La cresta sulle cure anticancro

C’è un’inchiesta destinata a fare rumore, quella sulle cliniche private di Palermo che avrebbero dimezzato le cure ai pazienti affetti da tumore per risparmiare sui farmaci.
E c’è una presa di posizione che invece rischia di passare inosservata, quella del presidente dell’Associazione italiana di oncologia, Carmelo Iacono. “È grave quanto sarebbe accaduto (a Palermo, ndr). Ma questo è l’effetto della politica dei tagli. Non mi stupirei se ci fossero altri casi analoghi a quello di Palermo”.
Iacono in pratica fornisce quasi una giustificazione. Siccome ci sono i tagli, i poveri imprenditori della sanità privata devono risparmiare su qualcosa. La  pericolosa banalità di questo ragionamento è tale da non meritare alcun commento. E’ come se per l’effetto della crisi economica sulle famiglie italiane, il presidente di un’associazione dei consumatori giustificasse le rapine.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

2 commenti su “La cresta sulle cure anticancro”

  1. Non credo che Iacono voglia giustificare queste nefandezze, che se provate sono e restano tali; ma credo che le voglia inquadrare in una condizione oggettiva di stretta alle risorse per la sanità non solo privata, ma anche pubblica. E’ ipocrita, da parte dei gestori della cosa pubblica, ergersi a giudici di coloro ai quali fanno mancare le più banali risorse sanitarie. Chi conosce come ogni giorno si vive per riuscire a garantire ai pazienti le cure necessarie, sa a quali salti mortali ci si deve sottoporre per far “quadrare il budget” e non far chiudere le strutture. Sono stati chiusi in Sicilia non so quanti presidi, alcuni certo parassitari, altri però utili. Certo, il singolo paziente penalizzato è quello che fa notizia; ma intere strutture che vengono meno per mancanza di fondi non condizionano anch’esse, anzi di più, la salute dei pazienti? E’ per questo, credo, che Iacono ha amplificato il discorso. Non ha giustificato un bel niente; se un medico davanti al singolo paziente non profonde comunque tutto il suo possibile impegno e non usa tutti i mezzi possibili per aiutarlo non è un medico degno di tale nome.

  2. Sono figlio di un oncologo che per anni ha avuto il coraggio di dirigere qualche ospedale quindi conosco abbastanza l’argomento. Ritengo che la dichiarazione di questo signore sia ad altissimo rischio equivoco.

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