Poco servizi e molto segreti

Nell’anno 2011, in Italia, con un capo di governo che fa e dispone a suo piacimento, confortati da una carta costituzionale che è esempio per il mondo intero, il ministro degli Interni Roberto Maroni vuol farci inghiottire la prima scemenza che gli è venuta in mente per coprire le inefficienze del sistema di pubblica sicurezza.
Dice Maroni: la legge non è adeguata, i black bloc, anche volendo, non li si poteva bloccare.
Senza entrare nel merito legislativo della questione, senza cadere nella trappola dei codicilli e senza dar peso ai sofismi di un ministro furbetto ma nulla più, una cosa va detta con chiarezza: un vero Stato democratico forte non si accorge, a sconfitta bruciante incassata, che le norme non sono buone.
Gli incidenti di Roma potevano essere previsti – e chiedo scusa se sono costretto a ribadirlo – facendo ricorso alla nostra intelligence, una struttura che c’è, costa molto e dovrebbe produrre altrettanto.
Il blabla sui carabinieri che non possono fermare gli anarchici prima che compiano un atto di violenza, sulle biglie trovate nelle auto emmaperònientesipuòfare, sull’inadeguatezza della legge e su una presunta copertura patrimoniale che dovrebbe stare alla base del diritto di manifestare, è solo fumo negli occhi di un pubblico che non sa, non vuole conoscere, non ha memoria.
I nostri servizi segreti hanno tutte le carte per aggirare questi ostacoli diciamo burocratici: ci sarà un motivo per cui si finanziano strutture che hanno grande libertà di manovra e che stanno fuori dal baricentro della gestione ordinaria delle cose che attengono alla sicurezza nazionale.
Ebbene, cosa hanno fatto questi uffici? Cosa hanno prodotto? In che modo si sono resi utili per sterilizzare l’evento potenzialmente più infetto degli ultimi mesi? Maroni non lo dice. E, peggio ancora, in pochissimi glielo chiedono.
Su questo tema bisognerebbe organizzare un’iniziativa parlamentare: è giusto che i nostri servizi segreti siano poco servizi e troppo segreti?

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

Un commento su “Poco servizi e molto segreti”

  1. Da giovane; anch’io ho manifestato a Roma e ricordo chiaramente che gli “anarchici” c’erano anche allora. I negozianti abbassavano le saracinesche al minimo cenno di disordine, ma le forze dell’ordine riuscivano egregiamente a contenere e marginalizzare i violenti.
    Perché questa volta non sia avvenuto (unici al mondo) é un quasi-mistero.
    Certo, non si parla d’altro.

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