Lo so, sono discorsi che annoiano

Sono tempi difficili. Almeno per chi campa con poco, onestamente e si sforza di mantenere il timone saldo tra le mani nonostante la tentazione di virare, tornare in porto e mandare tutti a fare in culo.
Lo so, sono discorsi che annoiano. Però fanno bene a chi è riuscito a sviluppare un senso di orgogliosa resistenza.
Da qualunque parte mi volti è tutta una prova di forza. Mia, nostra.
Uno guarda il  proprio conto in banca e conosce ogni virgola, ogni uscita e soprattutto ogni entrata. Non c’è spreco di zeri, solo parsimonia. Qualche sacrificio e molto orgoglio: nonostante tutto non mi limito a galleggiare, ma nuoto con vigore. Sono fortunato.
Poi però uno legge la cronaca e si trova davanti a cifre che lo stordiscono più di una dichiarazione di innocenza di Berlusconi. Milioni di euro in tangenti. Stipendi pagati a chi non ha mai lavorato. Pensioni di quattromila euro al mese derubricate a spiccioli. Doppi e tripli incarichi elargiti come premio fedeltà, tipo i punti della Mucca Carolina. Perle ai porci e porci senza ali.
Lo so, sono discorsi che annoiano. Però fanno bene come un abbraccio d’amore: personalmente sono sempre e comunque per il trionfo delle certezze. Quelle che mancano quando si assiste all’ostentazione di carriere ingiustificate, al premio delle mediocrità, alla sperequazione dei meriti, allo spreco di fiducia.
Il ritegno è spesso un alibi per non dire, non fare. La prudenza mi piace solo nella guida dell’auto e nella gestione degli aperitivi. Per il resto credo che sia giunto il momento di ammettere che tra gli onesti non ci si annovera, ci si conta.

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Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

4 commenti su “Lo so, sono discorsi che annoiano”

  1. … e ci si scopre, ahimè, in pochi. Ecco dunque perché ti leggo tutti i giorni. Grazie per la compagnia.

  2. Caro Gery, nessuna noia…anzi…dovremmo un pò tutti annoiarci di più, affinché ogni parola posso servire a cesellare il “vaso” dell’onestà. Quel contenitore difficile da riempire di quel valore, ma non troppo vuoto per sentirci sconfortati….

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