Le chiacchiere sugli sfigati

Tutti addosso a questo Martone che, in modo pessimo, ha espresso un concetto da scoperta dell’acqua calda: meglio laurearsi in tempo che laurearsi tardi.
C’è qualcuno che può affermare il contrario?
La verità è che su internet, e soprattutto sui social network, si generano pericolose onde anomale a partire da una goccia. Tutti a ruggire contro l’infelice frase del viceministro, tutti ad autoaccusarsi di essere sfigati per necessità. Chissà – ma questo la rete non lo svela – quanti studenti fuoricorso avranno trovato un alibi pubblico e plausibile grazie all’incauto Martone, quando in realtà non studiano perchè se lo possono permettere, perché sono di famiglia agiata, perché sono nullafacenti nel dna.
A tutti gli altri invece il viceministro al Lavoro non deve delle scuse, ma delle spiegazioni precise, dei programmi dettagliati. Nel senso che dovrà sbracciarsi per spiegare cosa intende fare per far sì che questi ragazzi non si debbano spaccare la schiena per pagarsi gli studi (per questo si laureano dopo, perché nel frattempo continuano a lavorare) e soprattutto come far sì che il tempo trascorso sui libri non sia sprecato.
Insomma, una cosa sono gli sfigati, un’altra gli sfortunati.
Il resto sono chiacchiere.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

Un commento su “Le chiacchiere sugli sfigati”

  1. ritengo che uno come martone, e con lui tanti altri, dovrebbe innanzitutto portare rispetto al ruolo che riveste e aprire la bocca in modo consono.
    un’opinione come la sua è perfetta se la dico io a cena con amici o al bar. provenendo da chi si trova nella sua posizione (di prestigio e remunerativa) ci dovrebbe essere l’obbligo di esprimerla compiutamente e correttamente.
    nessuno si sarebbe offeso o scandalizzato se avesse osservato che:
    1) non è necessario laurearsi per forza, ma ci sono molteplici storie di successo e professionalmente gratificanti realizzate da non laureati;
    2) che ci sono comunque persone che arrivano alla laurea tardi per necessità contingenti o impedimenti di varia natura;
    3) che tutto questo non deve diventare un alibi per una grande quantità di pelandroni cocchi di mamma, che si attardano nel nido serviti e riveriti, senza nessun senso di colpa e una lunga lista di diritti.
    4) che chi sceglie la strada dell’università, potendo, è meglio che la percorra a passo di corsa, con entusiasmo e proficuo.
    il caro matrone ha studiato, si è mosso in ambienti altolocati, ha bruciato le tappe di una certa carriera politica; potrebbe pur prendersi la briga di prestare attenzione a quello che dice e a come si esprime.
    o non ci tiene a differenziarsi da i tanti cialtroni che lo hanno preceduto, che, inclini alla più becera provocazione, hanno poi fatto della rettifica postuma e della smentita un’arte?

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