Ingroia, che imbarazzo

Il gesto delle manette di Berlusconi? Con me è stato spiritoso, come sempre. Il mio nemico numero uno è Monti, non il Cavaliere.

Antonio Ingroia concede a “Chi” l’onore di scolpire nella pietra berlusconiana il suo pensiero e dà ai non lettori del settimanale e ai non elettori del Pdl una tragica certezza: l’ex magistrato è il più vecchio dei nuovi politici.
Il linguaggio intimidatorio ha via via lasciato spazio all’allusione, l’ammiccamento si è diluito progressivamente in un appello senza appelli: Ingroia non cerca di fare proseliti, se potesse convocherebbe con apposito ordine scritto i suoi elettori, uno per uno.
L’ultimo arrivato nell’arco costituzionale dà lezioni di costituzione e scandisce le tappe di una ipotetica costituente.
Prima Ingroia era dove i suoi cronisti lo rappresentavano, in una sorta di ubiquità giornalistica che spalmava il suo potere ben oltre i limiti delle sue competenze. Oggi è semplicemente dovunque, persino su “Chi”. E da buon neo-politico l’ex procuratore aggiunto di Palermo non ha vergogna di sovvertire la scala di valori che sino all’altro ieri era apparentemente la sua. Monti peggio di Berlusconi: il professore bianco peggio del cavaliere nero, il rimedio peggio del male, il commediografo più esilarante del clown, il bianco più nero del nero.
Tra diktat improvvisati e messe cantate senza sacramento, Antonio Ingroia è la più cocente delusione dell’antimafia militante degli ultimi trent’anni. Un dilettante della politica che non vedeva l’ora di spacciarsi per professionista della scienza della politica. Un ex valoroso che ha ceduto al valore effimero della vanità. Un aspirante saltimbanco che affolla ogni tribuna, ogni salottino, ogni rubrichetta, ogni tavola rotonda: dove c’è una telecamera c’è lui con quell’aria supponente, come se l’avessero trascinato a forza. Uno che, tanto per dire, adesso trova spiritoso persino Berlusconi. Uno senza rossore insomma.
Un politico fuori stagione per tutte le stagioni. Praticamente un frutto surgelato.

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Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

3 commenti su “Ingroia, che imbarazzo”

  1. Sempre molto attento Gery,
    la metamorfosi di Ingroia non appassiona particolarmente, mi aveva dipinto come un personaggio eccessivamente mediatico, un po’ americano, va in tv partecipa a dibattiti politici……
    A presto, Massimo. C.

  2. Premetto che io voterò Ingroia. Non mi stupiscono, però, né mi trovano in totale disaccordo alcune parole e taluni contenuti di questo articolo. Vorrei però puntualizzare due cosette: per quanto io non abbia affatto gradito questa “discesa agli inferi” di Ingroia, né il fatto che si sia addirittura intitolata una lista, dobbiamo dar atto alle seguenti verità. 1) Ingroia è stato uno stimatissimo ed integerrimo magistrato; 2) Non deve essere un tabù che un magistrato si candidi in politica, perché ciò che saprà o non saprà fare non dipenderà certo dal mestiere che faceva prima; né va strumentalizzata tale scelta da chi sosteneva da sempre che “i giudici sono di sinistra e la collocazione del suo movimento lo conferma!”, perché i giudici possono essere di destra, di centro, di sinistra e persino monarchici, ma devono agire nel rispetto della legge e della Costituzione, e se sono onesti e fanno il loro dovere la loro fede politica non può entrare più di tanto nelle loro sentenze; 3) Il movimento Rivoluzione Civile è l’unica formazione di sinistra che dichiara apertamente il suo anti-montismo e ridà voce a una fetta di popolazione da anni non rappresentata in Parlamento; 4) RC può catalizzare i voti di tanti ex-delusi dalla sinistra, che non votavano più da anni o avevano iniziato a votare il M5S.
    Anche a proposito di Grillo, vorrei chiarire la mia posizione. Premetto, per evitare fraintendimenti, che non ho alcuna intenzione di dire che Grillo è un qualunquista, né che gli attivisti del M5S lo siano… Se sono politicamente attivi, per forza di cose NON possono essere qualunquisti. Ciò che intendo dire io è che le affermazioni urlate da Grillo, benché in chi ha un certo background storico-politico possano fare breccia nel senso “rivoluzionario” dell’intenzione, possono FACILMENTE scadere in teoremi che i più sempliciotti tra i suoi fan o potenziali fan potrebbero interpretare nel modo meno profondo dei significati possibili. Faccio qualche esempio. Dire che “i sindacati vanno aboliti perché sono vecchi come i partiti” (cito letteralmente), per ME può significare che certi sindacati confederati, vedi soprattutto CISL e UIL, ma talvolta anche CGIL (per esempio CGIL-Flc), non fanno sindacato ma gestiscono poltrone curando soprattutto i loro interessi, non di categoria, ma proprio privati… Chi non coglie questa “sottiletta” fagocita questo messaggio come “i sindacati vanno aboliti.”, cioè, per dirla alla Marchionne (e alla Monti), meglio che non ci siano, così non disturbano i “manovratori”, alias i governi che tagliano i salari, mortificano il CCNL, insomma fanno l’occhiolino agli imprenditori senza scrupoli. Urlare, inoltre, che “l’antifascismo non è materia di competenza del M5S” (altra citazione letterale) fa gola a chi, trovando simpatiche le urla e accattivanti i vaffanculo di Grillo, vuole trovare spazio per i propri rigurgiti neofascisti, anch’essi tanto venati di giustizialismo e di PULIZIA! Io credo che non ci voglia nulla a passare da una pessima democrazia a un nuovo rampantissimo neo-fascismo mascherato da “apriscatole”. Io non voglio polemizzare con nessuno, ma sono sinceramente preoccupato per la deriva reazionaria che può prendere un tale movimento, nutrito dalle frustrazioni e dai rancori, oltreché dalle rabbie, dei tanti disadattati che purtroppo crescono in tutta la nostra società. La Rivoluzione Francese ci ha insegnato tanto, in tal senso. Per questo ritengo FONDAMENTALE che tanta energia sia canalizzata verso OBIETTIVI PRECISI, con chiarezza relativamente agli anticorpi antidittatoriali e antifascisti. Ecco perché una persona con i piedi ben radicati a sinistra ha difficoltà a votare M5S… Scusatemi per la prolissità… ;-)

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