Berlusconi e il rigore mancato

Ora sono tutti lì a inveire contro di lui perché non solo non ha mantenuto la promessa di ridurre le tasse, ma anzi è stato costretto ad aumentarle. Come se ci volesse una crisi mondiale per svelare le zampe d’argilla del nano-titano della politica moderna.
Oggi Berlusconi, dopo decenni di imbrogli, profanazioni del buon gusto, inquinamento della morale, corruzione dei costumi, rischia seriamente di perdere la leadership di un Paese senza leadership per l’unica causa di cui non ha colpa: l’agguato degli speculatori internazionali.
Eppure si capiva già dal 1994 che per ridurre la pressione fiscale non servono le comparsate nel salotto televisivo di Vespa e i faccioni turgidi di cerone sui manifesti.
Per sanare l’economia, sia quella domestica che quella nazionale, occorre solo una cosa: rigore. Non lo insegnano all’università, basta vivere in un mondo che non sia popolato solo da yesman e donne a pagamento.
Rigore, quindi.

Rigore nelle scelte delle alleanze politiche. Perché quando il tuo peggiore nemico diventa poi il tuo principale alleato è segno che uno dei due ha sbagliato giudizio e se questo cambiamento non passa attraverso una pubblica spiegazione vuol dire che sotto c’è qualcosa di storto.
Rigore nel verificare l’attuazione dei punti del programma. E’ troppo facile fornire dati a vanvera, blaterare di obiettivi raggiunti quando mancano le prove di queste conquiste. Chi cerca solo il colpo a effetto deve fare i conti con il risultato finale della partita.
Rigore nel dimostrarsi al di sopra di ogni sospetto. Il capo di un governo deve mettere i propri interessi personali da parte, perché sul primo motore immobile (immobile?) di una nazione non possono esserci dubbi. Sappiamo tutti com’è andata invece con Berlusconi che, al contrario, ha gestito l’attività legislativa quasi esclusivamente con un occhio alle sue vicende private.
Rigore nel garantire libertà di espressione e pluralismo. Mai come in passato, in Italia si tenta di mettere il bavaglio agli organi di informazione. Si cerca in ogni modo di impedire il fondamentale ruolo di controllo che la stampa dovrebbe esercitare nei confronti del potere, illudendo i cittadini con il presunto incremento delle garanzie individuali che, in realtà, sono talmente individuali da interessare una sola persona.
Rigore nel sapere riconoscere il momento in cui farsi da parte. Esistono teorie molto suggestive sulle origini e sugli attori della attuale crisi economica internazionale. Tuttavia, sia che si aderisca al complottismo sia che si sposi la verità ufficiale, è facile capire come la figura di Berlusconi appesantisca l’immagine della nazione e quanto la credibilità del nostro Paese sia minata da un premier bugiardo, infido e perciò pericoloso per la salute pubblica dell’azienda Italia.
Non è vero che siamo tutti sulla stessa barca. Non è vero neanche che siamo su una barca. Ergo, non è richiesto al capitano di affondare con tutta la nave.
Se ne vada e ci lasci sperare in un futuro diverso, comunque migliore.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

4 commenti su “Berlusconi e il rigore mancato”

  1. Sacro santo il rigore evocato, che ricorda i “lunghi pensieri” di Berlinguer e l’AUSTERITA’.
    Aggiugerei la sobrietà,l’operosità, la laboriosità, virtù essenziali. Gli italiani hanno queste virtù?
    Nei paraggi c’è un altro Berlinguer???

  2. Non c’è un altro Berlinguer e se c’era se ne è andato perché consapevole che una nazione non è una azienda e non dovrebbe essere quotata in borsa. E questo vale non soltanto per l’Italia

  3. Gery, grazie. Come sempre neutrale, fattuale e chiaro.
    Mancerebbe forse un accenno a un dubbio e che ormai da qualche anno mi assale: ma non è che Berlusconi si sia comprato anche l’opposizione? Magari non direttamente ma indirettamente perchè poi fare il parlamentare dell’opposizione sembra la migliore delle posizioni di rendita! Non devi darla via! Non devono dire: “signorsì”! Non devono elaborare neanche un programma di governo alternativo e convIncente! Se tutto va in malora, possono sempre dire: “ve l’avevamo detto che era meglio non votarlo!” Godono di tutti i privilegi della casta e si limitano a dire: ” è inaccettabile!”
    Non se ne può proprio più di questi politici!

  4. Come non essere d’accordo con te? Hai scritto delle verità in modo chiaro e obiettivo. Ora resta solo da sperare…
    Mirella

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