Il fascino della strada sbagliata

Da molti anni, quando mi sposto in auto per le vacanze, uso il navigatore. Ultimamente mi è capitato di provare anche l’app Mappe dell’iPad e l’ho trovata molto divertente (in verità l’ha provata mia moglie che riesce tranquillamente a leggere mentre l’auto è in movimento).
Quello che mi chiedo è quanto il divertimento per un oggetto che ti toglie un pensiero (quello di dover stare attento a svincoli e traverse) sfoci in un atteggiamento passivo, di pigrizia e intorpidimento mentale.
Ricordo decine di casi in cui sbagliando strada, ho scoperto nuovi posti, ho apprezzato panorami che non mi aspettavo, mi sono imbattuto in suggestive locande, e così via.
Non voglio fare il solito pippone sulla tecnologia che raffredda le nostre esperienze o su quanto erano belli i tempi in cui la vita era analogica al cento per cento. Sono il primo che si rompe le scatole quando imbocca la traversa sbagliata.
Però penso che di tanto in tanto potremmo usare questo strumento in maniera meno nevrotica, ad esempio chiedendogli di proporci l’itinerario più suggestivo anziché quello più breve. Oppure indugiando un po’ sulle mappe digitali alla ricerca di luoghi poco noti.
Insomma se ormai è difficile sbagliare strada, regaliamoci l’illusione di non vivere in un mondo dove tutto è deciso da un preziosissimo e odiosissimo microchip.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

6 commenti su “Il fascino della strada sbagliata”

  1. Affascinante e stimolante imboccare una strada
    non prevista nel ruolino di marcia, e scoprire
    come d’incanto un percorso intentato, uomini e
    cose da contattare
    occorre avere, però, cuore giovane e la curiosità
    culturale per l’inedito

  2. Amo alla follia la tecnologia, ma il navigatore satellitare non mi attira e e in famiglia non lo abbiamo: il piacere di chiedere ad uno sconosciuto qual è la strada giusta, il piacere di riuscire a trovare il percorso magari con qualche sorpresa che si può incontrare..impagabili!
    Mirella

  3. Ma! vi dirò, mi è capitato di usare il navigatore (ricevuto in omaggio con la vettura nuova acquistata qualche anno addietro) e sono, praticamente, entrata in angoscia: fra 350 metri svolta a destra, dice la bella voce. Oddio! fra quanto saranno 350 metri? devo rallentare? Ci sarà un cartello? E se arrivo troppo veloce e devo frenare di botto, magari qualcuno mi tampona?
    Per farla breve, dopo un breve, brevissimo, tirocinio con il navigatore , che tra le altre cose è riuscito a portarmi in aperta campagna invece che al decumano di Marsala, sono tornata alle vecchie e “sincere” cartine stradali

  4. Ho il pregio di chiedere sempre informazioni, quando sono in viaggio, alla persona sbagliata: a chi non è del posto, a chi a malapena capisce ciò che gli domando o che si esprime in maniera disastrosa. E i miei in macchina ridono, ridono…. Se avessi un navigatore satellitare, parlerebbe in arabo….

  5. nelle città che non conosco, mi perdo volontariamente. a piedi, s’intende..
    le migliori sono quelle con la metropolitana, perchè quando mi stufo ritrovo l’hotel in un battibaleno.

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