A proposito di blog, politica e pseudopolitici

Molti politici ormai hanno un blog. Pochi lo tengono aggiornato. Molti pseudopolitici hanno un blog. E sono quelli che si curano più degli altri dell’aggiornamento.
Il blog è stato di moda cinque-sei (anche più) anni fa.  Il boom fu intorno alla prima metà degli anni Duemila, insomma. Non c’era neanche la necessità di registrare un dominio, c’erano mille maniere di metter su un diario elettronico senza spendere una lira.
Da allora il tempo ha avuto modo di mettere alla prova la costanza degli autori. Tenere un blog comporta un considerevole consumo di tempo e fatica, costa anche economicamente.
Risultato. Le esperienze istituzionali sono naufragate, quelle più caserecce hanno sfidato e vinto il tempo.
Perché?
Perché la motivazione a dar conto ogni giorno del proprio operato, dei propri pensieri, delle proprie intenzioni o di chissà cos’altro ha bisogno di un impegno genuino.
Non bastano la puntualità di un ghostwriter (e ve lo dice uno che di mestiere fa il ghostwriter, anche se non per i politici), né l’abnegazione di un addetto stampa tesserato e inglobato nel partito.
No, per tenere su un blog, nel 2010, ci vuole motivazione. Quella che molti pseudo hanno e che dimenticheranno non appena conquisteranno il ruolo di titolari. Per fortuna.

Pubblicato da

Gery Palazzotto

Palermo. Classe 1963. Sei-sette vite vissute sempre sbagliando da solo. Sportivo nonostante tutto.

2 commenti su “A proposito di blog, politica e pseudopolitici”

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