I gay sono salvi

Quando si dice una notizia che è anche una buona notizia: la Chiesa non discrimina i gay. L’annuncio dirompente è arrivato da monsignor Rino Fisichella, rettore dell’università Lateranense, ieri ospite del programma di Lucia Annunziata. Un sospirone di sollievo planetario ha fatto innalzare la temperatura di quasi due gradi, declassando l’effetto serra a puzza di fritto.
L’affermazione di Fisichella (si spera solo omonimo del zigzagante senatore) salva definitivamente dal rogo i “diversi” ammettendoli nella schiera degli esseri viventi. Per parlare di diritti ci vorrà ancora qualche secolo, ma il prelato ha timidamente aperto sulla possibilità per gli omosessuali di “darsi un’assistenza reciproca”, come dire che fino a ieri invece non si potevano neanche guardare negli occhi.
E’ il primo passo verso la conquista di uno straccio di laicità che è anche lo slogan di una singolare campagna di Controradio di Firenze.

I disegni del destino

Certe volte penso che ci sia un disegno del destino per farci sorprendere, incazzare, per incrinare le nostre certezze.
Lega e Forza Italia sono improvvisamente contro il rifinanziamento della missione italiana in Afghanistan, alla faccia del filoamericanismo e della sbandierata esigenza di continuità della nostra politica estera.
Fausto Bertinotti viene contestato alla Sapienza di Roma dall’ultrasinistra di cui lui fino all’altroieri era un modello. Gli urlano “guerrafondaio e buffone”, lui risponde “buffone sei tu”.
Al processo d’appello per il mistero di Cogne, la pubblica accusa dice che ad uccidere Samuele è stata la madre, Annamaria Franzoni. L’arma del delitto? Un mestolo. Il motivo? Un castigo. Per il pg la donna avrebbe già confessato, ma nessuno se n’è accorto. Certe volte penso che sia il destino a propinarci questa male assortita macedonia. Poi mi ricordo dell’imbecillità umana e torno coi piedi per terra.

Trappole della natura

Nel Comasco un padre ha preso a sberle cinque ragazzini che, qualche mese fa, avevano filmato con un telefonino sua figlia, dodicenne, durante un rapporto orale con un coetaneo. Detta così sembra una di quelle storielle che si avvitano nell’inverosimile parola dopo parola, tipo: un muto dice a un sordo che c’è un cieco che li sta spiando. Invece è una vicenda talmente cruda da poter risultare indigesta. Poco importa se – secondo la difesa dei giovani – la ragazzina era consenziente: a dodici anni, specie nel fiorire delle grazie fisiche, si possono avere disorientamenti e incertezze, sono le trappole della natura. Cosa passa nella testa di un padre la cui figlia è rimasta imbrigliata in una simile tela non lo so. Ritengo che tutto sommato abbia reagito secondo una logica non condivisibile ma comprensibile: ceffoni a raffica. Sono le trappole della natura.

Sondaggio

A maggio ci sarà un’importante tornata elettorale. Si vota per il nuovo sindaco a Palermo e in oltre mille comuni italiani. Chi vive in queste realtà sarà già soffocato da manifesti, spot televisivi, siti internet che vengono fuori come funghi, volantini, inviti, telefonate da sedicenti amici e via dicendo. Non voglio entrare nel merito degli schieramenti, ma vi chiedo soltanto di scegliere quale slogan consigliereste al vostro candidato sindaco. Ovviamente il sondaggio non ha pretese di obiettività. Serve, forse, solo a farci sentire civicamente un po’ più importanti.

Benzina

Ho perso il conto di quanto costa un litro di benzina in Italia. So soltanto che ogni volta che vado a fare il pieno è un salasso. E non so con chi prendermela.
Da un lato un dossier elaborato dai tecnici del sottosegretario Alfiero Grandi ha sostenuto che nel settore della distribuzione dei carburanti manca la concorrenza; che i prezzi della benzina e del gasolio sono inspiegabilmente più alti a confronto con la media europea; che il peso del fisco non è per nulla superiore rispetto ad altri Paesi simili al nostro come la Francia e la Germania. Insomma colpa delle compagnie petrolifere.
Dall’altro il Codacons ha diffuso cifre interessanti sul fronte delle tasse. Ecco, nello specifico, cosa paghiamo per ogni litro di benzina.

  • 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
  • 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
  • 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
  • 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966;
  • 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
  • 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
  • 75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980;
  • 205 lire per la missione in Libano del 1983;
  • 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
  • 2,15 centesimi di euro nel 2001 per il ripristino delle 50 lire tolte dal governo precedente che servivano a calmierare il prezzo del carburante;
  • 1,6 centesimi di euro nel 2004 per il contratto degli autoferrotranvieri;
  • 0,5 centesimi di euro nel 2005 per acquisto autobus ecologici.

Con chi prendermela? Un’idea però mi è venuta…

Qualcosa di leggero

Un tema leggero, quello delle storielle che girano nel web. Sono sempre stato un gran divoratore di stupidaggini, lo dico senza vergogna. Però sono sempre pronto a dire che non ci credo, che certe cose lasciano il tempo che trovano, che se la fonte non è controllabile la notizia vacilla, che sono tutte minchiate…
Insomma sono un curioso fifone!
Piuttosto, che ne pensate di queste “leggi realmente in vigore”? Molti di voi ne avranno sentito parlare, io ho aggiunto soltanto i titoli.
Buona domenica
In Scozia (nella contea di York) è perfettamente legale colpire uno scozzese con una freccia, tranne la domenica.
Provetta d’onore
In Paraguay chiunque abbia la necessità di sfidare a duello un suo rivale può farlo: in questo paese la “singolar tenzone” è pratica corrente. Ma la facoltà è concessa solo se si è donatori di sangue.
Il minimo garantito
In Giordania una coppia di sposi deve concedersi un rapporto sessuale almeno una volta ogni quattro mesi.
Bella porcona!
In Libano gli uomini possono per legge avere rapporti sessuali con animali, purché si tratti di femmine. Avere rapporti sessuali con un animale maschio è un reato punibile con la morte.
L’antiappannante è di Stato
Nel Bahrein, la legge consente a un medico di sesso maschile di fare una visita ginecologica a una donna, ma non di guardare direttamente i suoi genitali. Può soltanto vederli riflessi in uno specchio.
Sotto il mattone
Ai musulmani è proibito guardare i genitali di un cadavere, e questo vale anche per gli impresari di pompe funebri; gli organi sessuali dei defunti devono sempre restare coperti da un mattone o un pezzo di legno per tutto il tempo.
Meglio la cecità?
In Indonesia la masturbazione viene punita col taglio della testa.
Un duro lavoro
A Guam ci sono uomini il cui lavoro a tempo pieno consiste nel girare per le campagne e deflorare giovani vergini che pagano per il privilegio di stare con un uomo per la prima volta. Il motivo: la legge dell’isola stabilisce a chiare lettere che una donna vergine non può sposarsi.
Odiose disparità
A Hong Kong una moglie tradita può uccidere il marito adultero, la legge glielo consente; ma può farlo solo a mani nude. Mentre può uccidere come più le aggrada l’amante del marito.
Il boom degli acquari
A Liverpool la legge ammette commesse in topless, ma solo nei negozi di pesci tropicali.
Mamma, vado bene così?
A Cali, in Colombia, una donna può avere rapporti sessuali soltanto col marito e la prima volta che ciò accade nella stanza deve essere presente anche la madre di lei.
In separata sede
A Santa Cruz, in Bolivia, un uomo non può avere rapporti sessuali con una donna e con la figlia di lei contemporaneamente.

I libri che muoiono

Prendo spunto da un articolo di Francesco Merlo su la Repubblica di oggi per parlare di libri. Anzi di librerie. Come il giornalista fa notare, nelle librerie i volumi migliori non si trovano più e non resta che cercarli su internet.
Per la mia esperienza posso dire che la situazione è molto più grave di quella raccontata da Merlo. Se si escludono i megastore, i giganti del settore che trattano solo merce collaudata, glamour, pubblicizzata, impilata in solidi catafalchi cartonati che riproducono l’autore di grido a grandezza naturale, restano i librai quelli veri. La differenza è la stessa che passa tra un hard discount e una salumeria. Una cosa è comprare il prosciutto già imbustato, un’altra è assaggiarlo, sceglierlo, vederlo affettare.
Solo che ormai anche le librerie per così dire normali hanno perso genuinità.
Vetrine monotematiche, tutto lo spazio alle novità, qualche titolo immortale sugli scaffali, il resto via. I libri sono memoria e non scadono come le mozzarelle. Ci si dimentica che il tempo dà valore ai volumi che meritano di essere letti. E non c’è legge di mercato che giustifichi il macero di un’opera: fin quando ci sarà anche un solo lettore che cerca, quel titolo avrà diritto di rimanere in vita. L’argomento è ovviamente molto complesso. Da un lato i librai hanno problemi di spazio e spesso restituiscono al mittente casse di libri ancora intonse, dall’altro gli editori pubblicano troppo e male. I lettori stanno nel mezzo e acquistano in prevalenza ciò contro cui vanno a sbattere. Ecco perché il catafalco cartonato deve essere solido.

I più belli


Quando alcuni scienziati si mettono d’impegno riescono a diventare compagni di strada di certi esponenti politici: dimostrano in modo eclatante la loro esistenza in vita, ma misterioso resta il senso del loro cammino.
Un gruppo di ricercatori polacchi ha individuato nella top model Naomi Campbell e nell’attore Christian Bale (Batman e The Prestige) la donna e l’uomo più belli del mondo. Che un manipolo di scienziati – polacchi eh, mica americani, italiani o di altri Paesi goderecci! – s’intesti una simile campagna è già una notizia che fa sorridere. Ma che tra i criteri di rigore scientifico ci siano – udite udite! – l’altezza, il peso e il girovita è una notizia da urlo: fermate le rotative!
Questi signori hanno scoperto, dopo lunghe indagini, che la Campbell ha, proprio come la donna perfetta, “gambe lunghe, cosce e polpacci più magri rispetto alle altre donne”. L’uomo che più si avvicina al fisico perfetto è il 32enne Bale: “E’ alto più di un metro e ottanta e ha le gambe della stessa lunghezza della parte superiore del corpo”.
Insomma roba da non crederci! Non è la prima volta che, in questo blog, mi trovo davanti a notizie di una simile caratura che riguardano tette e culi. Ma stavolta ho esaurito tutti i punti esclamativi.

La lettera di Giuseppe

Uno studente napoletano ha scritto una lettera ai giornali chiedendo perché sui media si parla di scuola soltanto quando c’è un atto delinquenziale di mezzo. YouTube e telefonini, secondo questo ragazzo che si chiama Giuseppe, non sono le due facce dell’universo giovanile, ma due elementi che spettacolarizzano la parte peggiore di una minoranza di giovani.
Ha ragione Giuseppe nel chiedere che le generalizzazioni vengano evitate, anche se in tal senso sono dubbioso dato che esse sono la linfa purulenta della nostra informazione.
Spero che abbia ragione anche nel rivendicare a nome di una generazione il giusto profitto per ciò che di buono la scuola produce: non ho i mezzi per giudicare, ma non posso nascondere un certo scetticismo. La scuola è fatta di studenti e molti di loro sono impigriti dalla comunicazione a distanza, ingrassati dall’ozio mentale e prigionieri della noia. Qualche decennio fa si comunicava guardandosi in faccia, la casa era nelle proteste delle mamme “un albergo”, e se proprio non c’era nulla da fare si sudava per strada dietro a un pallone. C’erano meno tv e più carta stampata sotto forma di libri, fumetti, figurine. I giocattoli non invecchiavano facilmente e anche da scassati servivano per essere smontati, analizzati, sezionati sul tappeto della nostra stanzetta. Si andava a scuola con un altro spirito.
La lettera di Giuseppe si conclude con un bellissimo verbo: sognare. E questo mi dà fiducia.

Cuffaro e la coppola

Questa sinistra ce la sta mettendo tutta per mettermi in imbarazzo. L’ultima goccia nel vaso traboccante della mia pazienza è caduta ieri, quando su internet è stato diffuso uno spot del governatore della Sicilia Totò Cuffaro. Nel filmato, realizzato dall’emittente agrigentina Teleacras, il presidente della Regione scherza con una coppola in testa sul rapporto conflittuale col governo Prodi. E s’inventa un’ingenua battuta su una dichiarazione di guerra agli Stati Uniti “così gli americani occupano la Sicilia e fanno loro tutto quello che ci manca”.
Apriti cielo!
Da sinistra pioggia di critiche su tutto: la coppola, il dialetto, la “chimera indipendentista del bandito Giuliano”.
Chi mi conosce e chi frequenta questo blog sa quanta credibilità politica attribuisca, in piena libertà, al centrodestra italiano. Ma stavolta – anche stavolta, porca miseria! – sono costretto a mettermi le mani in tasca per evitare di darmele in faccia.
Guardate il video e ditemi, per favore, come un’opposizione seria e soprattutto sensata può mai sollevare argomenti simili. La coppola è ormai un accessorio che la moda esporta nel mondo, ci sono marchi registrati, si fanno mostre e sfilate con le coppole. Il dialetto è, nel peggiore dei casi, il simbolo di un’appartenenza culturale. La chimera indipendentista del bandito Giuliano poi… Cari politici del centrosinistra, se proprio non siete in grado di tenere a freno la lingua, prendetevi un addetto stampa dotato di cervello che filtri le vostre corbellerie!
Cuffaro non è un santo, ha i suoi problemi politici e soprattutto giudiziari.
Chi lo attacca con questi argomenti ha altri problemi. Di mestiere e livello culturale.