Montante e i telefoni rotti

L’articolo di oggi su la Repubblica Palermo.

Ci mancavano solo le martellate e poi la vendetta di Antonello Montante contro quella tecnologia che gli era amica e che improvvisamente rischia di diventare un cappio al collo sarebbe stata drammaticamente e soprattutto fisicamente completa. La segretaria che svuota l’iPhone mentre la polizia è alla porta, lo stesso Montante che distrugge 24 pen-drive prima della perquisizione… Ecco, c’è  in questo rito disperato quel qualcosa di medioevale che ci ricorda che comunque siamo polvere e di quella cosa lì siamo fatti, non solo per metafora. La volontà di memorizzare forzatamente grazie a un ausilio tecnologico, il sollievo di fissare concetti complicati con un semplice sfioramento di polpastrelli sono emozioni non reversibili. Giacché le macchine restituiscono con più resistenza di quando raccolgono: un’operazione telematica è semplice quanto è complesso il suo annullamento. Ma quella che molti di noi chiamano procedura di sicurezza (evitare di cancellare qualcosa per sbaglio) alcuni chiamano sciagura. Specie quando alla porta c’è la polizia.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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