Mi è tornato alla mente un ricordo tanto insignificante quanto divertente. Sapete, quando credete di avere svuotato il cestino della carta e scoprite che è rimasto impigliato un pezzetto sul quale avevate scritto qualcosa di irrilevante? Ecco, in quel momento leggete quelle parole e improvvisamente vi si apre uno scenario di significati che mai avreste osato immaginare.
Il ricordo è questo. Giornale di Sicilia, poco più di venti anni fa. La direzione ha nominato nuovi dirigenti da affiancare a me e a Francesco Foresta (in realtà è un modo per disinnescarci, ma questo attiene all’umorismo gestionale di certi tempi, certe aziende, certe strategie e sull’umorismo non si discute, si ride o no). Uno di questi neo-promossi, uno che chiama “sottoposti” gli sventurati che si trovano a lavorare sotto le sue direttive (anzi “direttive”), arriva in redazione di prima mattina e anziché andare alla sua scrivania in un angolo dell’open space, approfittando del deserto redazionale si avvicina furtivamente alla mia stanzetta, l’unica della redazione: una specie di piccola costruzione abusiva, verandata quel minimo da consentirmi di poter rispondere ai tre telefoni che squillano sempre in contemporanea senza dover sovrastare a forza di urla il vocio dei colleghi.
Il neo-promosso ha una missione: misurare a passi la dimensione del mio loculo in modo da richiederne uno di misura uguale o, spera, superiore. Insomma il suo primo atto dopo l’insediamento è farsi costruire una cabina di comando adeguata al suo nuovo rango da cui guidare i suoi sottoposti.
Lo sgamano i fattorini che, oltre a riderne per lustri, pensano bene di informarmi in tempo reale: non esistevano ancora i social altrimenti quei passetti quasi in equilibrio sul perimetro della veranda simbolo del potere sarebbero diventati un meme dance.
Questo ricordo pressoché inutile, ma abbastanza ridicolo da poter risultare divertente, è sbucato dal pied-à-terre della mia memoria in virtù di un principio di similitudine che riguarda il rapporto tra potere e senso del ridicolo. I nuovi potenti non sono peggiori rispetto a quelli di un tempo: dalla prova dell’ardimento alle cene eleganti, dall’uso spericolato della parola “popolo” alla presunta superiorità di una razza pura, dal missile spaziale personale alla giustizia prêt-à-porter, il calo degli anticorpi della buona creanza è tipico di chi si è trovato leader per colpa di qualcuno non per merito proprio. E i sottoposti qualche domanda devono farsela.
Questo post riporta informazioni inesatte. L’intento non era quello di prendere le misure per una stanza, bensì per un podio. Questo mi avrebbe consentito di impartire più efficacemente gli ordini ai miei sudditi ed anche, grazie alla posizione sopraelevata, di investire cavalieri i più meritevoli.
Dovetti però rinunciare al progetto quando non trovai un fabbro che sapesse forgiare la mia corona in base alle DIRETTIVE che avevo SOTTOPOSTO :(