Sono ragazzi

L’attimino fuggente

di Giacomo Cacciatore

Un paio di post fa così commentavo i volti popolani della folla dell’amore alla manifestazione del Pdl  a piazza San Giovanni: “Ho visto facce anziane senza la luce d’intelligenza e di senso del tempo e dell’esperienza che di solito scorgo negli anziani. Perlopiù dentiere idrofobe (ma che vogliono queste cariatidi, il ritorno del duce? Perché sembrano cattivi?)”. Subito dopo, mi sono chiesto se non avessi esagerato. Dico: una folla di neofascisti col catetere o neo-neofascisti con record di assenze scolastiche al cospetto del popolo dell’amore? Possibile? Che fossi vittima di un terrorismo psicologico al contrario, cioè quello della sinistra e della residua tv di opposizione (o dovremmo dire di “resistenza”)?
Va bene, ho scorto qualche salutino romano che si levava timidamente dalla marana degli inneggianti. Va bene, in molti occhi latitava la scintilla della ragione e prevaleva il battito di ciglia a tempo con la musica da balera (pardon, piazza). Pare che ci sia stato anche un accenno di “Faccetta nera”. Ma… sono ragazzi, via.  Come pensar tanto male di qualcuno che vuole l’amore contro l’odio e l’invidia? (ricordo di aver sentito un cartomante tv che argomentava su temi simili).   Poi ho letto questo “volantino” dei terroristi mediatici più odiati dal popolo del premier meno invidioso e iracondo d’Europa.
E ho deciso di amare, odiare e invidiare tanto quanto. Ma a modo mio, dalla parte opposta, a occhi aperti e con giudizio.

Amore e olio

Foto di Daniela Groppuso

Febbre a 39. Ma anche io voglio tranquillizzare tutti.

Grazie di cuore ai tantissimi che protesteranno perché queste pagine non saranno aggiornate. Sappiate che soffro in un ambito fisico e personale diametralmente opposto a quello del più illustre paziente d’Italia: io e il mio colon infatti invochiamo un giro di vite per il reato di frittura abusiva. Ma siamo il blog dell’amore e io non serbo rancore, non sono capace di odiare. Perché l’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio. Anzi sull’olio.
Andate in pace. Burp!

AGGIORNAMENTO.

Comunicato delle ore 14.
Il paziente Palazzotto è stato sottoposto a lunghi accertamenti da parte dell’equipe medica catechizzata da don Tignitè. Al paziente, che ha ancora bisogno di santo riposo, è stato notificato a mezzo decreto il divieto assoluto di assumere alcolici. Appresa la notizia, il paziente ha serenamente mandato a fare in culo l’intera equipe e, in un accesso di amorevole rabbia, ha tentato di strangolare don Tignitè col catetere.
Riportato alla ragione dalla sua fedele sottosegretaria Bonaiutichediotiaiuta, il maestro Palazzotto ha indossato un pannolone fresco e ha poi dichiarato: “Mi rimarranno due cose come ricordo di questi giorni: l’olio di pochi e l’amore di tanti. Il mio regno per una birra”.

Il partito del sentimento

berlusconi amore

Ancora una volta la politica italiana cade nella trappola della plateale contrapposizione tra amore e odio, per illustrare cosa e giusto e cosa è sbagliato.
Utilizzare i sentimenti quando c’è in ballo la democrazia – che oltre a essere rispetto dei ruoli è anche rispetto per chi non ce li ha, quei ruoli – è un errore e un atto di slealtà perché è come bruciare oppio spacciandolo per incenso.
Secondo questa teoria dei sentimenti contrapposti, le rivoluzioni sono d’istinto catalogate tra i moti di odio e certe posizioni conservatrici hanno più a che fare con l’amore che con l’interesse di casta. Ma è anche sbagliato – come ho appena fatto – generalizzare. Solo che qualche esempio per non rendere il discorso noioso devo pur farlo.
Le stagioni ad alta tensione che il nostro Paese ha vissuto non hanno nulla a che fare con i diavoli e gli angeli. Molti dei terroristi che hanno sfregiato la vita italiana – e lo dico con tutto il ribrezzo che mi suscita la violenza – non agivano solo per mero odio, ma per triste ideologia. Che è altra cosa, ben più pericolosa.
Il sentimento è personale, l’ideologia è collettiva.
Cercare di addossare, adesso, le colpe del ferimento di Berlusconi a chi ha imbastito una campagna politica e mediatica contro il premier è un’offesa al buon senso degli italiani. Le idee di dissenso, se esposte puntualmente e motivate da un oggettivo disagio pubblico (la Repubblica non è Lotta Continua, Antonio Di Pietro non è Mario Moretti) sono forse sovrapponibili al verbo di Satana? Il partito dell’amore, a parte la parentesi grottesca di Cicciolina, è quello che promette “meno tasse per tutti”?
Forse sarebbe meglio lasciare i sentimenti al dilemma personale di ciascuno di noi e smetterla di inventarsi categorie per recensire ciò che in fondo non si vuol raccontare. Berlusconi è stato vittima di un’orribile aggressione ad opera di un fanatico che adesso si vuol agganciare a qualche formazione (politica? Criminale? Giornalistica?). Berlusconi non è J.F. Kennedy, né Martin Luter King, né (nonostante Apicella) John Lennon. Nessuno di loro era nessun altro. Nessuno di loro è stato schiacciato da un sentimento assoluto, ma da pallottole, follia, interesse, strategia.
Ammiro un solo esempio di Male organizzato per abbattere il Bene assoluto, e vorrei che non si fosse mai estinto. E’ la Spectre dei film di James Bond.
Il resto sono umane miserie.