Dare dell’idiota a chi lo è

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Grazie a Mirko Boschetti via TW.

Di che umore è la rivoluzione?

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Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

Gli ultimatum sono come certi segreti, mantengono fascino solo se rinnovati. Lo sa bene il governatore di Sicilia Rosario Crocetta che di ultimatum vive e sorride.
(…)
L’ultimatum è strategicamente più importante, quindi più difficile da imbastire: è un annuncio armato, o così o niente, baby.
Crocetta ci ha costruito su una rivoluzione, la sua rivoluzione, nonviolenta eppure spietata. Non c’è amico di cui possa fidarsi, almeno in politica, e infatti per non sbagliare li ha fatti fuori tutti. Adesso persino la sua creatura, il Megafono, dopo soli due anni di vita è in pericolo: altro che crisi, un infanticidio. I suoi compagni di squadra non gli perdonano di gestire la stagione del rinnovamento con Lino Leanza e Salvatore Cardinale, cioè di voler fare la festa di primavera con i crisantemi. Ma lui non si scompone, alza le spalle, e ravana voti nelle sacche dell’opposizione. Perché la vera forza di questo governatore sta nella capacità ipnotica di provocare risse tra le truppe del nemico.
Totò Cuffaro spartiva. Raffaele Lombardo tramava. Rosario Crocetta ubriaca.
Solitamente per giudicare l’azione di un governo servono raffinatezza politica e una discreta conoscenza del codice penale. Con Crocetta è più affidabile la lettura dei fondi di caffè, poiché cresce il sospetto che sia l’umore della giornata a influenzare la road map presidenziale.
Gran shakeratore di alleanze e vero stakanovista della lotta al malaffare, Crocetta non è uomo che miri al risultato poiché crede che sia il risultato che debba presentarsi spontaneamente nel suo ufficio. Non si spiegherebbe altrimenti la sistematica decostruzione di ogni logica consecutio: un alleato va coltivato? No, bisogna farselo nemico. Una nomina pubblica va fatta per merito? No,vale solo il numero di denunce presentate dal candidato all’autorità giudiziaria. Beppe Lumia esiste davvero? No, è un clone crocettiano allevato in un “baccello” tipo Matrix per confondere le schiere di Cracolici.
Qualunque cosa accada, la sua giunta non si tocca perché “il presidente non è stato eletto dai partiti ma dalla gente”. E la gente mormora, ma non lo contraddice. Che magari poi lui si arrabbia e perde sonno. E se dorme male sono guai.

I dilettanti dell’antimafia

Bene, dopo 48 ore calde forse è il caso di riepilogare. Un giornale scrive che il neo assessore regionale ai beni culturali, quando era alla guida di un ente pubblico catanese, non solo accumulò debiti per oltre tre milioni ma diede pure un appalto a una società riconducibile a un efferato boss. Di cui, per inciso, lo stesso neo assessore era ed è il legale. L’assessore di cui sopra prima denuncia di essere vittima del metodo Boffo (non so se mi spiego) poi dice che il timbro e la firma sull’appalto sono falsi, che qualcuno li ha apposti a sua insaputa (questa non mi sembra nuova). Quindi che fa? Si dimette, ovviamente. Citando, nell’ordine, la Settimana Santa, la Passione di Cristo e Simone il cirenaico. Il presidente Crocetta, che per molto meno ha esposto a pubblica gogna politici e funzionari pubblici, dice all’assessore dimissionato che “soffrirà assieme a lui”. E un deputato catanese chiede l’intervento dell’Antimafia non per denunciare il comportamento del dimissionato, ma perchè, secondo lui, è stata Cosa Nostra, in fondo, a farlo fuori. Ma si può ancora vivere in Sicilia?

Emanuele Lauria su Facebook.

Caro futuro segretario del Pd siciliano

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica

Caro futuro segretario del Pd siciliano, tra tre giorni lei sarà sulla sella del partito più indomabile della Sicilia. Con una particolarità tutta sicula (noi siciliani adoriamo inventarci pieghe di singolarità nelle quali nasconderci): la vita del partito democratico è l’unico rodeo in cui i calci in pancia non li prende il gaucho, ma il pubblico.
Io c’ero, sulle gradinate, quando nel 2008 voi annunciaste un’opposizione durissima al governo di Raffaele Lombardo. Non mi piaceva troppo il centrodestra pigliatutto, ma soprattutto avevo la sensazione che la concezione autonomistica di Lombardo e dei suoi ideologi etnei fosse di tipo domestico: della serie, ognuno nelle sue pentole ci mette quello che vuole, a patto che la spesa la faccia qualcun altro. E siccome la Sicilia aveva già dato da mangiare a troppi scrocconi, decisi di votare per il Pd. Continua a leggere Caro futuro segretario del Pd siciliano

Crocetta dei Kiss

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Separati alla nascita. Paul Stanley dei Kiss e Rosario Crocetta, governatore della Sicilia.

Grazie a Salvo Ricco (via Twitter)
e Michele Lo Chirco (via mail).

La politica di traverso sulla strada del buon senso

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

Se fosse stato il Pdl a ordinare ai suoi assessori l’immediato e perentorio abbandono della giunta regionale, ci si sarebbe scatenati a criticare i modi e le dinamiche del partito azienda. Ma siccome il diktat è partito dal Pd si è riesumata l’espressione sciapa “caso Sicilia” per riassumere modi e dinamiche di un partito fazenda.
Difficile è spiegare al cittadino cosa stia avvenendo in quello che doveva essere un laboratorio politico ed è invece una fattoria a coltura estensiva, con metodi antiquati, dove ognuno zappa per i fatti suoi e magari strappa le colture dell’altro.
Di certo siamo davanti a un fatto molto grave: la politica si è messa di traverso sulla strada del buon senso. E il disastro riguarda tutti noi, non soltanto le stanze del potere. Perché un governo che va avanti senza la propulsione delle componenti partitiche alleate deve combattere un’inutile battaglia tra le mura di casa prima ancora di mettersi al lavoro. Quindi è destinato a produrre male e poco. Continua a leggere La politica di traverso sulla strada del buon senso

Privilegi, promesse e gattini ciechi

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Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

Sappiamo tutti che la fretta è cattiva consigliera, ma all’Ars lo sanno meglio di noi. Perché con la premura non si risolve un bel niente e anzi muovendosi con troppa rapidità si rischia di fare danni. Soprattutto quando si tratta di soldi.
Fresco di elezione, il governatore Rosario Crocetta aveva posizionato la ciliegina sulla torta delle promesse davanti alle telecamere di Servizio Pubblico: “Voglio dimezzare gli stipendi dei parlamentari. Diranno di no? Allora ce ne andiamo tutti a casa”. E dato che una ciliegia tira l’altra, aveva aggiunto: “Mi dimetto se fra tre mesi si continuerà a parlare sempre degli stessi sprechi”. Continua a leggere Privilegi, promesse e gattini ciechi

La crociata di Crocetta e la croce del Pd

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Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

Se tutto si potesse risolvere con una battuta sarebbe il caso di ricordare a Rosario Crocetta che con la forza che si ritrova, il Megafono non serve proprio: a voce nuda il governatore ha arringato, blandito, ammonito, promesso e minacciato quanto basta per gettare il Pd nel panico. Ma siccome questa è una storia di paradossi, e in terra di Sicilia i paradossi sono i semi delle mezze verità, è bene risparmiare sull’ironia e andare al sodo.
Certo, è difficile trattenere un sorriso al pensiero che questo Pd dialogava serenamente con un governatore come Raffaele Lombardo, uno che ufficialmente avrebbe dovuto essere un avversario politico, e invece ora è in rotta di collisione con Crocetta, uno che ufficialmente dovrebbe essere un dirigente del partito.
Il governatore è accusato di bigamia politica: o noi o il Megafono, strillano oggi dal Pd facendo finta di dimenticare che alle ultime Regionali il movimento di Crocetta ha avuto un certo peso nel successo elettorale della grande famiglia democratica. Continua a leggere La crociata di Crocetta e la croce del Pd

Magie e sortilegi del crociato Crocetta

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Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

Dovevano essere riflettori, saranno lampadine. Le luci accese dal governatore Rosario Crocetta su un governo che doveva essere di star, non illumineranno un palco ma semplici scrivanie. E non che la cosa dispiaccia visto che si rischiava di avere un neo neo-assessore – Antonio Presti – che si dichiarava “assessore di me stesso” votato alla “politica della bellezza”, giacché in queste lande servono assessori e basta, votati alla politica e basta. Presti ha preferito non essere causa di altre notti insonni di Crocetta, che già con Battiato aveva rischiato l’esaurimento, e ha tolto il disturbo ancor prima di fare il suo ingresso.
Magie del crocettismo, con uno schiocco di dita si è materializzata la soluzione. Che era proprio lì a portata di mano. Il governatore ha alzato il telefono e manco l’interurbana ha dovuto fare, anzi manco una chiamata urbana. Ha chiamato il numero interno della sua segretaria, l’ha convocata e l’ha fatta assessore al Turismo. Chiunque altro, nell’universo conosciuto, avesse partorito una nomina con tale disinvoltura, sarebbe stato bollito vivo nel pentolone del malcontento pubblico. Crocetta no, perché in quel pentolone sa come rimestare ed è difficile che il cuoco cada nella padella.
Anche nel dopo Zichichi si è assistito a un incantesimo. L’ex neo-assessore ai beni culturali, più attratto dai raggi cosmici che dai legni di Palazzo dei Normanni, è stato causa di momentaneo imbarazzo: dalle stelle allo stallo, il governatore si è ritrovato con un pugno di particelle subnucleari in mano e una figuraccia da far dimenticare. E lì il colpo di genio, anzi di bacchetta magica: chi può essere il degno sostituto di uno scienziato con la testa tra le nuvole (non solo metaforicamente)? Semplice, una persona coi piedi per terra, talvolta anche con le mani e le ginocchia: un’archeologa, Mariarita Sgarlata.(…)
Fotomontaggio di Giuseppe Giglio per dipalermo.

Zichichi, i raggi cosmici e il telefonino di Crocetta

Guardi, ho un grosso problema. Sono sotto terra al Cern di Ginevra e devo individuare con precisione il volo delle particelle subnucleari. Lei pensa che possa preoccuparmi di aver perso il ruolo di assessore? (…) Se Crocetta pensa che lavorare con i raggi cosmici sia non lavorare, dovrebbe rinunciare all’uso del telefonino in quanto è grazie ai raggi cosmici che abbiamo scoperto le leggi dell’elettrodinamica quantistica di cui il telefonino è una delle applicazioni tecnologiche.

Oggi sul Giornale di Sicilia  in una bella intervista di Giacinto Pipitone, Antonino Zichichi spiega perché il suo ruolo di scienziato era profondamente incompatibile con quello di assessore della giunta siciliana di Rosario Crocetta. Colpa dei raggi cosmici.