I veri criminali sono single

Il presidente del Consiglio frequenta molte donne, quasi tutte di giovane età, organizza feste a casa sua, regala alle intervenute buste con migliaia di euro e cd di Apicella (molto più compromettenti dei soldi), si adopera per far liberare minorenni inguaiate con la giustizia, mente a ripetizione, premia attricette, starlette e igieniste dentali con un posto in politica, si fa svergognare da una moglie sui giornali, imperterrito continua a pagare prostitute che arrivano a casa sua con la scorta degli amici che gliele procurano, costruisce leggi che lo mettano al riparo dalla legge (quella vera), urla al complotto quando qualche magistrato ha qualcosa da ridire sui reati da lui commessi e in tutto questo pretende di amministrare la cosa pubblica con la serenità di una persona normale… Poi appare in tv, nelle sue tv, e a sua discolpa usa l’argomento più sorprendente: ho una relazione stabile.
Si sa, i veri criminali sono single.

Testimonial dei 10 comandamenti

  1. Non avrai altro Dio al di fuori di me, disse Berlusconi avvolto dalla luce (stroboscopica).
  2. Non nominare il nome di Dio invano, disse Sandro Bondi a Gianfranco Fini.
  3. Ricordati di santificare le feste, disse Lele Mora a Emilio Fede prima di dare il via alle danze.
  4. Onora il padre e la madre, disse Pietro Maso uscendo dal carcere.
  5. Non uccidere, disse Michele Miseri alla figlia Sabrina.
  6. Non commettere atti impuri, rispose Sabrina.
  7. Non rubare, disse una voce perduta in un’intercettazione inutilizzabile.
  8. Non dire falsa testimonianza, disse Marcello Dell’Utri colpendo con la punta del naso un occhio del giudice.
  9. Non desiderare la donna d’altri, disse Giampaolo Tarantini mettendo mano al portafoglio.
  10. Non desiderare la roba d’altri, disse Morgan mostrandosi generoso.

Guardare Minzolini per Fede


Ieri sera mi sono reso conto di un fenomeno imbarazzante che mi riguarda. Da qualche tempo alle 20 vado automaticamente su Raiuno, per vedere il Tg di Minzolini.
Per anni, anche a causa del mestiere, a quell’ora ho guardato in contemporanea il Tg5 e il Tg1 con la curiosità di mettere a confronto le due versioni.
Ora non è più così.
In quegli anni di zapping forsennato ho seguito compulsivamente anche il telegiornale di Emilio Fede, quasi ogni sera per almeno una decina di minuti: la massima dose consentita dal mio fisico. Oggi so che ero attratto dalla sua capacità di sorprendere con giochi di prestigio e cronache fantascientifiche.
Ecco, adesso guardo il Tg1 come ieri guardavo il Tg4. Solo che ieri ci ridevo su.

Naturalmente

La carriera dell’ex meteorina di Fede, Giovanna Del Giudice, ha avuto il suo sbocco naturale: assessore provinciale a Napoli.

Eroi

Emilio Fede contro Saviano: non è un eroe.

Infatti non è Vittorio Mangano.

I had a dream (again)

 

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

 

L’attimino fuggente

di Giacomo Cacciatore

Ho fatto un sogno. Cadeva il governo Berlusconi. Probabilmente in concomitanza con lo iettatorio anno zero del calendario maya, di cui ultimamente parlano molti esoteristi, pensatori e filosofi, compresi Enrico Ruggeri e Donatella Papi. Ma non è che cadesse il governo e basta. Di più. Berlusconi abbandonava il campo. Comunicava ai suoi fedeli – tramite sms, centinaia di migliaia messaggi – un incredibile dato di fatto: “Sono stanco. Ho sbagliato molte cose. Riconosco che ho strafatto in politica. Vado a Panama. Abbiamo scherzato. Da oggi, ognun per sé e Dio per tutti. T.v.b. Cribbio”.
Dice: incredibile davvero. Vabbe’, sennò che sogno è?
Ma questo è l’antefatto. Dovendo scegliere tra le varie e infinite conseguenze di uno tsunami del genere, tra la varia e multiforme massa di relitti e detriti che si lascerebbe dietro una decisione storica di tale levatura – Capezzone che, reclamato da un gorgo fangoso, si riattacca disperatamente alle chiome di Pannella, per dirne una – mi sono concentrato su  una speciale categoria di “papi boys”. I giornalisti. Certi giornalisti. E, sempre in sogno, mi chiedevo: “Dio mio… che fine farebbe Minzolini? E la Setta? E Facci? E Fede?”.
No, forse Fede si salvava: si era già guadagnato un posto alla destra del padre, una gabbietta nell’Arca verso Panama.
Ma loro? Gli altri? Tutti gli altri?
Nel sogno, si rassegnavano al lavoro nei campi. Zappa, melanzane, primizie, ravanelli. Ma non ho fatto in tempo a capire se si trattava di “A come agricoltura”: quindi di un ritorno in Rai sotto forma di baccelli rinati, purificati, freschi di succhi primaverili, senza memoria, con altri nomi. Facciolini. Minsetta. Settolini. O peggio ancora, rinascevano sotto forma di salici piangenti, nel reality “La fattoria”.
L’immagine è sfumata prima, purtroppo o per fortuna, e chi vivrà vedrà.
Che volete? Ho detto che era un sogno, non un incubo.

Una pietra su Di Pietro

Berlusconi è stato aggredito a Milano.
Emilio Fede ha già scovato il mandante: Antonio Di Pietro. “Non troverà più spazio su questo telegiornale”, ha detto al Tg4 delle 19.

I conigli che vogliono uccidere Berlusconi

uccidiamo berlusconi

C’è un nutrito gruppo su Facebook che si intitola “Uccidiamo Berlusconi”. Dodicimila dementi ruggiscono più o meno anonimamente minacce di morte contro il premier con la stessa disinvoltura con la quale aderiscono al gruppo che si propone di adottare una ragazza svedese di vent’anni, o a quello che vagheggia di mandare Emilio Fede sul satellite anche fisicamente, o a quello che si cimenta nel test “quanto sei arrapato?”.
Sono molto critico nei confronti di Facebook e in tal senso ho già dato.
Però nel caso di Berlusconi voglio spendere qualche parola in più.
Qualcuno dovrebbe spiegare a queste persone che le adunate virtuali hanno un valore direttamente proporzionale a quello degli argomenti apportati. Se infatti qualcosa di male non si può dire nei confronti di internet, quel qualcosa riguarda proprio il rapporto tra contenuti e vettori: i primi assumono peso specifico solo se i secondi sono attendibili, certificati (cioè con nome, cognome, indirizzo eccetera).
“Uccidiamo Berlusconi” è l’immagine vacua e superficiale di un elettorato che blatera qualcosa e semina l’esatto contrario. Quante di quelle persone andranno a votare alle prossime elezioni (l’unica occasione per sopprimere politicamente il Cavaliere)? Quante di quelle persone sarebbero disposte a scendere in piazza per manifestare a viso aperto un dissenso civile e non anonimo? Quante di quelle persone considerano la politica un atto disgiunto dal clic spensierato del mouse, tra una chat e un sms?
“Uccidiamo Berlusconi” purtroppo fa bene a Berlusconi perché santifica le storture, rafforza il virus che sta uccidendo questo Paese, annacqua il dissenso, quello vero.
Mi appello a chi ha un account (o come diavolo si chiama) su Facebook: fate in modo che un nuovo  gruppo si proponga con successo per abolire l’iniziativa di cui sopra, senza che ci arrivi prima un Alfano o uno sgherro ministeriale travestito da sommo censore.
La riuscita di quest’operazione sarebbe l’ideale smentita di un mio convincimento: su Facebook il tempo non si perde, si dilapida.