No, però

Ci sono due parole che possono riassumere la personalità e i progetti del procuratore aggiunto della Repubblica di Palermo, Antonio Ingroia. Sono: “No, però” scritte così, in un’unica frase e separate da una virgola. 
È un metodo efficace, quello del magistrato siciliano. Negare pur lasciando una possibilità, chiudere pur lasciando uno spiraglio. E far passare concetti importanti attraverso piccole frasi smorzate ad arte, ma non per questo depotenziati.
Senza mettere in dubbio le qualità professionali di Ingroia, va ribadito l’antico concetto della specializzazione. Un buon giudice non è necessariamente un buon giornalista (Ingroia è adesso un mio collega), né un buon politico, né un buon cuoco, e via discorrendo.
Quando lo hanno tirato in ballo per un’eventuale candidatura per la presidenza della Regione siciliana, lui ha tirato fuori l’immancabile “No, però”, rinviando a una maggiore convergenza di forze politiche sul suo nome. Esattamente il sistema utilizzato in molte interviste che hanno a che fare con le sue inchieste. Una cosa tipo: non posso dire niente, però dico questo, questo e quest’altro (lo ha fatto notare anche Pigi Battista, qualche mese fa sul Corriere).
Qualcuno può inquadrare questo atteggiamento in un’ottica di prudenza, personalmente preferisco un “sì” o un “no” secchi. Specialmente quando si parla di politica.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

3 commenti su “No, però”

  1. ingroia appare tentato, da qui probabilmente il “si cioè no” delle sue risposte. in ogni caso a destra si piange ma a sinistra non si ride. il linguaggio della politica tradisce la tristezza di queste circostanze.

  2. Il babbio di Leoluca Orlando:Ingroia non è candidato, nè è interessato a candidarsi a presidente;Ce lo vedete alle prese con i forestali, con i precari? etc. etc.
    Invece è possibile che sia candidato alle prossime elezioni politiche:il parlamentare!

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