Faceva l’amore non la guerra

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Quindi la “Guerra dei vent’anni” era tutta una questione di sesso. Almeno così sembra, a dar retta all’imbarazzante ricostruzione fatta ieri da Canale 5 dei disastri giudiziari di Silvio Berlusconi.
Il programma di un irriconoscibile Andrea Pamparana ha infatti presentato uno spaccato molto personalizzato delle vicende giudiziarie dell’ex premier: accuse e accusatori inconsistenti (si attendeva una rivelazione sui calzini della Boccassini), telecamere ammesse nei luoghi eleganti delle cene eleganti, Ghedini sbrodolante, Ruby monastica, Silvio consolante.
L’alibi era solido (quello della rete, non quello dell’imputato): Canale 5 è privato quindi non scassateci la minchia e cambiate canale se non vi va. Come se il conflitto di interessi e la questione delle concentrazioni editoriali fossero acqua fresca.
“La guerra dei vent’anni” ci ha raccontato una fiction travestita da cronaca, perché è facile ricostruire la realtà con l’audio originale delle deposizioni in un’aula di giustizia: basta saper lavorare di forbice e di montaggio.
Per il resto, un concentrato di omissioni, ammiccamenti, falsità che spero finiranno in un dossier dell’ordine dei giornalisti. Mai un intervistatore che non fosse genuflesso, mai un accenno alla singolarità di un procedimento in cui l’imputato stipendia regolarmente i testimoni, mai un riferimento ai famosi vent’anni del titolo (la corruzione, l’ombra della mafia, i fondi neri, eccetera). A un certo punto la giornalista che reggeva il gioco a Ruby ha abbozzato una domanda premettendo: “Scusa se te lo chiedo…”. E lì si è capito tutto: brutta cosa quando per portare a casa uno stipendio si sceglie di vendersi.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

3 commenti su “Faceva l’amore non la guerra”

  1. Questo travisamento della verità e della realtà posto in essere

    dai vassalli di Silvio Berlusconi è sconcertante e detestabile.
    Quando finirà questa odiosa sceneggiata?
    Intanto oggi udremo la requisitoria della bravissima dr.ssa
    Boccassini.

  2. A proposito di Pamparana (sì, proprio quello che cura la rubrica “l’indignato speciale”) m’è tornato in mente “Il berretto a sonagli” di Pirandello.
    “Pupi siamo, caro signor Fifì. Lo spirito divino entra in noi e si fa pupo. Pupo io, pupo lei, pupi tutti. Ognuno si fa pupo per conto suo”.
    Evidentemente lo spirito divino di Arcore entrò in Pamparana e ne spense l’indignazione, trasformandolo in una riconoscibilissima marionetta.

  3. E comunque sono sempre 1,4 milioni di persone che l’hanno visto… la metà di quelle che si “assuppano” Uomini e Donne della signora Costanzo.

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