Una volta leggevo molti giornali. Oggi consulto molti blog, siti web, portali di informazione. Ed è un piacere immergermi in opinioni molto più lucide delle mie, prendere a prestito nuove chiavi di lettura, guardare con occhi altrui ciò che non ho potuto vedere e, più frequentemente, pesare quel che ho sottovalutato.
La globalizzazione delle opinioni ha però un effetto collaterale, che può essere riassunto in una domanda: le opinioni meritano tutte un palcoscenico?
No.
Tutte le opinioni, come l’aria che si respira, non devono essere trattenute. Ma una scrematura qualitativa nella loro propalazione ci deve pur essere. E non è snobismo quello che mi spinge a dire che alcune delle testimonianze che leggo sul web sono banali, mal scritte, logicamente inutili.
Esempio.
Un paio di blog opachi e zoppicanti, d’improvviso, si trovano linkati in virtù di non si sa chi o cosa a un portale che fa buoni numeri. Gli autori di questi blog, inopinatamente catapultati al centro dell’attenzione, decidono dall’oggi al domani di darsi da fare per proporre nuovi contenuti e per cercare di soddisfare la mole di accessi che gli cade tra capo e collo. E irrimediabilmente scrivono ciò che natura gli impone: scempiaggini.
Accade così in qualunque campo creativo. L’autore pressato da un editore avido produce, in prevalenza, gattini ciechi. L’artista troppo responsabilizzato si scolla dalla sua opera. Il cronista sbaglia più di frequente se è braccato dal suo capo.
Insomma, il mondo delle idee ha bisogno di relax, spontaneità e coscienza pulita. Deve crescere a piccoli passi, e meritare i centimetri guadagnati giorno dopo giorno.
L’improvvisazione del comunicare non è una diga che allaga di progetti e sensazioni uno spazio deserto.
Quindi via libera a tutte le opinioni, ma con un sano senso della misura. Esattamente un anno fa Giacomo Cacciatore, da queste parti, si scagliava contro lo slogan “se l’hai scritto va stampato”. Approvai allora e sottoscrivo adesso con una postilla che allarga il discorso: se l’hai abbozzato non è detto che tu l’abbia pensato.
Non sono un pioniere di internet, ma neanche un novellino. Bazzico il web da poco più di dieci anni e ho fatto i gradini uno per volta: Altavista, i modem “a carbone”, Netscape, Icq, Napster, i primi blog bicromatici…
Ciò che mi ha subito affascinato della Rete è stata la vastità di argomenti a me sconosciuti. Navigare o, come si diceva un tempo, surfare era come muoversi con un aratro in un terreno sconosciuto: non sapevi mai quello che veniva fuori tra le zolle e l’unico effetto garantito era quello della sorpresa.
Nel tempo, com’è normale, le cose sono cambiate.
I giornali più illuminati hanno capito che internet non era il Grande Nemico, quelli più gretti hanno tentato di far finta che non esistesse. La tv ha messo su il baraccone della multimedialità spacciando per nuovi, contenuti riciclati e affidandosi a un’interattività zoppa (cioè con tempi di risposta da piccione viaggiatore).
E il web?
Da dispensatore di chicche, dritte, pareri originali, invenzioni, è diventato un figliastro che si nutre delle carni della matrigna. Sempre più spesso – e lo scrivo con seria autocritica – i blog, cioè l’espressione più promettente della circolazione di idee alternative, riciclano materiale dei giornali e delle tv che viene riaddentato dai media tradizionali per finire nuovamente tra le fauci dei consumatori di bit e così via. La conseguenza è il mainstreaming delle voci fuori dal coro.
I blog sono un’ottima vetrina di opinioni. Pensate: in quest’ambito non valgono le spintarelle, le amicizie, il valore della testata. Valgono solo gli autori dei post e dei commenti. Non c’è mediazione, non ci sono trattative prima di andare in stampa. C’è un contenuto, c’è il suo gradimento, ci sono le reazioni.
Eppure, se ci guardiamo attorno, abbonda la pigrizia e scarseggia l’inventiva.
Il mio timore è che i blog sostituiscano i giornali solo perché gli assomigliano sempre più.
Dopo il sofferto rinnovo della grafica è arrivato il momento di un piccolo rinnovo nei contenuti di questo blog. E ciò per far fronte alle numerose segnalazioni e ai contributi che mi arrivano via e-mail. Da domani troverete un menu più ricco. Oltre al post del giorno ci sarà spazio per curiosità, appuntamenti e riflessioni (mie e vostre) su ciò che la cronaca ci propone di ora in ora. Saranno comunicazioni rapide, link, chiavi di lettura prese a prestito da altri blog e chissà cos’altro. Tutto questo nei limiti delle mie forze: non campo col blog e mi tocca ancora lavorare una ventina d’anni prima della pensione.
Spero così di poter concedere più spazio a co-autori, ospiti e occasionali commentatori.
Grazie per l’affetto con cui mi seguite.