Piccoli vantaggi

Piccoli vantaggi di chi vive a due passi dal mare. Bastano una spiaggia, una bottiglia di vino e due bicchieri. Il resto lo fa il tramonto.

Dovrebbe essere quasi inverno

Mondello, Palermo, ieri mattina.

La quiete senza la tempesta

di Daniela Groppuso

Bagno d’autunno

Mondello stamattina.

Il mare d’autunno

Mondello stamattina. Ma ora il tempo sta cambiando.

Assuefatti all’inganno

Ci voleva Report a ricordarcelo (o a farci aprire gli occhi): la società Italo-belga che ha la concessione di gran parte della spiaggia di Mondello sponsorizza le divise dei vigili urbani, cioè in qualche modo paga coloro i quali dovrebbero esercitare una funzione di controllo.
Un amico imprenditore mi ha chiamato dicendosi disposto a fornire i vestiti d’ordinanza per gli addetti dell’Agenzia delle entrate: chissà, se ci si lavorasse bene ci scapperebbe pure la griffe.
Penso ad altri tipi di sponsorizzazione (in)tollerabili (dopo l’Italo-belga siamo tutti di bocca buona): un ristorante potrebbe occuparsi dei pranzi domenicali dei Nas; Cosa nostra potrebbe intervenire nel rinnovo tecnologico dei telefonini dei magistrati;  un partito politico potrebbe patrocinare lo svecchiamento delle urne elettorali; e così via.
L’esperienza e l’età – connubio che raramente fallisce – insegnano che l’assurdo è difficile da identificare quando la realtà è assuefatta all’inganno.
Non vedo l’ora di invecchiare.

Una curva che conosco bene


Alcune considerazioni sull’incidente di Mondello.
Il luogo della tragedia è una zona che conosco bene, ci passo da anni a piedi, di corsa, quasi ogni mattina. E’ una curva alla quale è impossibile arrivare in velocità senza un’intenzione. Cioè, un mezzo senza controllo, coi freni rotti, si schianta prima, alla fine della lunga discesa che sta a monte della rotonda teatro dell’incidente.
Quella curva invece si abborda con volontarietà. Se, come la stragrande maggioranza delle persone, sei un tipo normale scali di marcia e giri a sinistra a 15, 20 all’ora. Se sei uno squilibrato schiacci l’acceleratore e ti affidi al Padreterno.
Per quel che ho capito, ieri l’autista della motrice è arrivato a velocità sostenuta e ha tentato la curva a effetto. La mia sensazione è corroborata da un elemento che reputo fondamentale: una motrice senza rimorchio è una bomba di cavalli vapore, ne ho viste sgommare diverse per la città, forti di un rapporto peso-potenza assolutamente squilibrato.
Spero di sbagliare, o forse no, ma il criminale che ieri era alla guida di quel mezzo ha tentato la sgommata in quella che, in soldoni, è una chicane (prima semicurva a destra, seconda curva a sinistra) e gli ha detto male. Anzi ha detto male alla povera signora che stava lì, in riva al mare a godersi un tranquillo pomeriggio di autunno insieme ai suoi nipotini.
Che la legge sia implacabile col colpevole.

P.S.
Conosco Giuseppina, la figlia della vittima. Un pensiero affettuoso va a lei e alla sua famiglia.

Mondello e le mostruose cabine

Dalla rivista EasyJet Traveller, letta ogni mese da quattro milioni di viaggiatori.

Grazie a Giuseppe Giglio.

Castellucci di sabbia

È noto a tutti che Mondello esiste, così come oggi la conosciamo, in quanto dal 1909 esiste e opera la Mondello Italo-Belga. E viceversa.

Gianni Castellucci, amministratore delegato della Società Italo Belga, riscrive la storia del lido di Palermo da una personalissima angolazione.
Il succo della sua tesi è questo.
Senza l’occupazione totale della spiaggia a opera della sua società, tutta Mondello sarebbe nelle mani dei palermitani quindi nelle mani dei barbari.
Il che non è una scemenza. Conosciamo la maleducazione di molti nostri concittadini e non c’è dubbio che la spiaggia non può essere lasciata senza sorveglianza (armata, aggiungerei, dati certi fenomeni di inciviltà).
Però è giusto porsi una domanda: può un bene demaniale di questa importanza essere gestito in toto dai privati?
La mia risposta è no.
Perché il signor Castellucci potrà pure presentarsi come l’amministratore più illuminato del globo, ma un luogo come Mondello non può essere inscatolato in zone da sbigliettamento. Le concessioni di arenile è giusto che ci siano (per far cassa), ma devono essere contingentate in modo rigoroso.
L’accesso libero e la libera fruizione devono prevalere, perché la vista sul mare non può essere privatizzata: lo capisco, è un concetto desueto, ma ormai sono un cronista vintage.
Quanto ai controlli, non si capisce perché una spiaggia non debba essere equiparata a qualsiasi altro luogo pubblico. Esistono le forze dell’ordine, i vigili urbani che, anziché passeggiare al Politeama, possono essere mandati a sgambettare sul litorale. Perché si deve demandare a Castellucci e dinastie varie quel che è già pagato con le tasse? La vogliamo finire con questo secolare subappalto di competenze?
Insomma, la Società Italo Belga avrà le sue ragioni economiche per mostrarsi come la salvezza del lido dei palermitani, i palermitani hanno le loro per mostrarsi proprietari di uno spazio pubblico.

Ok, ok… chi se ne frega

Oggi a Palermo c’è un tempo da lupi. Ieri però non era così.
Infatti abbiamo fatto il primo bagno della stagione.