Uno che tira fuori i cognomi

Diego Cammarata

Sarà il caldo, sarà un misunderstanding o semplicemente la noia, eppure il sindaco di Palermo (che, per i più distratti, si chiama Diego Cammarata) ha compiuto un atto di imperio. Ha sporto denuncia per la vicenda Amia.
Frenate gli entusiasmi, però. Quando le notizie sono troppo belle è probabile che un trucco ci sia. Infatti, a ben leggere, lo spunto di coraggio del primo cittadino più cool del Belpaese è diluito in una brodaglia insapore. La denuncia è, udite udite, contro anonimi pur essendoci, nella vicenda e in tutti i suoi sviluppi, l’imbarazzo della scelta in quanto a nomi, cognomi, indirizzi, codici fiscali e pedigree politici.
Ci sono buone intenzioni e intenzioni travestite da buone intenzioni. Ricordo un famoso giornalista siciliano che impartendo la consueta lezione professionale (non richiesta) ai suoi sottoposti disse di un celebre politico democristiano sotto inchiesta per mafia: “L’onorevole tal dei tali con le cosche non c’entra niente. Come lo so? Me l’ha detto lui”.
Il noto giornalista e il sindaco Cammarata sono molto amici.

Citofonare Galioto

Da oggi, con tipico interventismo berlusconiano, il sindaco di Palermo si trasferisce potrebbe trasferirsi all’Amia per affrontare il problema del debito milionario. Sul tema si sprecano le battute.

Sarebbe stato meglio che anziché albergare all’Amia, il sindaco si trasferisse a casa del senatore Enzo Galioto, che del debito sa qualcosa più di lui. E questa, giuro, non è una battuta.

Sicilia, distanze, biografie

L'illustrazione è di Gianni Allegra
L'illustrazione è di Gianni Allegra

Ore necessarie per raggiungere in treno Siracusa da Trapani: 15

Ore necessarie per raggiungere in aereo New York da Palermo: 9

Distanza in km tra Siracusa e Trapani: 360

Distanza in km tra New York e Palermo: 7.180

Milioni di euro all’anno chiesti dal sindaco di Palermo Diego Cammarata al premier Berlusconi per la stabilizzazione dei precari dell’Amia: 100

Dipendenti dell’Amia nel 2002: 1.500

Nel 2008: quasi 3.000

Debito dell’Amia nel 2002, in milioni: 38

Nel 2008: 186

Righe della biografia di Barack Obama sul suo sito: 27

Righe della biografia di Diego Cammarata sul suo sito: 15

Righe della biografia di Leoluca Orlando sul suo sito: 152

Ordinanze di custodia cautelare firmate contro Raffaele Lombardo (poi assolto): 2

Euro riconosciuti a Lombardo per l’ingiusta detenzione: 33.000

Posizione di Lombardo nella classifica sulla soddisfazione dei cittadini nei confronti dei presidenti di Regione, redatta dalla società Ekma di Luigi Crespi: 1 (primo)

Posizione della Sicilia nella classifica della qualità della vita nelle regioni italiane, redatta dal Sole 24 Ore: 20 (ultima)


Fonti: Corriere della Sera, Google Map, Ansa, la Repubblica, Diego Cammarata.it, Leolucaorlando.it, Whitehouse.gov, Ekma, Sole 24 Ore.

Domande (di moda)

domande

Grazie a “la Repubblica” le domande sono tornate di moda. Ed è un segno di decadenza morale che si debba inquadrare come trend qualcosa che dovrebbe essere naturale.
Chiedere è umano, non farlo è umanamente preoccupante.
Comunque, ecco le mie domande. Fatene quel che volete.

  1. Com’è possibile che un dittatore venga in Italia a dare lezioni di storia e di democrazia?
  2. Su quali basi una facoltà universitaria ha proposto per quel dittatore una laurea honoris causa in giurisprudenza?
  3. Perché a Niccolò Ghedini devo pagare lo stipendio di parlamentare quando ha già quello che gli versa il presidente del Consiglio (che a sua volta è pagato da me)?
  4. Perché il logo per promuovere l’Italia nel mondo non è scritto in italiano?
  5. Quale mente insana può ritenere che una legge che imbavaglia i giornali sia fatta nel nome del popolo?
  6. Quali sono, se ci sono, le ragioni intelligibili del senatore Enzo Galioto sulle ruberie dell’Amia di Palermo?
  7. Come si fa a spiegare a un amministratore pubblico/esponente politico che quando un privato cittadino gli rivolge una domanda, lui è tenuto a rispondere per il semplice fatto che chi gli sta parlando è il suo datore di lavoro?

Not in my name

Città immondezzaio: il sindaco di Palermo, Diego Cammarata, si scusa coi turisti a nome di tutti i palermitani. Due domande, che non mi sono posto soltanto io.
Perché scusarsi coi turisti e non anche coi cittadini?
Perché scusarsi a nome di tutti i cittadini quando solo alcuni di loro hanno causato questo schifo?

Sincerità

Vincenzo Galioto, ex presidente dell'Amia, oggi senatore del Pdl
Vincenzo Galioto, ex presidente dell'Amia, oggi senatore del Pdl

Qualche anno fa l’amministratore di un piccolo ente palermitano collegato alla mammella della Regione andò in missione a Milano e per quei tre-quattro giorni di business meneghino pensò bene di affittarsi una Ferrari, ovviamente non a spese sue. Quando un magistrato lo mandò a chiamare e gli chiese conto e ragione di quella scelta, la risposta fu: mi serviva un mezzo adeguato per muovermi e non ho trovato un’alternativa migliore.
La semplicità disarmante con la quale si cerca di lavare l’onta di un atto illecito è una costante nelle piccole storie di malaffare. E, se ci pensate un attimo, ha un che di sincero. Tutti questi personaggi che affollano le cronache degli sprechi comunali, degli imbrogliucci di sottogoverno, sono figli della raccomandazione, della vita facile per grazia ricevuta. Scorrete i nomi della vicenda Amia: c’è un mondo di parentele politiche, di scambi di “cortesie”, di posti giusti creati sullo stampo dell’uomo giusto. Ieri presidente, oggi senatore, domani comunque pensionato di lusso. Non è criminale per queste persone spendere decine di migliaia di euro del contribuente in alberghi di lusso negli Emirati Arabi. Non è disdicevole cenare a spese nostre con aragoste e champagne nei migliori ristoranti del mondo. Non è ridicolo farsi rimborsare da noi i soldi delle sigarette e del frigobar. E’ anzi naturale, semplice come semplice è stata la loro scalata all’ente di cui prosciugano le casse.
Dobbiamo capirli, dobbiamo immedesimarci: sono lavoratori senza gli anticorpi della fatica. Nel loro mondo l’occasione non fa l’uomo ladro, ma furbo. Il ritegno e la dignità non si misurano, si addentano. Magari seduti davanti al tramonto di un cinque stelle extralusso di Dubai.

Cammarata, lo sfacelo immobile

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La vicenda è complicata, ma esemplare. Provo a riassumere. L’Amia di Palermo, azienda per l’igiene ambientale, è sospettata di essere scenario di un consistente falso in bilancio dal momento che, negli anni 2005-2006, ha inventato un gioco di scatole cinesi societarie per mascherare un buco di 150 milioni di euro (soldo più, soldo meno). La voragine avrebbe come causa principale la gestione clientelare delle assunzioni: parenti dei dipendenti, figliocci di esponenti politici, precari di ogni genere e grado. Lo scorso anno la procura apre un’inchiesta e i vertici della società, tra cui l’ex presidente e oggi senatore del Pdl, Enzo Galioto, vengono indagati. L’accusa ipotizzata è falso in bilancio, un reato che da qualche anno può essere perseguito solo se c’è una querela della parte lesa. E chi è la parte lesa? Il Comune. E chi regge il Comune? Il sindaco Diego Cammarata. E chi ha nominato Galioto? Il sindaco Diego Cammarata. E di che partito è il sindaco? Del Pdl. Come Galioto, minchia!
Riassunto del riassunto.
Dunque Galioto, nominato da Cammarata, è accusato di un falso in bilancio che vedrebbe come parte lesa colui il quale lo ha nominato, cioè Cammarata. Un parricidio virtuale insomma. Un tradimento di moneta. E il la all’inchiesta deve darlo, per legge, proprio la vittima, il padre offeso, il tradito. Senza, non se ne fa niente, liberi tutti, cin cin e vai con Apicella.
Finisce, con scarsa originalità, che il sindaco non querela, che la maggioranza (del Pdl, of course) fa saltare la seduta cruciale del consiglio, che l’opposizione con un fremito post mortem abbozza l’occupazione dell’aula consiliare, che i termini per consentire l’avvio dell’inchiesta della magistratura scadono.
E’ un record planetario per Cammarata: l’unico sindaco al mondo che riesce a fare sfaceli semplicemente restando immobile.