Il cielo sopra Scalfari

Non riesco a farmene una ragione. C’è più di una nota stonata in certe campagne giornalistiche come quella di Eugenio Scalfari che non perde occasione per dipingere Beppe Grillo come il leader “del populismo e dell’antipolitica”.
Non sono in grado di scommettere sulla riuscita dell’operazione del Movimento 5 Stelle però guardo con interesse a tutto ciò che è nuovo. Mettiamola così: non sarò lungimirante, ma cerco di mantenere accesa la fiammella della curiosità.
Scalfari, e quelli come lui, invece tengono a distanza con la canna tutto ciò che non hanno costruito, plasmato, influenzato, allevato, foraggiato (e poi, magari, abbandonato). Il frequente rimprovero, pretestuoso al limite dell’imbarazzo, a Grillo sull’uso di un linguaggio esplicito durante comizi la dice lunga sulle reali intenzioni del grande vecchio di Repubblica.
Signora maestra, Beppe dice le parolacce!
In quale galassia veleggiava Scalfari quando la Lega invocava pallottole per i magistrati, o chiamava negri di merda gli immigrati? E certo, quella non era una forza antipolitica costruita sul populismo, era una realtà di governo. Una realtà di diti medi alzati, di allusioni falliche, di canottiere unte e coscienze bisunte.
La sensazione è che a Scalfari non interessi nulla di ciò che viene dal basso, e che si occupi prevalentemente di quel che cade dal cielo.
Per affinità.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

7 commenti su “Il cielo sopra Scalfari”

  1. Scalfari, grande intellettuale, grande giornalista
    è rimasto fermo al PCI di Berlinguer:è da comprenderlo.
    Il nuovo, anche se scanzonato e cazzeggiato, non
    lo percepisce.
    Il pentastelle è una bellarealtà che rinfresca
    i cuori.

  2. Individuo almeno 2 ragioni nell’astio di Scalfari:
    La prima è la stizza del giornalista verso chi non si china al sacro dovere di parlare con i giornalisti (Gery tu sei una straordinaria eccezione).
    La seconda è che da anziano non frequenta il web perchè lì troverebbe le risposte al programma di Grillo e del M5Stelle. Di uno che da anni scrive un post al giorno non so come si possa dire che è solo parolacce. Magari gli altri politici scrivessero un post al giorno per farci sapere come la pensano …

  3. …come spesso accade di leggere su questo magnifico blog, la sintesi è mirabolante! Condivido la tua curiosità per il nuovo e apprezzo la tua sempre onesta lucidità e la tua capacità di analisi. Grazie.

  4. e di quanto scrive oggi francesco merlo (il metodo dell’ostracismo), che diciamo?

  5. E’ molto strano sentire ancora parlare di “antipolitica”…in quanto, oggi, di fatto non esiste una vera politica!…I molti che la praticano, restando imprigionati nelle maglie di un sistema ormai vecchio, parlano in termini deprecabili di un’ “antipolitica” che avanza,.. indicandola in opposizione ad una consueta maniera di far politica. …ma la realtà sembra essere sotto gli occhi di tutti: inefficenza, atti illeciti, degradamento morale e sociale…..
    Se, dunque, non esiste di fatto una politica utile e fattiva…ogni movimento o qualunque dialettica volesse contrastarla, non potrebbe mai essere definita “antipolitica”, ma…forse…il desiderio di ricerca di una politica più nuova e funzionale al servizio che dovrebbe rendere..
    Oggi , il Movimento di rottura più evidente che opera verso questa “antipolitica” sembra essere il Movimento cinque stelle guidato da Grillo. Ma, se pur chiaro il desiderio di voler rompere con un sistema politico vecchio, non v’è dubbio che questo Movimento rappresenta, oggi, una vera valvola di sfogo verso estremismi che potrebbero arrecare parecchio danno al nostro Paese. Rappresenta l’argine o meglio la diga di contenimento,… paradossalmente….un vero baluardo a difesa dell’ultimo scampolo della democrazia.
    Bisogna, comunque, percepire che soltanto attraverso determinate rotture si può costruire il nuovo.. non si tratta quindi di fare “antipolitica” ma di costruire una nuova politica sulle ceneri di un modo ormai vecchio di farla.
    Personalmente, pur essendo in sintonia con questo Movimento, non riesco a condividerne pienamente il percorso, poiché non esattamente conforme allo scopo che si prefigge: se si vuole rompere col passato per costruire il nuovo, non si possono sposare in tutto certe regole!
    Questo Movimento, per riuscire ad affermarsi, non dovrebbe posizionarsi nell’amministrativo del territorio, attraverso candidature a sindaco, proprio perché rischierebbe di restare succube di metodologie che finirebbero col compromettere il suo stesso percorso. Bisognerebbe che si muovesse soltanto politicamente (Camera e Senato) promuovendo dall’alto il suo cambiamento.
    Oggi una vera rivoluzione politica culturale può avvenire solo se promossa dall’alto, una rottura col passato ed un cambiamento verso il futuro proposto attraverso una funzionale ricerca delle riforme ed un rinnovamento dell’attuale Carta Costituzionale.
    vincenzocacopardo.blogspot.com

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