Il mio amorino

coppia_anziani

Ieri mattina al bar “Antico Chiosco” di Mondello.
Una silenziosa processione di volti ancora accarezzati dal sonno.
Cornetto. Caffè. Centrifugato di frutta…
“No, questo è per il mio amorino”. La voce squillante appartiene a una signora di almeno 75 anni. Accanto a lei, un uomo sull’ottantina, sorriso sornione su un bel volto abbronzato: una di quelle facce per le quali è bello credere che le rughe siano solo un monumento a infinite risate.
Lei ha bloccato col palmo della mano il cameriere che voleva ritirare la tazzina: ce n’è ancora un sorso.
“Bevilo tu, amorino”.
Ci voltiamo tutti a guardarli. La donna ha una giacca e una gonna grigia. E’ piccola e rapida nei movimenti. Lui è sfavillante nella sua passività di coccolone, ha un maglione giallo sotto la giacca marrone ed emana quel tipo di felicità che è patrimonio di pochi, dei maratoneti della serenità.
Tutti gli occhi sono su di loro. E credo che i due giochino a filtrare gli sguardi di ammirazione da quelli di invidia. Magari ne parleranno dopo, passeggiando mano nella mano sul lungomare. O forse no, non gli interessa nulla di ciò che sta oltre lo schermo invisibile che li protegge dalla droga della consuetudine, dalla infezione della pigrizia sentimentale.
“Tu non sei vecchio” dice lei rivolgendosi più a noi che al marito, “tu sei forte!”. E gli tasta un bicipite. L’uomo ritira il braccio ridacchiando, come se volesse far credere di soffrire il solletico. Forse è imbarazzato. Ed è questa l’unica ragione che blocca il nostro applauso commosso.
Poi si allontanano insieme, abbracciati. Escono dal bar. Prima che la luce di una giornata meravigliosa li inghiotta, mi pare di vederli sincronizzati nei passi. Forse canticchiano.
Ora ne sono certo, non era affatto imbarazzo. Era solletico.

In caso di pioggia

Giochi da strada, ieri a Palermo.

Visto su Rosalio.

Privilegi da spiaggia

Il quesito è palermitano, ma forse non troppo. Sulla spiaggia di Mondello, e immagino su altre spiagge italiane, si sta preparando anche quest’anno l’ampio settore riservato agli ufficiali. Graduati delle forze militari e famiglia hanno a disposizione una fetta di spiaggia, con cabina, bar, sdraio e aree riservate, sulla battigia demaniale (cioè di tutti). Non so per quale diritto, statuto o promessa un ristretto gruppo di dipendenti pubblici debba avere un trattamento di favore rispetto ad altri dipendenti (pubblici o privati), però mi meraviglia il fatto che nessuno abbia ancora affrontato l’argomento e che io mi sia posto il problema solo adesso.
Gli insegnanti, i cancellieri, gli impiegati pubblici e tutti gli altri statali potrebbero improvvisamente farsi prendere da una crisi di gelosia e chiedere una fetta di spiaggia, con ombrellone e secchiello, tutta per loro. E non avrebbero difficoltà a ottenerla: in Italia il modo migliore per combattere certi privilegi è imporli a chi li reclama.

Mondello

mondelloStorie minime
di Roberto Puglisi

Il mare di Mondello lascia sulla spiaggia una scia di conchiglie che sembra neve. Sono bianche e intatte. Ne abbiamo raccolte due e ce le siamo scambiate come una promessa, in un vincolo di sguardi. E’ il nostro “per sempre” marino. Poi abbiamo camminato, fino a inzaccherarci il cuore di sabbia. E più si inzaccherava, più diventava lieve a dispetto di tutte le regole che gli uomini hanno inventato per definire peso e leggerezza.
Dalla sabbia di Mondello, ti viene voglia di spiccare il volo. Le ali dei piccioni  sembrano braccia distese di cigni, lassù. Sono gli scherzi del tramonto. Abbiamo visto uomini di sabbia e donne di alga entrare in una libreria. Ho comprato il libro di un poeta. Si chiama Umberto Fiori e cantava per gli Stormy Six. Ha scritto: “A volte invece, quando rivedo tutto stare in te come deve,  quando ripenso la tua pace e guardo questa conca di acqua e sale macerarsi alla  luce di un sole nero io mi dispero, mi sporgo sopra ogni muro per ritrovarti”.
Ma io so già come evitare futuri smarrimenti. So già come ritrovarti. Ho una  conchiglia bianca nella tasca sinistra della giacca. Dalla parte delle ali.