sono preziosi. Ed è inutile cercare di argomentare che Mondello è raggiungibile da molte altre strade, che esistono i mezzi pubblici (i quali andrebbero comunque potenziati), che se si fanno quattro passi l’infarto non è garantito: chiudere la Favorita risulta ancora un atto talmente pericoloso per l’ordine pubblico che il corteo dei manifestanti Gesip più agguerriti è uno sciame di mosche al confronto. La crociata di clacson e bestemmie col suo fragore di sgommate e carburatori incatarrati, terrorizza assessori e sindaci di ogni tempo più di una sollevazione di piazza: lo si è visto nelle rarissime volte in cui il parco è rimasto chiuso per poche ore, magari a causa di un’inopinata maratona o di una sediziosa adunata di ciclisti. Continua a leggere Il parco fatto apposta per chi lo odia
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