Ricchi quindi colpevoli

Nel Paese che non conosce più le mezze misure – ubriacato da anni di sprechi smisurati, di burocrazia ipertrofica, di politica del favore – è in atto il capovolgimento di un ideale. La ricchezza che fino all’altroieri era il simbolo di un governo godereccio e opulento, è improvvisamente diventata un indizio di colpevolezza.
Sui giornali e su internet scatta la caccia alle proprietà di un politico che magari non ha fatto nulla di male se non investire nel mattone i soldi onestamente guadagnati, si consuma la vendetta (per cosa?) ai danni di uno che a Natale è andato in vacanza alle Maldive pagando tutto addirittura coi suoi soldi. Foto di ville, di corpi esposti al sole tropicale, di brindisi a piedi nudi vengono pubblicate come se si trattasse di prove schiaccianti. Ecco dov’erano quei deputati a Capodanno mentre noi mangiavamo lenticchie fredde nel tinello! Loro se la spassano mentre il Paese tira la cinghia, vergogna!
Il senso forcaiolo della sana invidia – perché a tutti piacerebbe stare in panciolle davanti a un tramonto caraibico anziché rodersi il fegato nel traffico cittadino – costituisce un brutto segnale. Perché volere vivere in modo migliore e non poterlo fare può suscitare umanissimi pensieri virulenti, ma fingere di usarli per una nuova lotta di classe rischia di farci sprofondare nell’abisso del ridicolo. Al quale peraltro siamo già pericolosamente vicini.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

6 commenti su “Ricchi quindi colpevoli”

  1. considerazioni sacrosante. è molto preoccupante questo ennesimo “brutto segnale”, lanciato dagli stessi che hanno sempre plaudito alle ricchezze ed eccessi di chi ci governava prima…
    il fatto è che la via da percorrere è molto stretta, incerta e infida. mi intimorisce il fatto che monti riceva critiche sia da quelli orientati pdl/lega, che dai miei amici più a sinistra, che si allontanano da certe scelte e che non sembrano vederle come “obbligate”.
    non vorrei che tutto ciò portasse a un inconcepibile, inaccettabile, malaugurato ritorno.

  2. …ma gli auguri di compleanno al caro Gery vengono celati fra “posts” di legittima critica verso quella casta giornalistica prezzolata e così tanto attenta al richiamo del potere?

    Buon compleanno caro Gery, 100 di questi giorni!

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