L’articolo pubblicato su Repubblica Palermo.
Giovani che odiano i giovani. È una semplificazione giornalistica e le semplificazioni servono soprattutto per starne alla larga. Sulla strage di ragazzi per mano di altri ragazzi che pare una nuova emergenza siciliana, ognuno, prevalentemente tra i non giovani, ha una propria idea. La cultura o incultura mafiosa, l’atroce riverbero dei social, la famosa crisi dei valori (con cui siamo invecchiati giacché ogni generazione l’ha vissuta più o meno colpevolmente) stanno sempre lì a ricordarci che le ansie hanno il bisogno disperato di una stampella alla quale appoggiarsi. Ed è questo il guaio: cercare soluzioni da black friday a questioni che non tollerano sconti. La spasmodica ricerca della semplificazione di cui sopra, tra insicurezze vecchie e nuove, malesseri psicologici e una recrudescenza di ansia da prestazione (essere a tutti i costi efficaci nel tempo di un reel) sono problemi di tutti: giovani e non.
Poco utili leggi speciali e blitz da teste di cuoio.
Servono esempi di fatica per un risultato.
Serve, a tutti i livelli soprattutto per gli adulti, una mobilitazione culturale contro la scorciatoia.

