Nove anni possibilmente per non perdersi

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Nove anni sono passati. Da quando pastrocchiai le prime quattro parole su questo blog sono passati nove anni. Allora non ci credevo troppo, pensavo a un riempitivo della vita, una specie di abbaino in cui rifugiarsi quando si vuol far finta di pensare ad altro. Invece quelle quattro parole cambiarono tutto.
In questi nove anni, da qui sono passati pensieri di ogni forgia, autori di ogni pedigree, è passata vita (molta) e miracoli (pochi) di molti di noi. Anche la morte ha avuto la sua fetta, perché è inevitabile guardare un fiume che scorre e non pensare a ciò che passa e che non c’è più.
Inutile dirvi quanto sia cambiata la mia esistenza. Chi ha avuto la pazienza di seguirmi ha avuto qualche assaggio della rivoluzione che mi ha investito da quel 10 dicembre 2006. Continua a leggere Nove anni possibilmente per non perdersi

Migliori, otto anni dopo

imageL’altro giorno, parlando in un seminario dell’ordine dei giornalisti, raccontavo come il web non possa essere ignorato da chi fa questo mestiere. I nuovi linguaggi, le nuove tecnologie, i nuovi supporti sono determinanti per chi scrive, racconta, testimonia.
Immaginare un lavoro come il mio senza il web è come pedalare con ruote quadrate: si può fare, al limite, ma lo sforzo è inutile.
Mentre parlavo pensavo a questo blog, che in questi giorni compie otto anni. E pensavo a quanta vita è passata da quando scrissi il primo, incerto, post.
Se è vero che noi siamo quel che siamo stati, è anche vero che essere soddisfatti di ciò che si fa non vuol dire aver inanellato nel tempo una soddisfazione dopo l’altra. In queste pagine, che ogni tanto mi capita di sfogliare, c’è però il meglio del web, nel senso che c’è il lato migliore di quello che il web sa offrire in senso generico. C’è la voglia di condivisione, c’è quel pizzico di autoreferenzialità che aggiunge pepe alle discussioni, c’è la voglia di imparare, c’è l’incazzatura populista e c’è la risata grassa, c’è molto di noi e c’è poco di chi non ci interessa, c’è la certezza e c’è l’illusione, c’è la scelta sbagliata e c’è l’umana vendetta, c’è il perdono e c’è il cazzeggio. C’è soprattutto la curiosità.
Mi sono chiesto più volte come sarebbe stata la mia vita se in quella pigra domenica di otto anni fa non avessi smanettato su blogspot per dar vita a questo blog. E mi sono risposto puntualmente: peggiore. Non sto qui a spiegare il perché, anche se è intuibile dalle prime righe di questo post. Aggiungo solo che per cercare di essere migliori bisogna frequentare persone migliori e in tal senso non immaginate quanto, queste pagine mi abbiano aiutato.
Quindi, ancora una volta, grazie, grazie, grazie.

Lavori in corso

In questi giorni nel blog si svolgono lavori di ristrutturazione. Noterete qualche scaffale impolverato e qualche soprammobile fuori posto. Abbiate pazienza, tutto sarà sistemato quanto prima. Grazie a Giuseppe Giglio.

Le porcate sulla Boldrini e la congiura degli imbecilli

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Quello sulle offese sul web alla Boldrini, dopo il video pubblicato da Grillo, è un vero festival dell’ipocrisia. E non, ovviamente, perché sia giusto scrivere porcherie contro il presidente della Camera, ma perché l’eccezionalità del fenomeno è evidentemente montata ad arte. E qui non c’entra la fede politica, ma la cronaca.
Da quando internet è diventato il mondo degli scambi di opinione, il luogo dei commerci, il paradiso della libertà e l’inferno della ragione, si è verificata una invasione di cretini. E non c’è da stupirsi, accade così nella storia. Insieme con la popolarità si registra spesso un inevitabile abbassamento di qualità, perché la massa non è immune dal calcolo delle probabilità: più persone ci sono, più è alto il pericolo di contagio degli imbecilli.
Sul web, prima che la Boldrini s’inventasse un ruolo politico, le offese sono sempre esistite. E a nessuno è mai venuto in mente che ciò è giusto e che bisogna imporsi di essere tolleranti, pazienti, che bisogna porgere l’altra guancia (telematica o no). No, le leggi per difendersi ci sono e funzionano pure. A me è capitato di dover ricorrere alla giustizia per un caso di diffamazione e la legge, pur coi suoi tempi, mi ha dato una risposta. Quindi fare diventare uno scandalo politico la semplice prova di esistenza in vita di un gruppo di coglionazzi è un’operazione che non convince. Anche perché – diciamocelo – non siamo proprio un Paese raffinato. Abbiamo sopportato per decenni un premier che dava del coglione ai nemici politici, che definiva “culona inchiavabile” una leader internazionale, che offendeva apertamente un’intera categoria come quella dei giudici. Abbiamo visto cappi e mortadelle in Parlamento. Abbiamo sopportato i latrati razzisti di una pattuglia di ministri leghisti. Insomma ci siamo cuciti addosso una tolleranza che doveva essere un vestito di civiltà, ma che invece era solo una corazza di difesa contro lo schifo che ci circonda.
Ora scopriamo che la nuova emergenza italiana sono quattro falliti, nottambuli e segaioli, che postano porcherie contro il presidente della Camera sul blog di Grillo.

Scusate il ritardo

Compleanno sette anni

Io la crisi del settimo anno non la conosco. Tutti i miei casini, tutti i nodi in cerca di un pettine da ingolfare non hanno mai avuto a che fare con un anno numero sette. E da zero a dieci, non ho mai valutato un fattore sette: molto più magnetico uno zero o un nove e mezzo.
Sarà per questo, o molto più probabilmente per l’età che avanza, che quest’anno mi ero quasi dimenticato del compleanno di questo blog. Sette anni, appunto.
Devo molto a queste pagine, grazie a esse la mia vita è cambiata professionalmente e non solo. Il sistema di relazioni scaturito da questo blog mi ha portato a nuove conquiste, laddove una conquista è anche saper ammettere di aver preso una strada sbagliata o inventarsi un nuovo motivo di entusiasmo.
Celebrare un anniversario è un modo ingenuo per sentirsi liberi, rispetto al tempo che passa, alle illusioni che tramontano, ai progetti che si affollano nella tua mente. E’ un modo come un altro per fermarsi, guardarsi intorno e, cercando un pizzico di complicità, dire: “Ehi, siamo ancora qui mentre intorno c’è il deserto”.
Ecco, qui la desertificazione delle intenzioni non ha attecchito. E il merito è vostro.
Auguri per questi sette anni insieme. E scusate il ritardo.

Viva voi

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Ieri questo blog ha tagliato il traguardo dei 3.000 visitatori unici in un giorno. Grazie a tutti.

Giornalismo di precisione

Rosamaria Di Natale, giornalista, esperta e studiosa di nuove tecnologie, ha messo su un bel blog collettivo che si occupa di giornalismo di precisione. Sì, avete letto bene, giornalismo di precisione e non è un ossimoro (coi tempi che corrono). E invece è il futuro di un mestiere che ha troppe nubi all’orizzonte. Ad maiora.

Sul web più controlli, più rischi di essere colpevole

La Corte europea per i diritti dell’uomo ha stabilito che i siti web sono responsabili dei post anonimi offensivi. La decisione aggiunge confusione in un campo sul quale, nel 2010, era entrata a gamba tesa la Cassazione stabilendo che in caso di contenuti diffamatori, il regime di responsabilità previsto per il proprietario del sito web è diverso da quello previsto per il direttore di una testata giornalistica: infatti su internet, secondo i giudici, vi è un alto tasso di interazione e di velocità che rende impossibile la gestione e controllo dei contenuti.
Ora la Corte di Strasburgo dice invece che il portale è pienamente responsabile, specialmente in quei siti in cui è attiva la moderazione dei commenti. Ciò ci consegna il seguente paradosso: più controlli, più sei colpevole, perché ti assumi la responsabilità di ciò che hai lasciato passare. Se invece te ne freghi, vivi felice.

3.000

Per gli amanti dei numeri, siamo al post numero 3.000 di questo blog, che è online da 2.441 giorni, cioè da oltre sei anni e mezzo.
Se sono ancora qua, il merito è di chi mi legge. Quindi grazie a tutti voi.

Ho scoperto chi mi uccise sul web, e mi viene da ridere

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Ci sono voluti più di due anni, ma alla fine le indagini hanno prodotto un risultato. E’ stato identificato il killer mediatico che nel gennaio 2011 mi uccise sul web: ora è indagato per diffamazione. Un sicario scarso e alquanto stupido dato che la mia resurrezione avvenne entro poche ore e che le tracce da lui lasciate erano imbarazzanti proprio perché si tratta di una persona che per mestiere si occupa di web (non vorrei essere nei panni dei suoi clienti).
Come si intuì subito, costui aveva qualcosa in comune con una graziosa esponente del Pdl campano di cui avevo garbatamente parlato qualche mese prima. Ieri, dopo che il mio avvocato mi ha comunicato il nome dell’indagato (come da mio diritto), sono bastate un paio di ricerche sul web per capire chi è questo personaggio. Di più, al momento non posso dire. Però prometto di raccontarvela tutta, la storia, non appena gli atti saranno resi pubblici: ci sarà da divertirsi, ve lo assicuro.