L’inutile vendetta del ragioniere

pigrizia

Un vecchio detto ci ricorda che i generali, certi generali, sono come i volumi di una libreria, più in alto stanno e meno sono utili. Nulla di più vero. A dimostrarlo c’è un ragionamento che parte dalla direzione opposta, cioè da quelli non occupano posizioni apicali in un’organizzazione, in un’azienda o comunque in un sodalizio produttivo.
E’ quella che io chiamo la vendetta del ragioniere.
Se la pratica che vi riguarda è ingiustificatamente sepolta tra le scartoffie di un ufficio pubblico, se la legittima risposta a una vostra istanza non arriva entro i tempi regolamentari, se aspettate un pagamento o se, più semplicemente, chiedete un feedback per qualcosa che per voi è importante, ci sarà sempre un ragioniere al vostro capolinea. Sarà stanco, o annoiato, o preso da altro.
Rassegnatevi, non avrà mai tempo per voi perché la sua inerzia, dinanzi a qualcuno che dipende dalle sue mosse, è per lui la migliore soddisfazione. Non facendo ciò che dovrebbe fare, costui si prende la rivincita contro un mondo che cerca di relegarlo al posto che merita. E sembra urlare: “Vedete che a qualcosa e a qualcuno servo?”.
In realtà lui non serve a nulla perché è il suo non esserci a determinare il valore della sua presenza. Tanto più crea disagio, quanto più crede di salire nella scala dei ruoli sociali.
La sua vita scorre misera sino al bivio finale. O l’oblio di un pensionamento in cui la sua pacchiana pigrizia gli presenta il conto di una vita incolta e inutile, o il dolore di una carcerazione per aver accettato soldi in cambio di una mossa, di una spintarella, di un favoruccio.
In ogni caso, una vita di merda.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

3 commenti su “L’inutile vendetta del ragioniere”

  1. Trovo questo post un tantino offensivo verso la categoria, quasi da querela. Devi essere incazzato forte.

  2. Caro V, ovviamente non ho nulla contro la categoria e colgo l’occasione per dirlo chiaramente. Il ragioniere di cui simbolicamente parlo è una metafora dell’impiegato inerte e pernicioso che blocca, paralizza, soffoca. Spero adesso di essere stato chiaro.

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