Di corsa ma non di fretta

Il grado di serenità, dalle mie parti, si misura anche col tempo impiegato a scegliere il paio di scarpe adatte alla corsa mattutina. Ovviamente il rapporto è direttamente proporzionale: più tempo ci vuole, più sono sereno.
E’ uno dei vantaggi meno celebrati della corsa. Provateci.

Cose di famiglia

Quest’uomo fino a pochi anni fa pesava quasi novanta chili e fumava come una ciminiera. Un giorno, distrattamente, mi chiese qualcosa sulla corsa. Io, reduce da una mezza maratona a Roma, gli girai le tabelle di allenamento di Pizzolato.
Lui smise di fumare e cominciò a correre. Per anni.
Strada facendo, lui ha perso chili e macinato chilometri senza mai fermarsi. In estate e in inverno, con l’afa e con il gelo.
Domenica scorsa ha corso la sua prima maratona, a Ragusa. Ha chiuso il suo dolce calvario di 42 chilometri e 195 metri in 3 ore e 26 minuti. Un tempo eccezionale, credetemi, e non solo per un esordiente della lunga distanza (lui ha già bruciato qualche “mezza” come se niente fosse).
Ecco, a nome di tutti quelli che corrono senza riuscire, a nome di quelli che ci provano comunque inventandosi un’età con lo sconto, a nome di quelli che ogni mattina incrocio sul lungomare con le facce serenamente stravolte volevo complimentarmi con quest’uomo.
Vai Gabriele!
E fregatevene se è mio fratello.

La mia classifica

iPod

Ogni anno, in questo periodo, do un’occhiata alle statistiche del mio iPod per capire cosa ho ascoltato e soprattutto cosa ho gradito.
Ebbene da qualche anno a questa parte la mia top ten è dominata da vecchia musica. E per di più leggerissima, lo ammetto.
Nel 2009 i file che ho stropicciato di più, a parte alcuni pezzi di produzione propria che non fanno testo, sono Gonna make you sweat di C+C Music Factory, Rage Hard (Young Person’s Guide Into The 12 Inch Mix) dei Frankie goes to Hollywood nella bellissima versione di Reload e Blind (Frankie Knuckles Remix) di Hercules & Love Affair. Seguono Black or white di Michael Jackson e Something got me started dei Simply Red.
Lo so, è musica impalpabile. Ma vorrei vedere voi a correre per decine di chilometri (a piedi) con Atom heart mother dei Pink Floyd. Che comunque è in classifica, oltre il ventesimo posto.

Il Super Santos

super santosQuando la mattina vado a correre sul lungomare le uniche figure in movimento che incrocio sono quelle di persone della mia età, se non più anziane. Che sia estate o inverno, sulla spiaggia i giovani sono invece immobili, appollaiati sui motorini o accartocciati sulle panchine. Forse sto diventando vecchio, ma mi sembra che la nuova generazione sia tristemente sedentaria. Chi ha quarant’anni o giù di lì difficilmente troverà nella memoria un ricordo immobile. C’era sempre un Super Santos da inseguire, un amico da rincorrere, uno stimolo muscolare da assecondare.
Ieri gli unici palloni che ho visto in spiaggia erano quelli che un venditore ambulante cercava di piazzare a un tale che faceva stretching. Un tale coi capelli bianchi, ovviamente.