Il sesso dei morti

Non so, forse ci vuole prudenza o forse no. Ogni volta che si parla di omosessuali, e soprattutto di omosessuali morti, mi viene una mezza paralisi ai polpastrelli prima di scrivere.
Solitamente mi astengo, stavolta no.
Mia moglie mi ha fatto notare come nel caso di Sally Ride, la prima donna astronauta morta lunedì scorso per un tumore, ci sia stato un accumulo di notizie che non ripercorrevano le sue gesta scientifiche bensì quelle sessuali. Che, se ci pensate con la calma che una serata estiva può suggerire,  è un attentato alla ragione.
Una si dà da fare per conquistare altri mondi, si catapulta al di là dell’atmosfera terrestre, cerca di respirare l’aria più nuova che ci sia (anche artificiale, nella stratosfera), e magari rischia la vita per cosa? Per trovare, da defunta, un articolo che racconta della sua compagna nascosta.
Morale triste: si fa di tutto per non essere ombelichisti e ci si deve rassegnare, post mortem, a una cronaca pressoché pubica (quindi ambientata qualche centimetro più in giù).
Per prudenza e da eterossessuale generalmente rifuggo dalle tentazioni populistiche del “gay è bello comunque e sempre”. Però stavolta mi pare che sia stato fatto scempio della ragion discreta (pura o meno) cioè di quel sentimento che unisce tutti, diversi e non diversi, uguali e più uguali, nel segno della pietà e dell’onore.
Pietà per chi non c’è più.
Onore per chi c’è stato senza imporre i propri gusti sessuali come una legge.
Il resto sono miserie di chi non vive, ma sopravvive.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

3 commenti su “Il sesso dei morti”

  1. La tua disamina mi fa tornare indietro di qualche mese. La morte di Dalla, nelle prime 24 ore successive al triste evento, fu interpretata con la splendida chiave della musica del maestro.
    Da quel momento in poi, fu una corsa all’ora su chi sciorinasse al meglio il menage di Dalla con il suo giovane compagno.
    Una cosa su tutte mi fece riflettere. Mia zia, cattolica, moralista e di fede DC, che esclamò: “Quanto mi piaceva Lucio Dalla, a saperlo che era un porco, che se la faceva con i ragazzini, non avrei comprato alcuno dei suoi dischi”. Questo è uno degli effetti deleteri di quella stampa che sostituisce, miserabilmente, la parte al tutto.

  2. ma il fatto che siamo tutti uguali (etero e non),non è mai venuto in mente a nessuno sinora?

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