Armiamoci e partite

Papa berlusconi

Il Papa, Noemi e la ginnastica

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Torno, dopo tre giorni, da Ustica dove ho impiantato una singolarissima versione estiva del mio ufficio.
Mi riconnetto con le news.
Berlusconi usa ancora l’aggettivo “abbronzato” con Obama.
Lo stesso Berlusconi accusa la sinistra di aver approntato un piano eversivo che parte dall’avvocato Mills e arriva fino all’implume Noemi (ma non era tutta farina del suo sacco?).
Il Papa comunica all’Onu che fame e povertà sono inaccettabili (quando ci vuole ci vuole, eh!).
Il primo ministro israeliano Netanyahu dice che la Palestina può essere Stato, ma senza l’esercito di uno Stato (così, per sicurezza).
Amanda Knox ha un’incertezza, nel processo per l’omicidio di Meredith Kercher, su una telefonata fatta a sua madre, ma si dice certa di aver fatto ginnastica in questura dopo la morte della sua amica (sì, proprio così).
Io non fumo da tre giorni e rischio di scrivere su Berlusconi che fa ginnastica in una questura di Tel Aviv, su Netanyahu  che disquisisce di Mills, su Amanda che testimonia sull’abbronzatura del suo presidente, e sul Papa che ha un’incertezza a proposito di una telefonata a Noemi.

I due titani

La vignetta è di Gianni Allegra
La vignetta è di Gianni Allegra

Tra il Papa e Berlusconi l’imbarazzo della scelta per scrivere ogni giorno un post produce un tremendo effetto collaterale: l’avvelenamento della fantasia.
In una gara che sembra eterna, questi due titani fanno di tutto per ribaltare la logica e, quel che è peggio, per superare se stessi. Berlusconi sa infatti che nessuno lo può battere in acrobazie politiche… nessuno tranne Berlusconi, appunto. Per questo ultimamente ha stilato due piani casa, uno con errori di ortografia, che ha nascosto nel cassetto, l’altro in un italiano mediamente corretto,  che ha fatto recapitare alle opposizioni per poterlo smentire con serenità. “Io non scriverei mai una cosa del genere”.
Il Papa, forte di un ruolo di AD in un’azienda che non può fallire ma tuttalpiù deludere, deve trovare quotidianamente un appiglio di cronaca per giustificare nel modo più dirompente il suo ruolo: dopo aver bocciato il preservativo mentre si trovava nel continente dell’Aids, sta adesso progettando una missione da Vissani per stigmatizzare l’orribile laicità degli spaghetti.
Capite bene che con personaggi di tale livello è difficilissimo scrivere di altro, a meno che non ci si inventi nuovi scenari. Si accettano indicazioni.

Aggiornamento. Ecco la foto di cui si parla nei commenti.image0021

La spada di Bagnasco

bagnascoIl presidente della Cei Angelo Bagnasco difende il suo principale sul caso dei preservativi sguainando la spada e dichiarandosi pronto a una resistenza fisica. Ci mancava solo il vescovo guerriero.
Credevo che bastasse un partito azienda per fare di un Paese un immenso outlet privato del diritto. Ora abbiamo anche una Chiesa che si blinda dalle critiche, come se fosse una multinazionale del tabacco.
Ma il passaggio più esilarante del proclama di Bagnasco è quello dedicato allo scontro di civiltà: tra credenti e non credenti. Secondo lui, “tra chi fa discendere l’uomo da Dio, e da chi lo colloca nel mezzo di un’evoluzione ancora in corso nell’esasperato paradigma evoluzionista”. Secondo una qualsiasi persona sobria, tra i pensanti e i burattini.
Lo show continua dopo la pubblicità.

Berlusconi e il Papa

berlusconi_papaCi sono un tedesco, un francese e un italiano. Sono a cena dal Papa. Nel bel mezzo della serata, il pontefice spara un rutto che fa tremare i muri. Il tedesco sbotta: “Santità, e che cazzo!”. Il francese si alza e se ne va. L’italiano dà una pacca al Papa: “Bravo, lei sì che è coerente col suo ruolo”. E rutta pure lui.
Ovviamente è una barzelletta che non fa ridere. Per un semplice motivo: è cronaca.

P.S.
Mi arriva un comunicato della presidente dell’Anlaids, Fiore Crespi. Ne pubblico un estratto, se non altro perché è un esempio di garbo. Io, al posto suo, avrei bestemmiato.
“Il profilattico è uno strumento della lotta  all’Aids che può funzionare in determinati contesti sociali per frenare il diffondersi delle infezioni. Certo nei paesi dell’Africa, dove spesso le persone devono affrontare sforzi indicibili solo per rifornirsi di acqua potabile, è difficile persino informare sul corretto utilizzo del preservativo. Ma per noi è importante ricordare che si tratta di uno strumento sanitario il cui impiego va sottratto alle polemiche”.

Il preservativo del Papa

papa-ratzinger-al-museoPrendete un continente martoriato come l’Africa. Prendete un Papa che si mostra sommo solo nelle somme stupidaggini che dispensa nel nome di un Dio che immagino, anzi spero, si tappi occhi e orecchi. Prendete un dramma come l’Aids. E prendete uno strumento efficace, indolore e civile come il preservativo. Mescolate il tutto e il risultato è questo: il Papa, in visita nel continente africano, dice che il preservativo non serve per contrastare il dilagare dell’Aids e che invece occorre “un rinnovo spirituale e umano” nella sessualità.
Le lancette dell’orologio di Ratzinger accelerano la loro marcia in senso antiorario, in un progredire di enormità che ormai sfiora il negazionismo del più cretino dei lefevbriani.
Dire al mondo che il “rinnovo spirituale e umano della sessualità” è più utile del preservativo significa, nell’ordine: a) Negare ciò che è reale, scientificamente provato; b) Propagandare una sorta di primo tagliando della sessualità (c’è stato un rodaggio? un certificato di garanzia?); c) Avvolgere nel fumo sintetico (tipo quello delle discoteche di un tempo) le menti più che confuse di milioni di fedeli.
A meno che il nostro Papa non voglia farsi lui stesso profilattico, sommo garante della somma correttezza di un rapporto sessuale, l’unico appello che mi sento di fare, ancora sbalordito per tali affermazioni, è: cari fratelli, fermatelo.

Sono sante canzonette

Paolo BonolisErano rimaste solo le canzonette. Il Vaticano si era espresso su tutto: famiglia, politica, presente, economia, futuro, astrofisica, letteratura, cinema, beghe condominiali, carovita, giornali, storia, crimini, giovani, morte, sopravvivenza, malati che non vogliono vivere, viventi che non vogliono ammalarsi, guerra, martiri, sesso e altro enciclopedicamente vagheggiando.
Ora la pulsione (re)censoria dei porporati che si spinge oltre la soglia del tempio dell’italica leggerezza umana, cioè il teatro Ariston di Sanremo, ci conferma che alla presunzione degli uomini “in missione per conto di Dio” non c’è argine.
Se, sul foglio della Santa Sede (e sulle sue fotocopie), si arriva a discettare  a proposito della liceità dei messaggi del Festival della canzone italiana e dei suoi contenuti, il segnale è allarmante.
Vuol dire che serve un Bonolis anche dalle parti di Piazza San Pietro.

Due come loro

L’ultima del barzellettiere che ci ritroviamo come presidente del Consiglio è che “la nostra Costituzione è filosovietica e va cambiata”. Il premier condisce l’affermazione col ricordo quasi commovente della fierezza con la quale ha giurato sulla Costituzione stessa. Insomma della nostra Carta, lui vuol fare carta igienica. Se ce lo diceva prima, risparmiavamo sulla cerimonia e lo facevamo giurare al cesso.

Il Papa riabilita gli imbecilli lefevbriani che negano l’olocausto e si fa cazziare dalla Merkel, che è il Cancelliere tedesco mica un qualunque rabbino di Tel Aviv, sulla tiepidezza del Vaticano contro il negazionismo. Resta ferma la santa opposizione di Benedetto XVI contro i veri nemici dell’umanità, i seminatori del male, gli apostoli di satana: i divorziati.

Vittima di un insano ottimismo, ho la sensazione che non viviamo un momento disastroso: siamo semplicemente nelle mani sbagliate.

P.S.
Se ieri avete perso la puntata del programma di Lucia Annunziata
In mezz’ora cliccate qui. L’ospite è il teologo Hans Kung che qualcosa di Ratzinger sa…

Una Chiesa alla deriva

Quando mi trovo davanti a un negazionista, al giorno d’oggi, mi faccio quattro risate. Un tempo, quand’ero giovane e manesco, mi incazzavo parecchio.  Il negare, contro ogni evidenza e spesso per motivi di convenienza personale, un fatto storico è un atteggiamento deprecabile che in molti Stati è addirittura punito dalla legge.
Se poi è un vescovo, il lefevbriano Richard Williamson, a rimbambirci di scemenze cercando di ridurre la Shoah a fenomeno condominiale e blaterando che le camere a gas per gli ebrei non sono mai esistite, forse vale la pena di incazzarsi ancora un po’.
E se poi dal Papa Benedetto XVI, anziché arrivare una presa di posizione adeguata (un calcione canonico nel sedere, una mandata a fare in culo latae sententiae, una sdegnata e santa alzata di spalle nel nome del nostro Signore) arriva addirittura il perdono con la revoca della scomunica imposta da Giovanni Paolo II a questo idiota porporato, ci sarebbe da presentarsi dal signor Williamson e togliere la sicura agli schiaffoni.
Lo scollamento della Chiesa cattolica dal mondo reale non finisce mai di stupire, quasi che ci fosse una regia ubriaca che allontana la telecamera dalla logica e dal buon senso per inquadrare sempre angoli bui, sgabuzzini dell’irrazionalità, postriboli di ideuzze.
Non so chi consigli questo Papa che ha il piglio di un bibliotecario medioevale, so soltanto che, da cattolico, non so come far sapere al mio Dio che sulla Terra serve un azzeramento di tutti i suoi indegni dirigenti.