Da incorniciare

giornale

La prima pagina del Giornale di oggi contiene un elenco record di asserzioni ultra-feltriane, nel senso che sono fin troppo estreme per lo stesso direttore/smanganellatore. Qualunque titolo inquadriate, dovunque gettiate l’occhio anche a pagina capovolta, troverete un esempio chiaro e oleoso di pregiudizio violento. Io, a caso, ho ritagliato quel che vedete sopra.

Farabutti

Sapete che vi dico? Questo è un blog farabutto.

Breaking news

sondaggio skyL’attimino fuggente

di Giacomo Cacciatore

Il canale satellitare Sky tg24 ha la buona (ma anche un po’ allarmante) abitudine di proporre ai suoi abbonati un sondaggio quotidiano su vari temi scottanti del momento. I risultati in fieri sono immediatamente visibili premendo un tasto. La domanda di oggi era questa: Berlusconi: “invito a non leggere i giornali, inventano le notizie e spargono pessimismo”. Sei d’accordo?
Alle ore 12.29, il 59% dei partecipanti al sondaggio era d’accordo.
In mattinata, Silvio Berlusconi ha precisato – senza tema di smentita – che la buona informazione arriva dalle tv (quindi da lui) che “non cambiano le parole”. Io più che cambiarle, sono rimasto senza.

Cortese informazione

di Gianni Allegra

informazione

Il silenzio dei blogger

C’è una corrente di pensiero secondo la quale la giornata di silenzio dei blogger contro il Ddl Alfano è stata inutile o controproducente. Lo slogan di questa anti-protesta è: urliamo contro chi vuole ridurci al silenzio.
Strategia opposta rispetto a quella adottata ieri da centinaia di blogger in tutta Italia.

Ho aderito, e molti di voi con me, alla mobilitazione silenziosa contro un provvedimento che traveste da regola democratica un insieme di cavilli liberticidi. Un esempio per tutti: l’obbligo di rettifica in tempi ristrettissimi (48 ore) quando capita nel week-end o in momenti in cui il blog è sguarnito (del resto il blog non è una testata giornalistica e non c’è alcun vincolo di presidio) diventa un trappolone. Infatti il potente di turno – forte di avvocati e consulenze, magari a spese della collettività – può far leva su un’imperfezione della vostra critica per farvi condannare al pagamento di cifre enormi.
L’esigenza di un maggior equilibrio è una scusa per tagliare le gambe all’unico sistema di circolazione di idee libere che attualmente esiste in questo Paese. L’equilibrio vero infatti lo si trova pesando le parti sui due piatti della bilancia, e non truccando la stessa. In realtà – ma questo nessuno lo dice – quando si vive in un sistema governativo blindato nei suoi mezzi d’informazione e nelle sue maggioranze bulgare, è difficile che qualche blog non allineato possa costituire un pericolo per la democrazia.

Protestare contro chi per raggiungere un finto equilibrio vuol cambiare gli strumenti e le unità di misura è opera quotidiana di questo e di moltissimi altri blog. Se per un giorno abbiamo voluto cambiare modalità di protesta non è certo per stanchezza, vigliaccheria o follia.

Mettiamola così: uno dei maggiori strateghi politici degli ultimi secoli è riuscito a bloccare eserciti e a mettere in crisi immensi apparati politici scardinando gli schemi della lotta sociale. Si chiamava Gandhi e faceva tremare il nemico quando imponeva ai suoi di fermarsi e di sdraiarsi per terra. Non sarà il nostro caso però, coi fulgidi esempi di moderni condottieri che la cronaca ci impone, citare una figura di tale livello fa bene al cuore, no?

I nani dell’informazione

minzolini_big

In tempi di “minziate” (cioè di stupidaggini dette e/o fatte da Augusto Minzolini) è utile ricordare la storiella di un’altra colonna (si fa per dire) del Tg1.
Nel 2002 il giornalista Francesco Giorgino si rifiutò di ricevere un premio, l’Oscar degli Angeli, a Monte Sant’Angelo, in Puglia, perché a consegnarglielo sul palco doveva essere Vladimir Luxuria.
L’anchorman fu premiato lo stesso con tutti gli onori. E Luxuria relegato nel parterre.

Grazie a Raffaella Catalano.
L’immagine è tratta dal blog di Salvo Toscano.

News fai-da-te

Riservato a chi vuole fare uno scherzo ad amici e conoscenti con una notizia totalmente inventata: Fake News Generator.
Io ho fatto un esperimento soft, ma temo che qualcuno di voi saprà fare di peggio.

La scienza dell’informazione

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Ieri sera, alla ricerca di un tema da affrontare sul blog, riflettevo sulla grandezza di questo mezzo di comunicazione.
Chi ha lavorato nel mondo dell’informazione sa quanto è difficile trasmettere le opinioni libere. Anche il giornale più avanzato ha regole e impostazioni editoriali che lo rendono farraginoso, quindi un po’ distante dal pubblico.
Oggi, in tale ambito, gli equilibrismi sono sempre più un peso da sopportare. Risultato: leggiamo quotidiani che pur essendo freschi di stampa nascono vecchi; guardiamo tg che ci raccontano storie di cui conosciamo inizio, sviluppo e fine; seguiamo portali che mascherano una vetusta impostazione di stile cartaceo con la rapidità di aggiornamento di stile telematico.
La nuova comunicazione è un’altra cosa.
E’ parziale, perchè rappresenta il momento con la consapevolezza di non essere definitiva.
E’ completa, perché si sostenta della somma aritmetica dei momenti.
E’ condivisa, perchè si compone dei pareri che scaturiscono da un input.
E’ democratica, perchè è gratuita e facilmente accessibile.
E’ concorrenziale, perché competitiva in un ambito di regole uguali per tutti (sul web Pinco Pallino e Obama stanno sullo stesso piano).
Quando lavoravo in un quotidiano non ho mai ricevuto tanti suggerimenti, contributi, insulti (che in un certo senso fanno opinione), segnalazioni come adesso. E vi assicuro che è così per molti giornalisti (anche di testate importanti) che hanno scelto il web come destinazione principale dei loro scritti. Ritengo che la comunicazione su internet sia, con le dovute scremature, una vera fabbrica di idee. Vincono le più solide, ma le altre non soccombono, restano e si vedono lo stesso: il massimo del pluralismo. Io stesso mi sono trovato spesso in minoranza, in questo blog, e ne ho tratto insegnamento. E ho motivo di ringraziarvi.
Infine una notazione. Le opinioni sono come il prosciutto, il peso sulla bilancia non dà garanzie sulla qualità. Solo assaggiandole (leggi: vagliandole) si ha contezza del loro valore. Sono ottimista: vedo in giro ottimi salumieri.

Santoro e la ghigliottina

cuba_Che la faziosità di Santoro possa tracimare gli argini del buon gusto, è un conto. Ma che l’intervento di un dio politico debba decidere quali opinioni possono essere espresse e quali no, è un altro.
Le epurazioni e le censure sono atti odiosi quasi quanto le santificazioni immeritate. Anche perché le une sono propedeutiche alle altre. Se a qualche esponente politico non vanno a genio le propalazioni di Santoro si curi di contrastarlo sul suo stesso piano: argomentando, smentendo, combattendo sul fronte della logica e dei fatti. Il bavaglio e, ancora peggio, la ghigliottina del palinsesto sono – in un’era di comunicazioni ramificate come la nostra – megafoni della voce che si vuol spegnere. Le cattive idee – se davvero cattive sono – non si tranciano, si sommergono di buone idee.
P.S. Detto tra noi la vignetta incriminata di Vauro non mi sembra così oltraggiosa.

I giornalisti onesti

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di Roberto Puglisi

Io faccio un mestiere che gli altri trattano come una lingua morta. Lo faccio con le mani. Lo percorro con i piedi. Lo semino con il cuore. Lo aro con il cervello. Ma mi dicono che è morto, che tutto fu vano. Il giornalismo – dicono, appunto – è morto. Lo dicono vecchi padri nobili con la barba bianca. Lo dicono le casalinghe di Voghera. Lo dicono i militari di Cuneo. Lo dicono gli operai di Marx. Lo dicono i calciatori e le veline. Lo dicono, infine, i giornalisti.
Allora, mi chiedo: cos’è questo amore che mi brucia nel petto e che è identico alla scintilla accesa la prima volta? Cos’è questa gioia ribalda che mi afferra quando racconto una storia, pure se davanti ho un cadavere caldo? Cos’è questo cercare i dettagli: il riflesso dell’ultima cosa vista, le sigarette nelle mani dilaniate, il sorriso, le foto dei cari? Perchè per me il mio mestiere significa ricordare degnamente gli uomini valorosi e dare una corda vocale ai vivi senza fiato. E sono un maledetto precario, ma rifarei tutto, se me ne fosse dato modo. E non sono una mosca bianca, perché la maggioranza dei miei colleghi è come me. E sono stato perfido, cattivo e disgraziato, però sempre scodinzolando dietro l’etica della notizia. E le casalinghe di Voghera che non leggono i giornali come si permettono di giudicarmi? E i padri nobili dovrebbero cercarsi una lapide nel cimitero degli eleganti. Io conosco il colore del sangue che sputo, che sputiamo in tanti, per le vostre notizie da consumare in poltrona. Noi non abbiamo troppe poltrone. Siamo giornalisti da fanteria e da trincea. Siamo persone perbene.