Miccichè dei due mondi

I veri problemi del Sud sono cominciati proprio con l’Unità d’Italia. Garibaldi? Altro che eroe dei due mondi, era un ladro e un assassino, ammazzò persino la moglie Anita.

Gianfranco Miccichè su SiciliaOggi.net.

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Francesco Cascio piace a 195 (ma è appena arrivato).

Micciché uno e due

Gianfranco Miccichè sul suo blog attacca Giuseppe Castiglione (che non può difendersi telematicamente, perché il suo sito è fuori servizio).
Passa qualche minuto e Micciché ci ripensa: propone un’altra versione, molto ma molto più edulcorata, del suo pensiero.
Però su internet le ciambelle non hanno buchi. E le tracce restano.
Ecco il primo Micciché pensiero (cliccateci sopra per leggerlo).

E il secondo, quello che è online adesso.

Da ammirare l’esercizio di stile: capriola, avvitamento, altra capriola e ingresso in acqua perfetto.

Chi posta la risposta

La responsabilità della risposta di Massimo Ciancimino a Gianfranco Micciché rimbalza come una pallina di ping pong tra un blog e l’altro. Il figlio dell’ex sindaco infatti ha postato in origine su Blogsicilia. Poi un commentatore ha copiato la risposta sul blog di Micciché. Ma Live Sicilia, che pure  ha più di una connessione col circuito di Blogsicilia, ha ignorato il primo passaggio attribuendo solo al blog di Miccichè il diritto originario di ospitalità della replica di Ciancimino. Suscitando qualche nervosismo.

Lombardo e il piccione viaggiatore

lombardo blog

Anche Raffaele Lombardo, governatore della Sicilia ha il suo blog. Lo inaugura scrivendo “io sono uno di quelli che privilegiano ancora la penna per esprimere il proprio pensiero in forma scritta”. E andandone fiero. Magari qualcuno potrebbe fargli notare che nell’anno di grazia 2009 (quasi 2010), da amministratore di una regione importante, non ci si può concedere il lusso di sottovalutare l’ignoranza dei concetti base delle nuove tecnologie. Dire “io privilegio la penna” (e lo dice uno che scrive anche a penna) mentre si inaugura un blog è come dire “io preferisco il piccione viaggiatore” davanti a un fattorino dell’Ups. Nel migliore dei casi, una frase fuori luogo.

P.S
Tra i pochi e selezionati link ci sono il blog di Gianfranco Micciché e quello di Fabio Granata che, pur essendo gestiti dalla stessa azienda informatica, non hanno ricambiato il favore (il link). Vedrete che rimedieranno oggi stesso…

Tu quoque…

Si metta il cuore in pace Cammarata! E pensi al prezzo che lui sta facendo pagare ai suoi cittadini… suoi solo sulla carta, perché ormai non lo vuole più nessuno, né i cittadini che lo hanno votato, né i consiglieri che lo hanno sostenuto. Nessuno!

Così parlò Gianfranco Miccichè.

Via LiveSicilia.

Silvio Ugolino

“Non vorrei che fossi diventato come il conte Ugolino che mangiava i suoi figli” scrive il sottosegretario alla Presidenza con delega al Cipe, Gianfranco Miccichè, al premier Silvio Berlusconi.
Le citazioni sono sempre un trappolone, specialmente se la materia di discussione è sotto i riflettori della scienza.
In realtà, secondo una teoria abbastanza recente, Ugolino non si cibò affatto della carne dei suoi consanguinei e anzi morì di fame.
Lungi da me l’intenzione di riabilitare il presidente del Consiglio agli occhi di Micciché, ma Berlusconi non è tipo da divorare i suoi figli. Anche perché il direttore di Chi è in ferie e organizzare un servizio fotografico contro quel forcaiolo di Dante Alighieri non è roba che può sbrigare Gianni Letta.

Ascari di casa nostra

Gli ascari erano soldati dell’Africa Orientale Italiana (impero coloniale del fascismo), cooptati come componenti delle truppe italiane in Africa. Le cronache del tempo li descrivono come ferrei esecutori di ordini, specialmente in battaglia.
I superstiti nel 2006 erano quasi 260.
Informa Wikipedia che ancor oggi un ascaro vive in Italia: e, vedi un po’, lo ha scovato Gianfranco Miccichè.