Falcone, Borsellino e i soloni dell’anti-antimafia

Un estratto dall’articolo di oggi su la Repubblica.

Rita e Salvatore Borsellino chiedono che gli avvoltoi della politica restino lontani dalle commemorazioni per la strage di via D’Amelio. In fondo chiedono qualcosa che non dovrebbe essere pesato come qualcosa di speciale. Notizia sarebbe il contrario: venite a noi, onorevoli farabutti, strumentalizzate pure i brandelli di memoria dei nostri cari. E invece fanno rumore perché in un certo sentire comune si realizza finalmente il sogno di una divisione nell’antimafia più sacra, quella dei parenti delle vittime.
Sono anni che si sussurra di scontri ideologici tra i Falcone e i Borsellino, che deposte le fiaccole dell’ennesima marcia in favore di un defunto per mano mafiosa si usano i tizzoni per appiccare il fuoco tra le varie consorterie anti-clan. Da tempo si imbastiscono teorie sulla mafia dell’antimafia, sulla politica che poi così cattiva non è quando finanzia le grandi manifestazioni di commemorazione
(…)
È come se si cercasse disperatamente il colpo di scena: ecco, anche loro (i Falcone e i Borsellino) peccano, sbracano, cincischiano, perché in fondo è tutto un magna magna, un’apocalisse di mezze stagioni, nessunoè perfetto e blablabla.
E invece, semplicemente, i Falcone, i Borsellino e tutte le famiglie dilaniate dal piombo o dal tritolo mafioso sopravvivono ai loro cari. E lo fanno con diverse declinazioni di pensiero, chi piùplatealmente, chi meno, chi cercando la ragione perduta e chi cercando di non perderla. Ma ognuno con la propria sacrosanta convinzione.
Mentre i soloni del nuovo sicilianismo, i depositari del moderno verbo antimafia delineano le nuove strade di emancipazione dal giogo dell’oppressione criminale, un’ampia fetta di pubblico distratto si ricollega alla cronaca, come se assistesse a una partita: chi sta vincendo? La squadra delle agende rosse o quella delle navi della legalità?
Fingendo di non accorgersi che senza un minimo di coscienza civile, certi match sono come certi discorsi. Persi in partenza.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

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