La moda delle primarie

Da sinistra a destra, i partiti italiani cercano di rilanciarsi con le primarie. L’idea di creare maggiore partecipazione è condizionata  dalla paura di scomparire che si porta appresso un dubbio non da poco: se gli elettori non vanno più alle urne per le consultazioni ordinarie, si accolleranno di fare la coda (e di pagare anche) per una competizione meno cruciale?

Le primarie sono un istituto tipicamente americano, risalgono alla fine dell’Ottocento, e sono state sperimentate in Italia solo in tempi recenti. In questo momento vanno di moda e la disinvoltura con cui se ne parla lascia stupefatti. Questo tipo di elezioni infatti dovrebbero partorire un candidato, anzi il candidato forte che, se eletto, dovrebbe governare senza doversi guardare le spalle dai suoi. Esattamente ciò che non accade in Italia.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

2 commenti su “La moda delle primarie”

  1. D’accordo con l’autore.
    Le primarie in Italia non possono avere successo:
    manca la passione, la fiducia, il senso dello Stato.
    Quelle de Partito Democratico bene o male stanno
    avendo una buona visibilità.
    Quelle venture del centro – destra:una incognita:
    una diserzione annunziata.

  2. Caro Aramis, non mi pare che negli USA ci sia più passione che qua. Alla fine alle elezioni vota a malapena la metà degli elettori.
    Occhio a non confondere la realtà dalla sua rappresentazione mediatica.

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