Tipi al top

Fabio Volo: il panorama della letteratura ammirato da sottoterra.
Nicole Minetti: l’insostenibile leggerezza del benessere.
Alberto Sordi: un esilarante senso del tragico.
Fabrizio Ferrandelli, candidato del Pd a sindaco di Palermo: sgomenti di gloria.
Mario Monti: humor inglese rivolto agli italiani cercando di far ridere i tedeschi.
Sara Tommasi: una continua scoperta (e non ha mai freddo).

Olimpiadi, il valore di un no

Il no di Monti alle Olimpiadi di Roma testimonia il valore di qualcosa che la politica aveva dimenticato, e cioè la prudenza. Dopo anni di promesse spericolate, di finti investimenti, di strategie criminali, di stanziamenti alla cieca, si riesuma il valore di un semplice, motivato, rassicurante no.
Chi si sgola per gridare allo scandalo oggi, probabilmente dimentica o fa finta di dimenticare che la gestione di grandi e piccoli eventi ha fornito, nei decenni scorsi, appiglio a scalatori spregiudicati della finanza pubblica.
Se siamo con le pezze al culo è anche perché i nostri amministratori sono stati prodighi di sì, sì e sì: come quel tale che al ristorante ordinava tutto, tanto non pagava lui, e tanto mangiò che fini all’ospedale. Solo che loro hanno delegato la degenza a noi.

Pace e bene (più pace)

Lo foto sul New York Times a corredo del pezzo sulla manovra montiana.

Da Twitter

Teniamo lo Stato lontano dai nostri computer

Da più parti si è invocato un ministero per Internet. Monti, per fortuna, ha tirato dritto e non si è lasciato coinvolgere.
Il fatto che la rete sia ormai parte integrante delle vite di molti di noi non significa che automaticamente ci debba essere un dicastero ad hoc (si mangia molto sushi ultimamente e nessuno di noi penserebbe a un sottosegretario al wasabi). Internet è un ambito in cui valgono le regole come altrove quindi non c’è un’emergenza sicurezza. In più la Rete ha quell’allure di clandestinità (finta, eh!) che dà un che di esclusivo ai suoi circoli virtuali: chi mai vorrebbe peccare di ineleganza mettendo un prefetto su Twitter, o mandando gli ispettori da Anobii?
Ve l’immaginate un pachiderma burocratico tra i mille vicoli della rete? Sarebbe un disastro.
Tasse sul clic, permessi d’accesso, tunnel di silicio da Taormina a Bardonecchia, lodo per i pornazzi, legittimo impedimento di mouse, spread di ip, Ici sulla prima homepage, divieto di cumulo di wi-fi…
No, grazie. Per quanto è possibile, teniamo lo Stato lontano dai nostri computer.

Una lacrima sull’Irpef

A fronte di un ex premier che ghignava quando si parlava del futuro dell’Italia, che scopava mentre il mondo faceva passi storici e che si trastullava tra scherzi e guasconate ai vertici internazionali, l’immagine di un ministro che piange prima di pronunciare la parola “sacrifici” rende il futuro più lineare. Non più semplice, per carità, ma più plausibile. Diciamo più umano, va.
Poi magari si scoprirà che è stata una trovata del suo ufficio stampa: e in quel caso potrò solo complimentarmi per la trovata (e per l’interpretazione della ministra).

 

Biglietti

Oggi, all’esordio del nuovo governo, l’attenzione dei cronisti è stata attratta da un bigliettino. Quello inviato da Enrico Letta al premier Mario Monti: “Mario, quando vuoi dimmi forme e modi con cui posso esserti utile dall’esterno. Sia ufficialmente (Bersani mi chiede per es. di interagire sulla questione dei vice) sia riservatamente. Per ora mi sembra tutto un miracolo! E allora i miracoli esistono!”.

Non vi sfuggirà una singolare coincidenza, dal momento che, tre anni fa, all’esordio del precedente governo ci fu pure un biglietto di mezzo. Quello inviato dall’allora premier Berlusconi alla deputata Gabriella Giammanco e alla collega Nunzia De Girolamo: “Gabri, Nunzia, state molto bene insieme! Grazie per restare qui, ma non è necessario. Se avete qualche invito galante per colazione, vi autorizzo ad andarvene! Molti baci. Il Vostro Presidente”.

La risposta delle due parlamentari segnò involontariamente l’inizio di un’epoca: “Caro Presidente, gli inviti galanti li accettiamo solo da lei”.
Scherzavano col fuoco.

Due scommesse sul governo Monti

Due scommesse.
La prima. Scommetto cento euro (non di più, sono un po’ tirchio) che gran parte degli italiani ieri si è soffermata sui volti e sulle movenze dei nuovi ministri e ha notato qualche differenza, diciamo lombrosiana, rispetto ai personaggi del governo precedente.
E’ un ragionamento che ha nulla di politico e altrettanto di razionale, lo ammetto. Però in un Paese in cui la razionalità è stata sequestrata, per anni e anni, dalla protervia del potere anche le sensazioni contano.
Li guardavo insieme a mia moglie, questi ministri, ieri sera. Lei mi diceva: “Si vede che è gente che ha studiato”. E, badate, non è considerazione da poco se teniamo conto che sino all’altro ieri al governo c’erano figuri come Bossi e Calderoli: la forza bruta dell’ignoranza. Continua a leggere Due scommesse sul governo Monti