Gds 3.0

pepi ardizzone copy

Appendice su giornalisti e posteggiatori

Il post “giornalisti o posteggiatori?” ha innescato dibattiti anche su Livesicilia e su Facebook. Siccome la differenza tra una discussione accesa e certe banali insinuazioni è netta, pubblico quest’appendice esplicativa che vale anche come monito: il primo che becco a scrivere scempiaggini sul sottoscritto lo querelo.

Come spesso accade, nel nome di una strenua difesa d’ufficio (fantascientifica in questo caso) ci si dimentica del problema per attaccare chi lo espone. Dice qualcuno: vabbè lui perché parla? Non lavorava là?
Il fatto che abbia lavorato per oltre vent’anni al Giornale di Sicilia esclude forse che io ne possa parlare?
Quanto al mio ruolo all’interno del giornale, ho testimoni in molte testate, oltre che al Gds naturalmente, che potranno dire del mio dissenso nei confronti della direzione riguardo alla gestione politica e strategica del quotidiano. Dissenso che – per essere chiaro – mi ha portato a rassegnare le dimissioni, dopo un lungo periodo di aspettativa non retribuita, due anni fa.
Per essere ancora più chiaro: proprio perché non mi piaceva come andavano le cose al giornale, ho preferito rinunciare a uno stipendio. Tutto ciò per non trovarmi nella posizione che qualcuno adesso, protetto da un anonimato virtuale, vorrebbe disegnare per me: quella di uno che vivacchia comodamente e se ne fotte degli altri.
Non è stato così, non è così, non sarà mai così per me.
Con le mie dimissioni sono passato da tremila e passa euro al mese a zero. Zero, ripeto. E l’ho fatto perchè ho una dignità, chiaro? Su questo argomento non tollero insinuazioni e sono pronto a difendermi in ogni sede. Insomma, tutto mi si può dire ma non di aver fatto la vita comoda, professionalmente parlando (anche se adesso non mi posso lamentare… sarà l’aria diversa).

Giornalisti o posteggiatori?

parcheggio

Quale può essere la qualità dell’informazione se il maggiore giornale dell’Isola, il Giornale di Sicilia, paga per un articolo 2,10 euro?
Pensateci bene: tra telefonate, sopralluoghi e tempo di scrittura un cronista arriva a guadagnare in mezza giornata (quando va bene) quanto un posteggiatore abusivo prende in un paio di minuti.
Ci si sbraccia e si pontifica per la libertà di informazione, si raccolgono firme, ci si scaglia contro i nemici istituzionali della verità. E, come spesso accade, ci si distrae mirando in alto quando il bersaglio è rasoterra.
Se la libertà di informazione non ha prezzo, è giusto però che abbia un costo. Molti editori hanno costruito fortune sulla buona fede e sull’ingenuità di giornalisti e aspiranti tali. Il concetto secondo il quale uno che scrive su un giornale è un privilegiato, quindi brilla di luce riflessa e non c’è bisogno di pagarlo, andrebbe inserito nel codice penale. Nel senso che spacciare per sfogo di orgoglio personale il frutto di un lavoro faticoso (e a volte rischioso) dovrebbe essere un reato come lo è vendere pasticche di ecstasy travestite da Baci Perugina.
I frutti della politica dell’informazione low-cost sono sotto gli occhi di tutti: trasmissioni a tasso di intelligenza zero, atti di killeraggio mediatico per mano di oscuri praticanti, appiattimento sulle posizioni dominanti senza rimorsi.
La morale è, come spesso accade, figlia di un ragionamento scontato: le cose pregiate costano, quelle così così no.

A volte risorgono

Il Giornale di Sicilia ha riattivato, dopo oltre cinque anni, il suo sito. La realizzazione è affidata a un service esterno gestito da due ex giornalisti del quotidiano di Palermo.

I loro errori

travaglio il fatto

Scrive Marco Travaglio che Il Fatto Quotidiano è l’unico giornale italiano ad avere una rubrica dedicata alle rettifiche, intitolata “I nostri errori”. In realtà il Giornale di Sicilia da oltre vent’anni ha una rubrica dedicata alle rettifiche e intitolata proprio “I nostri errori”.  Poco male, in questo caso Travaglio ha incrementato quella del suo giornale.

Risultati concreti

Dopo otto anni di governo della città, ricchi di risultati concreti e percepibili a chiunque guardi con serena obiettività alle cose, la critica condizione in cui si trova l’Amia e le gravi conseguenze che questo ha avuto sulla pulizia della città, mi hanno costretto a farmi carico da sindaco di una situazione (l’Amia, ndr) che non ho personalmente contribuito a determinare…

Frase testuale tratta da un articolo del sindaco di Palermo, Diego Cammarata, pubblicato sul Giornale di Sicilia di oggi, a pagina 2.

Grazie a Filippo D’Arpa.


Gds, larga la banda stretta la via…

gds

Pare che la lungimirante direzione del Giornale di Sicilia abbia finalmente l’intenzione di riattivare il sito internet del quotidiano. Il giornale di Palermo rappresenta un caso singolare nel panorama editoriale italiano: infatti è forse l’unico dei quotidiani di grande tiratura ad aver abolito il proprio portale, oltre quattro anni fa. E ciò nonostante la crescente fiducia dei lettori nei confronti del mezzo internettiano, la diversificazione degli investimenti delle grandi aziende, le nuove strategie delle concessionarie di pubblicità, la concorrenza agguerrita di altri siti di informazione e, soprattutto, nonostante un inopinato posizionamento nel web che frutta al Gds migliaia di visitatori nonostante il sito sia cieco e muto (ieri erano 1.775, ma ad esempio l’8 settembre erano poco meno di 5.000).
Il nuovo progetto del Giornale di Sicilia online dovrebbe avere qualcosa e/o qualcuno in comune con quello della Stampa.it e i contenuti potrebbero essere affidati a un service esterno costituito da ex collaboratori del quotidiano.

P.S.
L’immagine sopra riproduce parte della ultima home page del vecchio sito del Gds, poche ore prima della sua fine.

E il bene?

gds

Dal Giornale di Sicilia del 17 agosto 2009.

Grazie a la Contessa.

Cassandra Pepi

giovanni pepi

Da I Love Sicilia di luglio

“Sarà mezzanotte e mezza più o meno. Nello studio di Porta a Porta si palpa un certo nervosismo per gli exit poll non esaltanti del Cavaliere. La Russa in studio si dimena, Vespa annaspa. Parte il videocollegamento con Giovanni Pepi, condirettore del Giornale di Sicilia, che alla fine del suo intervento azzarda alcuni dati parziali siciliani sulle Europee che vedono il Pdl andare male, ma proprio male rispetto alle aspettative e il Pd meglio del previsto. “Qual è la fonte, Pepi? Quante sezioni?”, incalza sempre più agitato Vespa, e La Russa con lui. Pepi fa appena in tempo a dire 200 sezioni ma non aggiunge che, per quanto il dato sia acerbo, la tendenza che vede il Pdl in difficoltà sia abbastanza costante in questa prima fase dello spoglio. Non fa in tempo Pepi, perché Vespa lo liquida bruscamente con un “arrivederci arrivederci” che a qualcuno sembra scocciato e La Russa dal canto suo ci piazza anche una ramanzina per i “giornalisti seri” che si avventurano nel fornire dati ancora parziali. E invece, alla fine, la profezia di Pepi-Cassandra dalla Sicilia si abbatte come mannaia sui berluscones, guastando la notte del Cavaliere”.

Giornali, disastri, offese

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Pagine dedicate ieri da la Repubblica al disastro di Viareggio: 11

Da E Polis: 4

Dal Giornale di Sicilia: 2,5

Prezzo in euro di una copia de la Repubblica: 1

Di E Polis: 0

Del Giornale di Sicilia: 1,10

Direttori del Corriere della Sera dal 1984 a oggi: 7

De la Repubblica: 2

Del Giornale di Sicilia: 1

Prenotazioni per l’abbonamento al Il Fatto, il nuovo giornale di Padellaro e Travaglio: 40.000

Copie vendute ogni giorno in media da Il Foglio: 20.000

Da Dolomiten: 50.000

Da Libero: 119.000

Firme finora raccolte da la Repubblica contro il provvedimento governativo ammazza-intercettazioni: 280.000

Deputati favorevoli al provvedimento (in sede di approvazione alla Camera): 318

Deputati contrari: 224

Data dell’ultimo comunicato stampa inserito nel sito di Diego Cammarata: 16-5-2007

In quello di Leoluca Orlando: 23-6-2009

Quante volte l’ex senatore di An, Nino Strano, ha ripetuto la  parola“cesso” a Palazzo Madama per apostrofare il collega dell’Udeur Nuccio Cusumano: 6

Quante volte ha ripetuto la parola “checca squallida”: 6

Quante volte ha ripetuto la parola “merda”: 4

Quante volte ha ripetuto altre parole di offesa di simile tenore: 9

Durata complessiva dell’attacco di Strano a Cusumano (in secondi): 70

Probabilità che ai siciliani venga evitato di trovarsi Strano come assessore regionale (alla Cultura): 0

Fonti: la Repubblica, E Polis, Giornale di Sicilia, l’AnteFatto, Ads (dati di vendita dei giornali riferiti al 2008), Wikipedia, Camera dei deputati, Diegocammarata.it, Leolucaorlando.it, YouTube, Striscia la Notizia.