Osteria numero venti, se la spiaggia avesse i denti…

Da Corriere.it.

Sfilate contundenti

Le aspiranti miss si sono date battaglia a colpi di sfilate.

Servizio su Miss Padania, Tgcom.

Hai signori

Grazie a Raffaella Catalano.

Vietato guidare

titolo

Grazie a Giuseppe Giglio.

Da Corriere.it.

A pesca nei menu

menu con strafalcioni
di Raffaella Catalano

Da anni ho la mania di spulciare i menu di bar e ristoranti a caccia di errori, refusi, curiosità. Lo trovo sempre molto divertente.
Qualche sera fa mi sono imbattuta nella carta di bevande e gelati della Pasticceria San Domenico, nell’omonima piazza di Palermo. Copertina di stoffa rossa, caratteri d’oro, interno a fogli neri con fotografie a colori.
L’avrei voluto rubare quel menu. Non per l’aspetto estetico, pur ricco e rifinito (la realizzazione sarà certo costata un bel po’ al committente), ma per le meraviglie che ho trovato dentro.
Ecco qualche assaggio:
– “Menta”, la bevanda, è tradotto non con “mint”, ma con “lies” dal verbo “to lie”, mentire.  Quindi o è il pres. indic. del verbo, “lui/lei mente”, o è il sostantivo plurale “bugie”. Ossia: ordini da bere e ti servono frottole.
– “Tè alla pesca” diventa “The to the fishing”, che più o meno significa: “tè intento a pescare”. Nessuna traccia di “peach”, che è la pesca. Piuttosto t’immagini immersa nel bicchiere una canna da pesca con filo e amo al posto della solita cannuccia. Senza contare che “té” dovrebbe essere “tea”. “The”, di fatto, è l’articolo determinativo.
– “Tè al limone” si trasforma in “The to the lemon”, come se qualcuno avesse portato (“to the” = moto a luogo) un bicchiere di tè freddo a un limone in attesa di dissetarsi.
– Il gusto “arancia” del gelato è indicato come “arancio”, quindi come l’intera pianta. Va da sé che la traduzione di “arancia” sia “orange tree”, da cui “albero di arance”. Insomma, un cono con rami, frasche e frutti.
– “Schweppes tonica” è tradotto con “Schweppes Keynote”, cioè con “tonica” interpretato nel senso di “nota musicale dominante”. Serviranno una tastiera nel bicchiere al posto del più banale ombrellino di carta?
– “Fior di latte” è reso con “Fior of milk”. L’italiano, tronco e poetico “fior” a sostegno dell’inglese zoppicante?
– “Frutti di bosco” è tradotto in modo letterale con “Fruit of wood”.
– Il mirtillo è “bulbery” invece di “blueberry” o “bilberry”.
Quest’ultimo strafalcione, a fronte del resto, mi sembra quasi perdonabile. Ma non so cosa ne penseranno i turisti.

Il cuore in gola

Da la Repubblica, 15 maggio 2009, pagina 15:
“Si era  lasciata convincere dalla prospettiva di quell’ intervento con una tecnica chirurgica miniinvasiva che non le avrebbe lasciato tracce sul collo (…)  L’ endocrinologo che le aveva scoperto un piccolo carcinoma alla tiroide le aveva detto che poteva tranquillamente sottoporsi all’ intervento (…) Un intervento di routine, l’ asportazione della tiroide in laparoscopia“.

Da vari dizionari, medici e non:
La laparoscopia è un esame che riguarda gli organi contenuti nella cavità addominale e pelvica.

La tiroide sta un po’ più a nord.


Mai più casual

con_tutto_gas_1
di Raffaella Catalano

Ricevo questa mail pubblicitaria:
“La nostra società, commercializza e confeziona olio extra vergine di oliva, olio di alta qualità,proveniente dalle olive coltivate e raccolte nella Regione Sicilia, olive, da noi selezionate , e raccolte nel periodo di ottobre e novembre di hanno solare, ottenendo un prodotto di poca resa ma di altissima qualità organolettica, avendo un acidità bassa che consente di usare l’olio sia per i piatti freddi che per i piatti caldi, e un prodotto che si può usare sia per frittura essendo di baso contenuto di colesterolo”.
Segue una descrizione per punti delle caratteristiche del servizio offerto, di cui vi riporto solo alcune voci:
·        spedizione in tutta Italia, spese esluse.
·        consegna entro 7 giorni da l’ordine
·        pagamento contrasegno,
·        campione gratuito per assagio

A tutti gli strafalcioni che avete letto, si aggiungono quelli meno evidenti ma non meno gravi: la punteggiatura, che definirei come minimo “casual”, gli spazi mancanti o in eccesso e le numerose ripetizioni.
Questo per dire a cosa servirebbe il lavoro di un editor o anche solo di un correttore di bozze. E non per tirare acqua al mio mulino, ma perché credo che dovrebbero informarsi soprattutto le aziende e dotarsi di un professionista del settore. Di boiate così ne leggo ogni giorno (e forse sarà capitato anche a voi) sulle confezioni e sulle etichette di infiniti prodotti di industrie anche notissime: pasta, cosmetici, jeans, passate di pomodoro. Per non parlare di siti, riviste, dépliant, volantini promozionali, progetti d’architettura, insegne e quant’altro.
Non sono un’esperta di marketing, ma credo che per vendere bene un prodotto lo si debba presentare in modo adeguato e che per essere credibili sia fondamentale comunicare correttamente. Pensare che una piccola o grande azienda sconosca l’italiano o lo prenda sottogamba mi fa rabbrividire. E a volte sghignazzare.

Grammatica circense

Senza parole. Aggiornamento. Ho trovato le parole, me le ha suggerite Toto Rizzo: “Portate i vostri bambini al circo!!! E voi del circo, portate i vostri bambini a scuola…”