L’unico augurio

speranzaGli auguri di Natale sono come le opinioni sulla Nazionale di calcio, ognuno crede di avere l’illuminazione giusta. Però me ne frego e sarò breve.
È stato un anno complicato, denso di emozioni, pieno di cose, alcune delle quali non mi mancheranno. Un anno di resistenza e di avventure. Un anno di soddisfazioni e di errori. Ci siamo fatti belli su Instagram, siamo apparsi intelligenti su Twitter, abbiamo stretto amicizia su Facebook, e poi magari non ci siamo rivolti la parola per ore mentre eravamo seduti accanto. Abbiamo sognato la fuga quando la vera trasgressione era rimanere, e ci siamo dimenticati che, non a caso, amare e lottare hanno in comune una cosa che si chiama passione. Ci siamo concentrati su piccolezze che meritavano poco meno di un pensiero flash e ci sono sfuggiti attimi preziosi che purtroppo non torneranno più.
Siamo stati forti, spesso inutilmente.
Ci siamo creduti furbi, spesso inutilmente.
Ci siamo sentiti utili, spesso inutilmente.
Non ci siamo confessati abbastanza che, in fondo, anche per arrendersi ci vuole coraggio. Molte cose abbiamo fatto credendo, in realtà, di farne altre. E in questa confusione di intenzioni, obiettivi, ambizioni interconnesse e speranze sconnesse abbiamo cercato di diluire le nostre debolezze senza capire che l’unico augurio sincero e dal pratico effetto è, in fondo, chiedere scusa.

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Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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