Killer, trans e video

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Un video incastra il governatore del Lazio Piero Marrazzo. Un video mostra un omicidio di camorra a Napoli (l’assassino è stato catturato ieri). E, nelle nostre lande, un video accusa il professor Elio Rossitto, dell’università di Catania, di aver tentato di sedurre una studentessa con la promessa di un trenta e lode.
Un video è insomma non già prova dei fatti ma essenza della notizia.
Di Marrazzo infatti sapevano tutti da mesi: i passanti di via Gradoli, i trans della Capitale, il presidente del Consiglio. L’omicidio di Napoli risale all’11 maggio 2009, cinque mesi prima della diffusione del filmato. Agli atti vergognosi di Rossitto mancava soltanto la cornice di un varietà televisivo, dal momento che all’università di Catania non si parlava d’altro da qualche mese.
Il sistema dell’informazione moderna si basa su questo strano cortocircuito logico, ancor prima che deontologico: il video funziona da rianimatore di una notizia vecchia o, peggio, di giornalisti che non vogliono (o non sanno) più inseguire i fatti noti. Ripeto: noti.

Dagli all’untore, guaglio’

 

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

L’attimino fuggente

di Giacomo Cacciatore

L’influenza suina – cito il viceministro alla salute Ferruccio Fazio così come si è espresso a Porta a porta e come riportato dal Corriere online – “si è sviluppata particolarmente a Napoli perché ci sono situazioni di promiscuità, persone che vivono in una casa con molte altre e a Napoli diverse situazioni sono così, più che al nord. E poi ci sono state condizioni climatiche particolari”.
Insomma, se pensavamo di sapere tutto dei napoletani, ci sbagliavamo. Non sono solo suonano dalla mattina alla sera il mandolino, mangiano pizza ca’ pummarolla ‘ncoppa e sono sempre allegri e ladri. Sono soprattutto promiscui – più che al nord: dati scientifici alla mano? – rappresentano un focolaio di contagio dei più allarmanti e hanno pure il clima di merda.
Parola di uno del governo, natio del cuneese, responsabile dell’unità di crisi per la sorveglianza e la prevenzione del contagio da H1N1.
Non del primo che passa e non sa che dire. Forse.

Praticamente una gang bang

L'ullistrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Ieri il premier Silvio Berlusconi ha fatto il bilancio dei primi 14 mesi di vita del suo governo. Ecco i punti salienti del suo lungo intervento.

I giornalisti della Rai non possono attaccare il governo, mentre è auspicabile che si attacchino al tram.

Sempre più militari in strada, più precisamente in mezzo.

Con la Libia, la festa delle vendette è diventata la festa dell’amicizia. Donne e champagne li ho portati io.

Abbiamo risolto l’emergenza rifiuti a Napoli come a Palermo. Abbiamo tolto l’immondizia dai cassonetti e l’abbiamo gettata a mare. Ora provate ad appiccare il fuoco.

Col ritorno al nucleare gli italiani pagheranno meno l’energia. Nel paniere dell’Istat inseriremo le cure oncologiche.

Quella della scuola è stata una riforma di buon senso. Mandare i bambini a protestare per strada è stato un gesto di pessimo gusto: mi scrivono ancora molti poliziotti risentiti perché non gli erano stati forniti i manganelli adatti.

Alitalia è rimasta in mani italiane: vale il motto tutti per uno, uno per tutti. Praticamente una gang bang.

Contro di me solo calunnie. Non ho scheletri nell’armadio: sennò che minchia mi tenevo a fare tutte quelle tombe fenicie in cantina.

Dice Calderoli

“Noemi? Ha due difetti: è bruttina e napoletana. Silvio basta con Napoli, torna ad Arcore”. Ci voleva un ministro alla Semplificazione per rendere la magica essenzialità di un concetto così denso di contenuti.

Il nemico di Berlusconi

Riassumendo di molto il pensiero di Berlusconi, il nemico sanguinario di questo Paese è uno solo. Un nemico che ha distrutto la carta costituzionale, ha causato l’emergenza rifiuti (prima a Napoli poi a Palermo), ha avvelenato il dente di giornali nazionali e internazionali, ha ispirato le malefatte dei magistrati “metastasi della nostra democrazia”, ha drogato la percezione della crisi economica, ha organizzato rivoluzioni anti-patriottiche e ha corrotto nella sua campagna di odio persino l’amata donna Veronica.
Quel nemico è la sinistra.
Ci sarebbe da ridere se una sinistra così tenace, tentacolare, furba non fosse la sagoma oscura dell’ossessione di un uomo che, per mettere alla prova la propria onnipotenza, dedica più tempo ai nemici sovrannaturali che a quelli reali.  Col risultato che la parte del Paese che disapprova non solo la sua azione politica, ma persino la sua elementare condotta pubblica, ogni tanto si illude che qualcosa contro di lui si stia muovendo. E invece anche quel qualcosa è frutto del delirio creativo del grande capo. Inventarsi di sana pianta un avversario forte è il miglior modo di esercitare la forza senza sudare: come si faceva da piccoli coi soldatini.

Guardate bene

Silvio Berlusconi da NoemiCi penso da una giornata. Il volto del signor B non ha qualcosa di strano?

da Corriere.it