La vera emergenza del terzo millennio

Il Papa, con ammirevole puntualità, prende di petto la vera emergenza del terzo millennio: le coppie di fatto.
Il fulcro del mondo è la famiglia, e una vera famiglia è solo quella fondata sul matrimonio, bemollizza (senza musica) il pontefice. Il resto – conviventi che ogni sera vanno a letto insieme da trent’anni, giovani che fanno l’amore e che scoprono il vero senso della vita, anziani uniti da un’improvvisa “affettuosa amicizia”, sodali per sentimento di ogni sesso, sperimentatori degli affetti, vedove che ritrovano un’anima gemella e che non hanno voglia dell’ennesima cerimonia, pazzi innamorati di ogni longitudine, innamorati pazzi di ogni latitudine età e religione – il resto, dicevamo, non conta un tubo.
Ci sarebbe di che urlare se non fosse che il senso del ridicolo ha l’obbligo di sterilizzare le parole di  chi ha l’ardire di discettare della stratosfera senza aver mai neanche guardato il cielo dalla finestra di casa. Che ne sa dell’amore quello lì? Chi gli ha dato certe dritte sulla vita di coppia?
E poi, se volete, anche dal punto di vista strettamente politico il Pontefice è perdente: il matrimonio è in crisi da decenni e ormai in Italia si separa una coppia su quattro.
Insomma, è come se Berlusconi oggi puntasse tutto sull’amministrazione comunale di Milano e pretendesse di avere ragione per diritto divino.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

14 commenti su “La vera emergenza del terzo millennio”

  1. Concorde con spallanzani ANACRONISTICO.
    Il concetto del matrimonio è ormai obsoleto: indissolubile, totalizzante, responsabile , sono parole che non possono essere più accettate, in un mondo in continua trasformazione anche le persone devono avere la possibilità di trasformarsi quasi quotidianamente e allora abbiamo bisogno di libertà!
    Libero di cambiare la donna con cui vivo quando voglio, libero di scegliere io quando stare insieme e quando no, libero di far crescere mio figlio in una famiglia aperta in cui madre e padre hanno ognuno i propri spazi.
    Infine la stupidaggine colossale che il fulcro del mondo è la famiglia, come se i rapporti con i genitori e le esperienze fatte in età infantile/adolescenziale influissero in qualche modo alla costituzione della persona… è vero spallanzani il Papa è anacronistico non sa che ormai il mondo gira intorno alla f**a

  2. Sebbene il post sia assolutamente condivisibile, permettetemi che però si debba considerare il proprio pubblico di riferimento. Cosa vorresti aspettarvi? che il Papa, dopo oltre duemila anni, dicesse: cari fedeli, il matrimonio è finito! E’ un fatto ormai anacronistico. Il sacramento è archiviato! E poi, tutti quelli che per duemila anni ci hanno creduto o dovuto credere? che fanno? si incazzano? Beh, sarebbe la stessa cosa come se il Papa acconsentisse ufficialmente all’uso del preservativo alla faccia di almeno due dei dieci comandamenti.
    A me pare che il punto sia diverso. Alla luce del dato di fatto che una coppia su quattro non arriva al cosidetto “traguardo” e, sicuramente, almeno una su quattro è di fatto separata e non appare nelle statistiche solo perchè un divorzio costa assai di più di un matrimonio: a quanti sono indirizzati questi moniti o rassicurazioni? a quelle migliaia di fedeli che la domenica si recano in P.zza S.Pietro per ascoltare l’Angelus? a tutti quelli (centinania di migliaia?) che vanno regolarmente alla messa? e, poi, quanti (alcuni milioni?) sono rimasti nel mondo quelli che ancora ci credono?

    Insomma, la domanda che mi pongo è: è davvero una notizia da pubblicare sui giornali e spacciarla come una emergenza millenaria oppure dovrebbe essere considerata come un annuncio pubblicitario di quelli a pagamento?

    P.S.: Manolo si commenta da solo.

  3. Maurizio pensavo fosse chiaro che ho utilizzato un linguaggio paradossale proprio per esprimere il contrario di quello che dico nel post…

  4. Da due anni e mezzo condivido la mia vita con la persona che credo sia la stessa con la quale vorrei continuare a svegliarmi, addormentarmi, pranzare, litigare e andare al mare per tutto il tempo che resta…
    Da un anno viviamo insieme e ci sentiamo in tutto e per tutto – comprese i cavilli della burocrazia – marito e moglie.
    Non posso e non potrò sposare il mio compagno in chiesa, perchè la chiesa sentenzia, senza appello, in questo modo.
    Da credente praticante, continuo a sognare che questo scoglio un giorno possa essere superato.
    Non tanto perchè mi piace la nuvola rose del prete che acconsente e l’alito da fiaba tutto intorno, quanto, e semplicemente, perchè vorrei condividere con Dio la mia scelta di vita.
    Questo, però, seppure animato dalle più nobili intenzioni, non è possibile. Non basta, avendo scelto di mettere su casa in un paesino, non esagero ad affermare che abbiamo addosso gli sguardi di cemento armato, in primis di certi religiosi, in secundis dei troppi benpensanti, con la coperta candida sul letto e l’amante dentro l’armadio.
    La chiesa detta leggi, il popolo che la segue abbassa, apparentemente, la testa e gronda di pregiudizi.
    Mi chiedo, ma il Papa e quanti con lui legiferano, si domandano mai quale sia il peso specifico di un sentimento vero?

  5. Mi viene adesso in mente l’acceso dibattito di alcuni anni fa in Francia riguardo all’emergenza AIDS in Africa. Allora, una parte della stampa di area socialista e intellettuale e anche dell’opinione pubblica laica sosteneva a gran voce che il Papa (Giovanni Paolo II) avrebbe dovuto pronunciarsi a favore dell’uso del preservativo. Infatti, il Papa, messo sotto pressione, alla fine dichiarò che la migliore forma di prevenzione era la castità. Ebbi modo di discutere animatamente con degli amici francesi – laici e non credenti – quella affermazione: nonostante non sia un cattolico credente e praticante, ritengo che quella risposta fosse la migliore proprio a rispetto di un credo millenario, che piaccia o no.
    Il Papa si rivolge ai suoi fedeli – come si potrebbero dire oggi al suo pubblico, ai suoi elettori – e li rassicura riguardo a quei valori che sembrano essere minacciati dai costumi e dagli usi e credi correnti. I suoi credenti vogliono sentirsi rassicurati nella loro fede e riguardo alle scelte della loro vita. La piaga africana dell’AIDS dovrebbe essere affrontata che su un piano umanitario e politico. Dovrebbero essere i vari ONU, OMS, le multinazionali farmaceutiche e i capi di stato a occuparsene destinando competenze, risorse e fondi.
    Perchè del resto, che valore potrebbe mai avere la parola di un Papa per un mussulmano, per un buddista, per un induista, per un mormone, per un……?

  6. @Maristella,
    Questo Papa appena insidiato ha messo al bando ogni relativismo. Che piaccia o no ai suoi fedeli. Il “problema” – se amare è un problema – è suo in quanto credente e in quanto parte della sua vicenda umana, personale e affettiva, non certo della “rigidità” della chiesa cattolica. E’ proprio la differenza fra la fede e la legge laica. La fede è fede. La legge si scrive e riscrive per tutelare e normalizzare quelle situazioni di fatto e rispondere alle richieste laiche dei cittadini.
    Sarebbe come se a fronte di un numero troppo elevato di furti si chiedesse al Papa di abolire l’ottavo comandamento: non rubare. Eventualmente, dovrebbe essere lo stato che abolisce la proprietà privata e ne legalizza il furto, non certo il Papa.

  7. Per amore della precisione: nella tradizione cattolica luterana NON-RUBARE è il settimo comandamento mentre nella tradizione ebraica è l’ottavo.

  8. Quello che è veramente anacronistico, con sincero rispetto per i cattolici, è che nel nostro paese le parole del papa siano considerate non come quelle di un capo religioso ma come quelle di un Papa Re che grazie al concordato ha esteso il suo potere all’intera Italia.

  9. @fm
    Sono assolutamente d’accordo e sottoscrivo questa riflessione.
    Ciò che è veramente grida allo scansalo è che, in Italia, il ceto politico cattolico chiuda non un occhio, ma addirittura due al tempo stesso, continuando a sostenere un governo guidato da un primo ministro che non è certo un campione e un esempio di quei valori cristiani e del valore fondante della famiglia. Alla faccia di ogni ben che minima ipocrisia che potrebbe giustificare qualsiasi forma “real-politik”.
    Allora, i cattolici italiani dovrebbero indignarsi di fronte a questo spregiudicato opportunismo politico che va ben oltre l’ipocrisia di facciata. Forse a Milano e in quelle città dove si è recentemente votato per il rinnovo delle amministrazioni locali lo hanno già fatto. Nelle ultime ore prima dei ballottaggi anche la Chiesa aveva cominciato a prendere le distanze rassicurando gli elettori che Pisapia non era proprio come lo voleva raffigurare la destra.

  10. questo video riassume benissimo il mio pensiero sulla chiesa, invito a vederlo:

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